Il metaverso green

Il Metaverso è un insieme di spazi virtuali attraversati da avatar, un mondo parallelo per vivere esperienze virtuali diverse, oltre quelle che si vivono nel mondo reale

Immagine distribuita da Flickr con licenza CCO

Lunedì 27 febbraio, nell’ambito della rubrica Viaggi  nell’innovazione che dirigo per Stroncature ho avuto il piacere di dialogare con Federico Rampolla, autore di Dentro il metaverso (Compagnia editoriale Aliberti) e con il suo linguaggio chiaro e diretto entrare nel mondo del metaverso è stato semplice e interessante. La sua è una guida dentro la realtà virtuale, realtà aumentata, gaming, web.3.0, blockchain, cryptomonete, NFT, termini che possono risultare ostici o di non facile comprensione e applicazione ma con cui tutti dovranno prima o poi avere a che fare se si vogliono affrontare nuove sfide e investire risorse nella giusta direzione utilizzando nuovi linguaggi.

Ci dice Rampolla: «Non è soltanto un futuro tecnologico, ma antropologico, che riguarda il cambiamento della relazione tra l’uomo e la macchina, tra l’uomo e il digitale, che potenzialmente impatta l’organizzazione sociale, economica e anche di libertà dell’individuo.»

Il metaverso, come si può erroneamente pensare perché associato a Facebook, non è un’invenzione dell’ultimo momento, ma nasce come concetto nel 1992 ed è uno spazio virtuale dove navigano avatar in mondi paralleli. Metaverso è il futuro di Internet, un insieme di spazi virtuali attraversati da avatar, un passo avanti rispetto alla realtà virtuale. Con i visori 3D si accede a un mondo parallelo per vivere esperienze virtuali diverse, oltre quelle che si vivono nel mondo reale.

Secondo il rapporto Fjord Trends di Accenture Interactiveil metaverso sarà una nuova frontiera di Internet su cui convergeranno tutti i livelli esistenti di informazioni, interfacce e spazi attraverso i quali le persone interagiscono.”

Sempre più aziende e organizzazioni stanno entrando nel metaverso per offrire nuovi modi comunicativi, di vendita, esperienziali ai loro clienti, ma più in generale ai loro fruitori perché anche nel mondo culturale si stanno facendo strada eventi o mostre organizzate nella realtà virtuale.

«Il continuum tra fisico e digitale diventerà sempre più parte integrante della quotidianità e le aziende dovranno ripensare la propria presenza online per creare nuove modalità di rapportarsi alla propria audience», ha spiegato a MFF Mario Davalli, country manager Eastern and Southern Europe di Cegid. «Se in generale il settore proseguirà nella direzione già consolidata negli ultimi anni, offrendo esperienze ultra-personalizzate e coinvolgenti per catturare l’attenzione di consumatori sempre più esigenti e smart, è anche vero che saranno numerose e diversificate le nuove opportunità offerte dal metaverso ai brand di vendita al dettaglio. (…) Un meta-futuro senza limiti e confini, insomma, in cui l’evoluzione dipenderà dalla capacità creativa dei singoli brand e da quanto riusciranno ad allineare le proprie idee con le aspettative e le esigenze dei meta-clienti».

Nel settore della moda, brand come Gucci, Kering, Bulgari, Timberland, Nike e Balenciaga hanno iniziato a utilizzare la tecnologia 3D e a frequentare le realtà virtuali, ma anche in quello della finanza, banche, istituti finanziari, insomma, in qualsiasi campo industriale il metaverso si sta facendo strada.

Tutto questo quanto pesa da un punto di vista green? Lo spostamento in rete agevolerà in fatto di salvaguardia dell’ambiente e o caricherà ulteriormente il dispendio energetico?

La risposta è un sì per entrambe le domande, perché se da un lato i data center consumeranno più energia, dall’altro, essendo tutto su cloud, si risparmierà sugli spazi fisici.

Non si può quindi perdere di vista, l’impatto sul Pianeta di queste scelte e le aziende che ne usufruiranno dovranno mantenere alto il loro senso di responsabilità verso la sostenibilità.

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