Twitter ha sempre cercato di spiegare come utilizzare al meglio il proprio social network agli inserzionisti allo scopo di massimizzare la portata e l’efficacia degli annunci: ovviamente, se i risultati sono migliori per gli inserzionisti, Twitter riuscirà ad aumentare la loro fiducia, incrementando di conseguenza le proprie entrate. In questa fase della vita del social network catturare la fiducia degli inserzionisti e, quindi, degli investitori, sta diventando un aspetto cruciale: alla base dell’addio dello storico fondatore Dick Costolo all’azienda ci sarebbe, infatti, anche lo scontento di Wall Street per i risultati finanziari non entusiasmanti degli ultimi mesi.
Come riportato da re/code, proprio per questo Twitter ha pubblicato un nuovo studio specificamente incentrato sui “direct response ad”, un tipo relativamente nuovo di pubblicità per Twitter che ha lo scopo di ottenere un risultato specifico, come far installare un’app o far visitare un determinato sito web. Il problema che Twitter ha riscontrato, però, è che quando in questi tipi di annunci viene incluso un hashtag o menzionato un altro account, la loro performance risulta deludente
In dettaglio, secondo Twitter, quando si tenta di portare visitatori al proprio sito web tramite un tweet che non include un hashtag o una menzione, esso genera il 23 % di clic in più. Quando il tweet è focalizzato sull’installazione di un’app, rinunciare all’hashtag o alla menzione porta ad un aumento di clic dell’11%.
Quello che è stato riscontrato in realtà ha una semplice spiegazione: tutte le altre parti cliccabili del tweet distraggono gli utenti dal compiere l’azione desiderata da chi ha pubblicato l’annuncio. Come dichiarato da Anne Mercogliano, responsabile marketing di Twitter, “se stai cercando di partecipare ad una conversazione online è assolutamente necessario utilizzare un hashtag, ma per incentivare un clic specifico che punta fuori da Twitter è meglio non creare ‘rumore’.”
In sintesi, gli hashtag possono distrarre gli utenti dal cliccare sul link sponsorizzato attraverso il “direct response ad”: questo si traduce in perdita di efficacia dell’inserzione e uno spreco di denaro da parte degli inserzionisti, che rischiano di allontanarsi dalla piattaforma a beneficio degli altri social network.
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