A che punto è la lotta al #DigitalDivide? In Ue bene, in Italia malissimo

A che punto siamo in Europa con il digital divide? Secondo Eurostat, la politica ha compiuto grossi sforzi negli ultimi anni per migliorare la situazione e ha registrato che, nel 2014, il 78% di tutte le famiglie nell’Unione Europea è stata raggiunta da una connessione a banda larga. In alcune regioni, la connettività ha continuato a crescere negli ultimi anni e la velocità di connessione ha raggiunto livelli sempre più soddisfacenti.

In dettaglio, la divisione della Commissione europea che si occupa delle reti di comunicazione e della tecnologia stima che quasi tutte le abitazioni presenti sul territorio comunitario hanno la possibilità di accedere ad almeno un servizio Internet di base (che significa una connessione che viaggia al massimo a 2 Mbps), se le persone che le abitano decidono di sottoscrivere un contratto.

Il proposito per il 2020 però è diverso (e ancora lontano): l’agenda digitale dell’UE ha come obiettivo quello di coprire tutto il territorio afferente l’Unione Europea attraverso una banda larga in grado di offrire una connettività di almeno 30 Mbps e allo stato attuale gli ultimi dati mostrano che si è arrivati ad un massimo di 56% di copertura, una percentuale che, va detto, è comunque in crescita.

I paesi con il più basso grado di utilizzo di Internet: Italia presente

Anche se può sembrare difficile da credere per chi trascorre diverse ore ogni giorno davanti allo schermo di un computer o connesso tramite smartphone, quasi una persona su cinque sul territorio comunitario non ha mai usato internet: ovviamente, l’Italia è tra i primi posti in questa classifica negativa, insieme a Grecia, Portogallo, Bulgaria e Romania.

Come si vede dalla mappa in basso, il dato è indicato dalla tonalità più scura di blu e le regioni che soffrono maggiormente il problema sono quelle meridionali di Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia, ma questo non vuol dire che le altre si trovino in condizioni migliori: una percentuale compresa tra il 25 e il 35% delle persone che risiedono nelle regioni del centro e del nord non hanno mai utilizzato Internet.

Si tratta di un dato sconcertante se si guardano gli altri paesi: Francia, Inghilterra e Germania hanno una prevalenza di regioni la cui suddetta percentuale non supera il 15%. La vera sorpresa, si fa per dire, arriva dal Centro e dal Nord Europa: la quota della popolazione che utilizza regolarmente Internet ha raggiunto il 94% in tre regioni olandesi (Overijssel, Utrecht e Zelanda), nella regione della capitale danese Hovedstaden, nella regione svedese di Östra Mellansverige e nella capitale inglese Londra.

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Pubblica Amministrazione e cittadini: buoni dati in Europa, pessimi in Italia

Lo studio dell’Eurostat indaga anche il rapporto che i cittadini hanno con il digitale come strumento di relazione con la pubblica amministrazione e anche qui l’Italia non brilla. Tutta l’Europa vede un sostanziale aumento nell’uso degli strumenti di eGovernment con un tasso di crescita annuale del 6% registrato nel 2014, quando la quota della popolazione comunitaria che si rapportava con la PA tramite il digitale è arrivata al 47%.

Naturalmente, le regioni “virtuose” sono quelle nordiche e in particolare i Paesi Bassi, ma non solo: ottimi risultati sono stati raggiunti anche in Francia (precisamente in un gruppo di regioni del nord ovest), nella regione della capitale tedesca, in Lussemburgo, in tutto il Belgio e in una fascia di regioni che vanno dalla Svizzera passando per l’Austria, la Slovenia, la Slovacchia e l’Ungheria.

Al contrario, una quota molto bassa della popolazione italiana ha interagito via Internet con le autorità pubbliche nel nostro Paese (come è facile intuire dalla mappa sottostante che stavolta riporta in chiaro i dati peggiori), in compagnia della Polonia, della Bulgaria, della Romania e della Turchia. Nello specifico, lo stivale nelle regioni del Sud e del Centro ha meno del 25% della popolazione che usa Internet per comunicare con la PA, mentre il Nord ha numeri compresi tra il 25 e il 45%: per quanto possa sembrare quest’ultimo un dato buono, in realtà basta un colpo d’occhio per notare la disparità con gli altri paesi.

2In conclusione, l’Europa procede spedita verso il suo obiettivo per il 2020 mentre il nostro Paese arranca profondamente tra digital divide, assenza di cultura digitale e mancanza di pro-attività da parte della pubblica amministrazione. Il piano varato di recente dal Governo che prevede un finanziamento di 12 miliardi per la banda ultralarga potrà risolvere, almeno in parte, il disastro?

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