Tanti Auguri, LibreOffice! (post un po’ autoreferenziale…)

Oggi compio 61 anni, e ricambio il diluvio di auguri che sto ricevendo via email, Facebook e Telegram con i miei auguri a LibreOffice, che sta per compiere i 5 anni, ed è in splendida forma.

Ovviamente, come ogni ultrasessantenne che si rispetti, ho un pessimo carattere, per cui dico – e scrivo – quello che penso, con buona pace di quelli che vorrebbero un atteggiamento un po’ più “politically correct”.

Una settimana fa, il 5 agosto, abbiamo annunciato LibreOffice 5.0, con risultati ampiamente al di sopra delle aspettative, sotto ogni punto di vista. Come recita il titolo del comunicato stampa, LibreOffice 5.0 emerge dalla moltitudine delle suite per ufficio (e, per essere chiari fino in fondo, nella moltitudine c’è anche Microsoft Office).

Cinque anni fa, quando abbiamo annunciato il progetto, LibreOffice era una scommessa: creare un progetto di software libero autenticamente libero, ovvero indipendente dalle aziende. Una scommessa che è stata raccolta dalla comunità a livello globale, con l’eccezione della comunità italiana, che si è schierata a fianco delle aziende, contro la comunità stessa.

Posizione che non è cambiata, e se possibile è diventata addirittura più ostile, quando IBM – con la fondamentale complicità di Apache Software Foundation – ha creato il progetto Apache OpenOffice per cercare di eliminare “fisicamente” il progetto LibreOffice. Fortunatamente, la storia – che nel lungo periodo è sempre dalla parte dei giusti – ha provveduto a ristabilire l’equilibrio.

Oggi, LibreOffice è un progetto in piena salute, mentre Apache OpenOffice è in coma, con uno sparuto gruppo di sostenitori – abbandonati anche da IBM – che si ostina a tenerlo in vita per motivi incomprensibili (o meglio, i motivi sono noti a tutti, ma sarebbe politicamente scorretto elencarli in questa sede…).

A riprova della salute di LibreOffice, ci sono i numeri relativi all’annuncio:

  • Oltre 1.000 articoli sulla stampa di information technology a livello mondiale, praticamente su tutte le testate che contano (con l’eccezione di PC Magazine, che a questo punto si distingue in negativo, e per quanto mi riguarda dovrà cercarci, perché noi non lo cercheremo più);
  • Oltre 2.200 donazioni in una settimana, pari al doppio della media degli ultimi tre mesi, che ci hanno permesso di raggiungere le 150.000 donazioni in poco più di due anni, da quando abbiamo cominciato a contarle nel maggio del 2013;
  • Oltre 46.000 pageview in una settimana, da quasi 35.000 IP unici, il quadruplo rispetto all’andamento degli ultimi tre mesi.

Infine, ed è questa la soddisfazione maggiore, con l’annuncio di LibreOffice 5.0 è stato colmato il gap di visibilità tra OpenOffice e LibreOffice, come dimostrano i risultati di Google Trends negli ultimi 30 giorni.

Past 30 days

Fra poco più di un mese, la comunità globale di LibreOffice si ritroverà – come ogni anno – in Danimarca, ad Aarhus, per la LibreOffice Conference. Ci sarà una forte rappresentativa della comunità italiana, che in questo momento è la più numerosa e dinamica all’interno dell’ecosistema, alla faccia – e lo scrivo con gusto – di coloro che cinque anni fa, prendendo una topica colossale, avevano scelto la strada dell’asservimento alle aziende rispetto alla scommessa della libertà.

Anche in questo caso, la storia –  che è una grande maestra – ha avuto ragione, e ha premiato chi ha avuto il coraggio di rischiare, per il bene non solo della comunità ma anche degli utenti. Quegli stessi utenti che le aziende, e alcune fondazioni, trattano come agrumi da spremere.

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