Smartphone: crollo HTC, annunciato taglio del 15% della forza lavoro

Ancora brutte notizie per i produttori di smartphone: stavolta, fa sapere il Financial Times, è HTC a comunicare l’intenzione di tagliare il 15% della sua forza lavoro poco dopo aver dato notizia di un terzo trimestre 2015 con perdite inaspettatamente elevate: la previsione è di una perdita netta che potrebbe arrivare ai 149 milioni. L’implementazione di una razionalizzazione delle operazioni volte a ridurre i costi operativi sarebbe però ben più alta nel complesso, pari al 35%, e comporterebbe una riduzione del 15% dello staff, 15.685 unità alla fine di marzo. Il “riallineamento”, spiegano, darebbe la società una maggiore flessibilità di andare oltre gli smartphone in nuove aree di prodotto, come dispositivi di realtà virtuale.

Il tramonto di HTC è stato inesorabile: il valore di mercato della società è sceso del 96% rispetto al picco registrato nel mese di aprile 2011, perdite che non sono state arginate dal lancio del nuovo telefono di punta One M9. Chialin Chang, direttore finanziario della società, ha detto gli analisti la scorsa settimana che avrebbe tagliato i costi “drammaticamente” per ridurre il portafoglio prodotti e concentrarsi maggiormente su telefoni di fascia alta così come prodotti non-smartphone.

La notizia di HTC arriva dopo l’altro inatteso annuncio fatto nelle scorse ore dal leader di mercato pc Lenovo che ha chiuso il primo trimestre dell’anno fiscale con un utile netto crollato del 51% (50,9%), annunciando il licenziamento di 3.200 dipendenti delle attività non produttive. A pesare sono le difficoltà nell’integrazione del business di Motorola, acquistato a ottobre da Google per 2,9 miliardi di dollari. Obiettivo di Lenovo – forte dello scettro di primo produttore di pc al mondo – quello di sfidare Samsung e Apple, partendo dal terzo gradino del podio del settore smartphone ma le cose non stanno andando come previsto. Al terzo posto del podio smartphone sono saliti i cinesi di Huawei, tallonati in quarta posizione dall’aggressiva Xiaomi. Le vendite di Motorola sono scivolate del 31%, causando una perdita della divisione mobile per circa 300 milioni di dollari. Il tutto mentre il mercato globale dei personal computer perdeva l’11,8% e comportava una flessione dell’utile netto del 51% scendendo a 105 milioni di dollari, superando comunque le attese del mercato, ferme a 71,7 milioni. Alle difficoltà con il business Motorola, si aggiungono quelle della divisione server rilevata da Ibm, in un mercato cinese ormai saturo per la telefonia mobile e in contrazione per quanto riguarda i Pc. Di qui l’annuncio dei tagli alla forza lavoro, per 3.200 posizioni, nel quadro di un progetto di risparmi per 650 milioni di dollari nella seconda metà dell’anno, per complessivi 1,35 miliardi all’anno. “Ridurremo i costi nell’attività dei pc e aumenteremo l’efficienza per sfruttare il consolidamento del settore e aumentare la quota di mercato, migliorando la redditività” annunciato l’amministratore delegato di Lenovo Yang Yuanqing definendo “la situazione contestualmente più difficile degli ultimi anni”, e spiegando che il gruppo punterà sempre meno sul mercato cinese. Yang tuttavia non perde le speranze relative al mercato mobile.

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