Unioncamere: per il 40% degli imprenditori internet non serve alla propria attività

A regnare sull’e-commerce europeo è la Gran Bretagna, lo ha certificato nei mesi scorsi una ricerca Ecommerce Eurpe che mette nero su bianco da una parte la forza della piazza inglese, dall’altra la forte disomogeneità che corre sul tema e-commerce nei vari Stati dell’Unione.

Oggi Unioncamere, con i dati di una indagine campionaria del suo Centro studi effettuata in collaborazione con Swg sui comportamenti di consumo legati al web, aggiunge un ulteriore tassello al quadro che riguarda la situazione italiana. Emerge che solo il 16% degli italiani oggi preferisce effettuare i propri acquisti online, ma c’è un bacino potenziale di 30 consumatori su 100 che, pur non avendo ancora praticato l’e-commerce, sono pronti a farlo nell’immediato futuro. Di contro, spiega Unioncamere, le imprese non starebbero ponendo adeguata attenzione al fenomeno tanto da non ritenere Internet una risorsa vincente: il 40% degli imprenditori dichiara che internet non serve alla propria attività. Il popolo dei web consumer invece, anche nel nostro Paese, è in crescita, tanto da aver già radicalmente rivoluzionato alcuni settori commerciali, in particolare quelli legati al turismo e al tempo libero, alla tecnologia e ai prodotti editoriali, ambiti nei quali oltre il 60% degli intervistati ha già fatto acquisti online. “Italian web consumer in aumento, mostra la nostra ricerca”, commenta il Presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello. “Ma anche che il made in Italy – aggiunge – è sempre più ricercato sulle grandi piattaforme online internazionali. Insomma, l’e-commerce rappresenta senza dubbio una chance molto importante per le nostre imprese.”

Entrando nel dettaglio dei comportamenti di acquisto, il negozio tradizionale non appare destinato a scomparire: ciò che ancora convince il 51% di italiani a preferire lo store al web è soprattutto la possibilità di vivere l’esperienza diretta della merce, il contatto umano e la fiducia che ne deriva, la consegna immediata della merce. I 16 italiani su 100 che invece sono web consumer stabili – e sono prevalentemente benestanti, iperconnessi e spesso residenti in piccoli comuni – sono motivati soprattutto dalla convenienza, dalla vastità dell’offerta, dalla facilità e comodità dell’acquisto. Siti di recensioni, forum, community e siti comparatori di offerte sono i canali che i web consumer italiani ritengono più attendibili. Solo gli under 35 e i consumatori più impulsivi e meno istruiti invece danno maggior credito ai social network o alla pubblicità.
Ma c’è anche un altro aspetto da tener presente riguardo alle modifiche del comportamento dei consumatori: l’interazione tra utilizzo del web e visita nel negozio. Il 60% di chi compra sia in negozio, sia online tende a fondere questi due ambiti nel processo di acquisto: ricerca il prodotto in rete, si reca in negozio a provarlo, ricerca l’offerta migliore sul web, poi decide di acquistarlo in store o online. Magari sullo stesso sito della catena visitata anche fisicamente. A patto che l’offerta sia vantaggiosa.

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