E’ arrivato il compagno Geremia: il più figo che ci sia!

Che pacchia per i media il nuovo leader del partito laburista inglese, Jeremy Corbyn, che ha vinto le primarie del suo partito con un consenso vicinissimo al 60%! In attesa di verificare se “l’ultimo comunista” riuscirà a incidere sulle politiche nazionali, europee e internazionali, i media si sono scatenati nel confezionare il personaggio mediatico Corbyn. Il quale tende a sfuggire i Mass Media e ha scarsissima confidenza con la Rete; ma questo non impedisce certo ai Media di occuparsi di lui e alla Rete di continuare a tifare per lui. 

CorbynL’ultimo comunista. Quante volte l’abbiamo sentito dire? Poi si scopre puntualmente che era il penultimo: con buona pace degli avversari i comunisti, pur variamente ammaccati, non si sono estinti. Prime pagine, osanna e cachinni a profusione, sui giornali della sinistra più radicale, per il compagno gregario che diventa campione. Entrata in crisi l’icona greca Alexis quella di Geremia, nuovo profeta (nomen omen) della sinistra, ha risollevato gli animi e l’ideologia. E poi vuoi mettere la “faccia da compagno” di Corbyn con quell’espressione borghese di Tsipras, pettinato con la riga!? Che bisognava capirlo subito che quello finiva per trattare con i ragionieri europei: traditore! Ora i media compatti, ma con diverso animo (speranza o preoccupazione) secondo gli orientamenti politici, assegnano a Geremia l’obiettivo di sempre: combattere politiche reazionarie di austerity con politiche rivoluzionarie di redistribuzione del reddito.

La scommessa. “Era quotato 100 a 1!”: Così hanno titolato i media dopo la diffusione dei risultati elettorali, con qualche grossolana esagerazione. Ma la sproporzione fa effetto, così come colpisce il totale rigetto, da parte degli elettori, del supponente consiglio di Tony Blair: “Il cuore vi dice di votare per Corbyn? Fate un trapianto, subito”. E invece quelli si sono tenuti il vecchio cuore e hanno seppellito il blairismo. Almeno per il momento, consiglierebbe di dire G.B. Vico.

Corbyn2Corbynomix. Veniamo ai contenuti. Occorre un termine incisivo, popolare, facile da ricordare per definire la politica economica dell’originale tardo-marxista Jeremy? Eccolo sfornato: corbynomix! Che ha l’obiettivo di finanziare progetti pubblici che, attraverso una politica anti-austerity e a forza di nazionalizzazioni, diano lavoro e portino il Paese alla piena occupazione. Uno dei cardini è il ricorso al “Quantitative Easing”(alleggerimento quantitativo). Sì, quello di Draghi… però, attenzione: non per le banche, ma per il popolo! Insomma la formula QE2P (Quantitative Easing to People”) se non è già uscita, è certo dietro l’angolo.

“Jeremy non canta l’inno”. E neanche s’inginocchia alla Regina! Questa sorta di Peter Pan trotskista, secondo la stampa inglese conservatrice che lo considera un sessantottino mai cresciuto, in realtà ha evitato le occasioni d’incontri istituzionali con la Regina per non porsi il problema della genuflessione, prevista dal cerimoniale. Ma intanto i media vendono la possibile impertinenza già come notizia.

Jeremy Style. La stampa popolare inglese sostiene che Geremia compri i suoi giubbotti ai mercatini dell’usato e raramente spenda più di tre sterline. “E si vede” commentano i conservatori, mentre i compagni vanno in visibilio davanti a cotanta coerenza ideologica. La stampa di settore (moda), per lo più, lo boccia con toni che vanno dall’ironico all’impietoso: really horrible. Ma c’è anche chi trova che quello di Corbyn sia uno stile: truly original. Lui, il compagno sobrio, ignora gli uni e gli altri e si esibisce pubblicamente con i calzini neri corti da pensionato, i bermuda blu marinaio di due misure più grandi, la polo a righe e la borsa verde elettrico. (Le scarpe però hanno il simbolo della Nike: ahi, vere o false che siano, un piccolo dolore ai compagni duri e puri l’ha dato!)

webJeremyWebJeremy. No, non aveva nessuna particolare predisposizione Corbyn per la Rete: leggo di una squadra social piuttosto raffazzonata e con una strategia confusa. Ma la Rete aveva una predisposizione per lui, che quantomeno esprimeva idee precise e non omologate di fronte al piattume grigio degli altri candidati. E poi, la componente psicologica di aiutare l’outsider contro “i designati” ha giocato il suo ruolo. Da sempre, se il David di turno si pone come una vera alternativa ai Golia di turno, si sa bene come finisce: i simpatizzanti sono aumentati di giorno in giorno e hanno sparso il verbo “corbynomix” dentro e fuori la Rete. In un tripudio di dichiarazioni d’amore e fotomontaggi che ha proposto Geremia come un fichissimo supereroe ad alto tasso di erotismo, con tanto di hashtag dedicato: #sexyjezza!

“Poets for Corbyn”. E la Rete che, come abbiamo visto, gli vuole bene ospita anche una raccolta di poesie dedicatagli da poeti, artisti e intellettuali organici. Raccolta

iUnicoche è diventata rapidamente uno degli e-book gratuiti più scaricati, dal momento del successo elettorale in poi, grazie all’improvvisa eco dei media tradizionali che prima l’avevano ignorato. È un originale volumetto nel quale si trova di tutto: da operazioni dadaiste-concettuali basate sulla rifiuto strutturato di Blair e del blairismo a più tradizionali componimenti in rima. Come quello di Nicholas Marrey: Corbyn’s no knight in shining vest/or bright Messiah from the West. Insomma Geremia non è un cavaliere dallo scintillante mantello né si presenta come un illuminante Messia dell’Ovest. Buona cosa la consapevolezza: con quei calzini a mezz’asta è difficile essere scintillanti. Diciamolo! E adesso non ci resta che vederlo alla prova il compagno Geremia. Riuscirà a giocare un ruolo vero nella politica inglese (e magari oltre) o coltiverà solo la purezza sobria della sua diversità? Vedremo.

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