Come si supportano le Startup? Il modello UniCredit Start Lab

Come si finanziano le startup? Si tratta di uno dei temi più dibattuti degli ultimi anni e la domanda non è sempre la stessa, anzi: i meccanismi di finanziamento sono in continua evoluzione con il ruolo delle banche che, anch’esso, sta cambiando profondamente. Insieme ai fondi messi a disposizione dalle grandi aziende attraverso bandi distribuiti tramite i propri “incubatori”, gli istituti di credito figurano ormai tra gli attori più ascoltati dalle comunità di “startupper” e da chi ha intenzione di avviare imprese innovative.

Il motivo è presto detto: le banche possono essere snodi di abilitazione fondamentali dato che, grazie alle reti di competenze e alle relazioni che sviluppano con le realtà imprenditoriali, possono essere fonte di reale supporto a chi prova a fare innovazione. Il supporto, quindi, non passa solo dall’erogazione di fondi, ma anche attraverso azioni che accreditano gli istituti quali centri di competenze a 360°, i quali legano aspetti culturali e di mentoring al supporto economico per chi si avvicina all’idea d’impresa innovativa. Si tratta di un ruolo strutturalmente diverso che sta cambiando il volto delle banche e che le chiama a esercitare un ruolo attivo, di primo piano, verso l’innovazione.

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Come fare? Il modello Start Lab

Se il principio è quello dell’ecosistema di valore, quello che le banche possono fare in chiave di supporto all’innovazione si traduce in un insieme integrato di azioni che vanno dai finanziamenti a sistemi di mentorship per le startup fino alla predisposizione di momenti di incontro realmente orientati al business.

E’ il modello che realizza Start Lab, iniziativa di UniCredit che per supportare le startup punta al coinvolgimento di imprenditori, investitori professionali, manager e tecnici in un unico hub di innovazione. L’idea di fondo è quella di sviluppare un sistema continuativo che unisca i processi di scouting, identificazione di startup ad alto potenziale e supporto pratico in un sistema ciclico.  A giudicare dai numeri, il modello funziona: all’ultima call si sono iscritte 931 startup, di cui ben il 25% provenienti dal Sud Italia, il 30% dal centro e il rimanente dal Nord, che rimane comunque l’area più attiva. Una volta entrate nel programma, il supporto per loro continua attraverso una serie di processi che sono così riassumibili:

  • Co-investimenti: le startup hanno la possibilità di ricevere co-investimenti in equity da parte di UniCredit insieme ad altri investitori partner come Vertis, H-Farm, L-Venture Group e altri;
  • Training Manageriale: le risorse umane delle startup avranno la possibilità di partecipare ad Academy, BootCamp e workshop tematici con il coinvolgimento di un network di professionisti internazionali;
  • Mentorship: si tratta del coinvolgimento attivo di imprenditori e professionisti qualificati con competenze nei settori di appartenenza delle startup selezionate che possono offrire sessioni di consulenza specifica;
  • Ricerca Controparti: se sussistono le condizioni, si organizzano “Business Meeting” mirati per partnership industriali, tecnologiche, commerciali.

Come banca crediamo che l’innovazione e la crescita delle startup non possa avvenire su base singola ma sia un processo necessariamente collettivo” precisa Paola Garibotti, Head of Country Development Plans , “il nostro scopo è far sì che queste aziende possano crescere e diventare un modello che domani potrà far crescere l’ecosistema italiano”. 

I momenti di incontro

Il cuore di questo modello è fondato essenzialmente sull’incontro virtuoso tra startup e imprese potenzialmente interessate: i business meeting rappresentano lo strumento con cui la banca concretizza quel ruolo di mediazione strategica che sta adottando sempre di più.

Il “Life Science Innovation Day”, ad esempio, è uno degli incontri annuali promossi da Start Lab. L’ultimo, svoltosi il 30 settembre, “ha permesso a circa 40 dei principali leader del settore del life science in Italia  (settore che vale l’8% del PIL nazionale), – di incontrare 9 startup , divise per aree di interesse, che hanno mostrato loro tecnologie di frontiera e che in futuro potremmo vedere, perché no, nelle cliniche sanitarie italiane” spiega Paola Garibotti.

I Business meeting di Start Lab hanno un’altra caratteristica non trascurabile, che ribadisce il senso di quell’ecosistema complesso da cui non si può prescindere quando si parla di innovazione: non coinvolgono solo clienti business di UniCredit ma, anzi, vengono coinvolte spesso aziende esterne. “Start Lab, in questo senso, è diventato un punto di riferimento per l’innovazione a 360°. Le nostre iniziative di supporto sono rivolte indifferentemente a clienti e non clienti. Le facciamo in ottica eventualmente acquisitiva per la banca, ma il vettore principale che ci guida nella selezione dei clienti corporate è capire quali siano i più idonei alle startup stesse, quelli che pensiamo possano meglio aiutarle a crescere.”

In conclusione, l’unico modo per offrire un reale supporto alle startup non è semplicemente quello di finanziarle: la cosa fondamentale è mettere in contatto le giovani imprese innovative con realtà consolidate, le quali possono sia imparare molto in termini di innovazione sia sostenere i “piccoli” per farli diventare “grandi”. E’ solo così che l’intero ecosistema italiano potrà crescere e competere davvero.

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