#IoT: i sei trend per il 2016 tra barriere culturali, investimenti e security

Il nuovo anno è alle porte ed è tempo di previsioni: per il mondo dell’innovazione tecnologica è un periodo di grande fermento in cui diversi istituti di ricerca stanno diffondendo le proprie previsioni; per l’Internet of Things ci ha pensato il 451 Research, che ha di recente fotografato la dimensione del fenomeno attraverso un sondaggio dal quale emerge che solo il 9% delle aziende utilizza tecnologia IoT, mentre ben il 29% non ha ne un programma per la sua implementazione ne l’intenzione di interessarsene per il futuro. Un quadro desolante, che trova la sua spiegazione nel primo dei suoi sei trend identificati per il 2016, i quali condizioneranno tutto l’andamento dell’anno nel settore:

  1. Nonostante il fatto che esistano una serie di ostacoli legittimi che vanno presi in considerazione, l’ostacolo più grande all’adozione dell’Internet of Things da parte delle aziende e delle organizzazioni continuerà ad essere di carattere culturale: i rischi percepiti dai decisori, associati alle modifiche organizzative che occorrono per rendere l’internet delle cose realmente operativo e funzionale alle esigenze della realtà aziendale. In sintesi, nel 2016 la barriera all’IoT sarà ancora la paura di rischiare e questo rallenterà i processi di trasformazione digitale legati all’Internet delle cose e, conseguentemente, ne limiterà i benefici.
  2. I protocolli di comunicazione si moltiplicheranno grazie all’Internet of Things, e avranno gli impatti più evidenti nella “network edge”, dove i protocolli concorrenti come il MQTT o l’AMQP introdurranno incertezza e instabilità, specialmente per gli early adopters che rischieranno di prendere il cavallo sbagliato proprio all’inizio della corsa, con evidenti danni potenziali dal punto di vista degli investimenti.
  3. Le telco avranno un ruolo centrale perché dovranno realizzare e rendere disponibili i giusti servizi di connettività per l’ecosistema della IoT; il problema però è che emergeranno anche le connessioni a bassa potenza (Wide Area Network LPWAN) alternative, che funzionano senza licenza come Lora o SIGFOX; in sostanza questi tipi di network stanno costringendo le telco a prendere una decisione che ha solo due possibili alternative, renderle obsolete o adottarle. Nel frattempo però Verizon, AT & T, Orange, Vodafone e Telefónica continueranno ad investire in maniera decisa sulle piattaforme IoT, sulle applicazioni end-to-end, sui servizi di integrazione e, soprattutto, sulla costruzione di modelli di business più remunerativi.
  4. L’IoT alzerà notevolmente il bisogno (e quindi la domanda) di memorizzazione dei dati, della loro elaborazione e dei processi di analisi collegati ad essi. La quantità di dati che vengono prodotti in tempo reale dall’ecosistema IoT avrà come effetto collaterale quello di rendere insufficienti gli attuali data center o gli odierni processi di analisi, lasciando spazio alla “edge analysis” (e all’edge computing): in breve, significa che l’analisi dei dati e la generazione della conoscenza avverrà sempre più vicino alla fonte dei dati stessi (e in tempo reale). I grandi fornitori di tutto il panorama tecnologico della IOT, nel 2016, si sfideranno proprio sull’edge analysis e sulla capacità di trasformare i dati in conoscenza.
  5. La sicurezza dell’internet delle cose continuerà ad essere uno dei temi principali, connesso a quello della privacy dei dati e delle leggi che dovranno regolarne l’uso. Nel corso del prossimo anno si svilupperanno approcci diversi, frutto di aziende concorrenti, che stanno cercando di affrontare il problema creando partnership per mettere insieme il know how per alzare il livello di sicurezza della rete.
  6. Tuttavia non emergerà un unico sistema di sicurezza dominante, o almeno non nel prossimo anno: l’ecosistema IoT di oggi è talmente diversificato che gli approcci relativi alla security sono frammentati e trovare un solo metodo efficace e standardizzato è altamente improbabile, data la varietà degli oggetti che compongono l’internet delle cose.

In conclusione, 451 Research stila una possibile classifica dei vincitori e dei vinti per il nuovo anno sul fronte dell’IoT che, come abbiamo visto, soffre di diverse barriere, sia tecnologiche e sia (soprattutto) culturali: i vincitori saranno quei fornitori di protocolli standard e interoperabili che verranno utilizzati per reali implementazioni, mentre i vinti saranno le start-up che non si concentreranno sui dati e non destineranno sufficienti risorse per la loro analisi; chi riuscirà a trarre un maggior profitto saranno sicuramente i fornitori di edge computing e i consulenti di edge analysis mentre chi correrà i rischi maggiori saranno quelle aziende che sottovaluteranno la security e implementeranno soluzioni IoT senza le dovute precauzioni.

Un 2016 che si prospetta in salita ma che riserverà diverse novità: la sfida è abbattere le barriere creando cultura, rendendo i dati interoperabili e lavorando sulla sicurezza. Compiti difficili sicuramente, ma chi riuscirà avrà sicuramente un ruolo di primo piano nel mercato.

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