Apple vs FBI: Cupertino chiede il ribaltamento della sentenza backdoor

Apple ha ufficialmente chiesto ad un tribunale degli Stati Uniti di rovesciare la precedente sentenza che ordinava alla società di aiutare l’FBI a sbloccare i dati protetti dell’iPhone utilizzato da uno degli autori della strage di San Bernardino: nella nota di Apple inviata al tribunale, e riportata dalla BBC, si legge che l’FBI sta cercando di ottenere un “potere pericolo” e che la mossa violerebbe i diritti costituzionali.

Accuse pesantissime quelle del colosso di Cupertino, ma sia L’FBI sia la Casa Bianca sostengono che il polverone sollevato è decisamente troppo grande perché la richiesta di ottenimento dei dati si limiterebbe ad un solo device. Il problema però, secondo Apple, è che il software richiesto dall’FBI per sbloccare i dati crittografati “semplicemente non esiste”.

In sintesi, la Apple sostiene che dovrebbe creare una nuova versione del software che includa una “backdoor” per l’accesso ai dati protetti. La conseguenza è che la possibilità di sblocco si estenderebbe a tutti gli iPhone e questo creerebbe dinamiche pericolose, specialmente se il modello venisse replicato in altri paesi, dove sussistono regimi e si lede il diritto alla privacy degli utenti.

Inoltre Apple, come ulteriore motivazione data al tribunale, sostiene che il giudice che ha emesso la prima sentenza non ha nessuna autorità per costringere realmente l’azienda ad una mossa del genere: secondo la società, nessun tribunale ha mai costretto una società prima d’ora ad indebolire la sicurezza dei propri prodotti per ottenere l’accesso alle informazioni personali degli utenti.

Questo caso è di competenza del Dipartimento di Giustizia e l’FBI cerca attraverso i tribunali un potere pericoloso che il Congresso e il popolo americano hanno sempre negato“, si legge nella nota depositata. Lo strumento chiesto dall’FBI potrebbe potenzialmente dare l’accesso a tutti i dati presenti su tutti i device della Apple, minando la privacy di tutti gli utenti del paese.

Sempre secondo la BBC, l’FBI sta utilizzando la leva della lotta al terrorismo e la necessità di battere lo Stato Islamico e pochi sarebbero in disaccordo con un obiettivo simile: persino Tim Cook, CEO della Apple che si è personalmente opposto allo sblocco, ha riconosciuto che si tratta di un’argomentazione moralmente valida. Tuttavia, se c’è una cosa di cui gli americani devono preoccuparsi riguardo a questa vicenda (che Snowden ha definito “il caso tech del decennio”) è l’erosione dei loro diritti costituzionali.

Intanto, secondo fonti Mashable, Google, Facebook e Twitter stanno pianificando di presentare una serie di ricorsi legali in tribunale per sostenere Apple nei prossimi giorni; anche Amazon, che finora era rimasta silente, ha espresso la propria posizione in favore di Apple.

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