Tecnologie, esperienza e trasversalità: è l’#IoE delle Cisco Networking Academy

Persone e cose ultraconnesse, case, fabbriche e spazi ricreativi e di socialità ricchi di sensoristica diffusa nascosta, quasi nativa, nelle cose che compongono il mondo e una mole di dati impressionante prodotta da quasi 50 miliardi di device connessi: è il quadro, tutto in divenire, del 2020 nelle previsioni di chi oggi guarda e studia i primi passi “da grande” dell’Internet of Everything. Come sarà il lavoro nel 2020? Questo sì, è impossibile prevederlo ma una cosa è ormai quasi assodata: tra soltanto 4 anni una buona fetta delle professioni di oggi non esisteranno più e molte ne saranno nate, lavori che ad oggi non immaginiamo neppure o di cui intravediamo solamente le prime potenzialità.

Come preparare le generazioni del futuro ad affrontare il cambiamento? La risposta è “stratificata”: da una parte c’è la assoluta necessità di contribuire ad accrescere conoscenza e consapevolezza sulle opportunità che arrivano dall’innovazione facendole uscire dai discorsi di esperti ed elite; c’è la necessità quindi di agire sulla dimensione culturale dell’innovazione nel mondo del lavoro, e c’è l’urgenza di offrire alle persone luoghi ed occasioni dove “toccare con mano” il futuro per renderlo da subito concreto e possibile.

Ci sono diversi modi con cui le imprese contribuiscono sia a spiegare che a favorire l’innovazione: nel caso di Cisco la dimensione education è diventata un pilastro che va di pari passo con l’azione di business grazie alle Networking Academy di tutto il mondo. Un programma di formazione di base e formazione professionale orientata alla conoscenza e all’uso delle tecnologie di rete e dell’IT e, di recente, anche di IoE. Un programma, ci spiega Luca Lepore, responsabile del Cisco Networking Academy Program, che ha per Cisco un forte significato ancor più oggi in tempi di Internet of Everything, in cui alle competenze tecniche specializzate deve associarsi sempre più una nuova forma mentis: quella del pensiero computazionale per le nuove generazioni “l’unica risorsa per potersi adattare al un mondo del lavoro che cambia continuamente per effetto delle tecnologie, in cui conoscere questo o quel linguaggio di programmazione è successivo al possedere una mente “logica” e aperta al cambiamento”.

Formazione, responsabilità sociale ed esperienza: le Cisco Networking Academy

La Networking Academy di Cisco nasce nel 1997 e si rivolge a organizzazioni no-profit, siano esse Università, istituti superiori, enti pubblici, centri di formazione professionale. Ad oggi, sono state istituite nel mondo più di 10.000 Networking Academy e sono oltre 1 milione gli studenti che frequentano corsi in 165 Paesi.
Un “successo” raggiunto anche grazie ai diversi corsi attivati nel tempo: IT Essentials sulle competenze di rete base, CCNA Routing and Switching sulle competenze per gestire, mantenere, costruire reti, CCNA Security sulla sicurezza di rete,  e i più recenti Introduction to Cybersecurity, Enterpreneurship e Get Connected.

Un modello che punta non solo su apprendimento “classico” ma anche su una dimensione esperienziale che completa l’offerta formativa, orientata a fornire competenze di base ma anche competenze specializzate e avanzate.
In Italia, operano ad oggi 268 Networking Academy, presso le quali insegnano 673 istruttori a loro volta formati da Cisco, frequentate nel 2015 da oltre 21.000 studenti.

Il focus principale del Programma è rivolto alla formazione dei giovani, ed infatti 220 delle Academy Italiane sono attive presso scuole superiori, ma le Cisco Networking Academy assolvono anche un importante ruolo nelle attività di corporate social responsibility dell’azienda con progetti rivolti al reinserimento sociale o ad affrontare in modo mirato il tema della disoccupazione giovanile.  Un esempio  è la collaborazione più che decennale fra Cisco Networking Academy e la Seconda Casa di Reclusione di Bollate di Milano che ha aiutato finora 120 persone a ottenere competenze tecnologiche di valore che possono aiutarli a trovare lavoro in un settore in cui c’è grande richiesta di personale qualificato, e ricominciare una nuova vita; il secondo esempio, fortemente voluto proprio in Italia per l’alto tasso di disoccupazione giovanile, è il Junior Networking Program partito nel 2009 per “colmare il gap tra scuole secondare con curriculum IT oriented e il mercato del lavoro”, con  corso attivato per effetto dell’accordo tra eForHum, Support Academy del nord Italia, e Cisco. Un corso che ha ottenuto il 100% di risultato in termini di occupazione post diploma tra i partecipanti.

Il curriculum del futuro si chiama IoE

Gli ultimi anni hanno determinato la necessità di formare però le future generazioni anche su temi trasversali come, appunto, l’Internet of Everything: un fenomeno quadridimensionale che chiama in causa un modo nuovo di intendere le tecnologie e, quindi per estensione, competenze e business. Cisco ha risposto nel 2014 con l’attivazione di un corso di formazione ad hoc proprio pensato per l’IoE che si arricchirà progressivamente di nuovi spunti e di nuova didattica.

Dietro l’Internet of Everything c’è un mondo di scenari possibili, di skill e competenze, ci spiega Lepore;  ecco perché l’obiettivo di corsi che vogliano affrontare questi temi è necessariamente ambizioso,  ovvero “promuovere competenze per la vita”: non competenze “statiche” apprese oggi e uguali per domani, ma competenze utili per affrontare il cambiamento innescato dall’IoE, che interesserà l’intera vita lavorativa.

Da qui nasce la volontà di contribuire come Cisco al supporto delle nuove generazioni di esperti di tecnologie e di processi abilitati dalle tecnologie con il curriculum Introduction to the Internet of Everything (IoE). “Il corso vuole infatti fornire gli strumenti prima di tutto per comprendere cosa sta succedendo con l’IoE, e poi aiutare i discenti a imparare come agire sulla realtà e plasmarla. Abbiamo l’ambizione, e ci stiamo riuscendo, di innescare un circolo virtuoso che parte dalla formazione, passa per l’esperienza laboratoriale e arriva direttamente al lavoro. La riflessione che va stimolata è che oggi, anche semplici sensori e app, aprono potenzialità inattese: c’è la possibilità di avere una buona intuizione di business con relativamente pochi mezzi anche con una agile startup” spiega Lepore.

Quali materie per un corso sull’IoE? Lo lascia intuire l’essenza stessa dell’IoE che è la convergenza: conoscenze tecniche sì, ma la parola chiave in questo senso è trasversalità: “Con evoluzioni in arrivo a breve, ci focalizzeremo sulla formazione legata alla cybersecurity, sulle tecnologie per l’industria 4.0 e sulle  smart grid.  Parleremo anche di agroalimentare sfruttando l’esperienza di Cisco nel settore ma integrando quanto può fare il comparto agroalimentare per essere attore e insieme destinatario di IoE. E poi, svilupperemo una ulteriore offerta formativa sui temi “connecting people” e “connecting thing”, per offrire una visone verticale delle aree che compongono l’IOE. In questo senso, vogliamo coniugare ancora di più la parte teorica della formazione con la dimensione esperienziale sempre presente nei corsi Networking Academy ovvero laboratori, hackathon e situazioni in cui stimolare il problem solving da parte dei discenti.”

Ricapitolando: formazione teorica ed esperienziale, approccio tecnico e strategico, materie integrate che alle competenze più prettamente tecnologiche uniscono skill provenienti da altre industry. E’ questo il modello che serve per formare i lavoratori di domani.

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