SQL Server per Linux: Microsoft si apre all’open source?

Microsoft ha annunciato – tramite Scott Guthrie, Executive Vice President, Cloud and Enterprise Group di Microsoft – in un comunicato ufficiale la disponibilità, a partire dal 2017, di MS SQL Server 2016 su Linux. Mica pizza e fichi! Un bel salto dal famoso “Linux is a cancer” di Ballmer detto senza peli sulla lingua durante una intervista del 2001 al Chicago Sun Times. Sfortunatamente l’intervista in questione non è più disponibile sul sito del giornale ma una copia si trova ancora su Internetarchive.org.

Per definire meglio la questione, giova specificare che SQL Server è la punta di diamante di Microsoft per quanto riguarda la gestione dei dati. Lo troviamo in tutte le applicazione Enterprise, e secondo Gartner il database di Microsoft è fra i leader per le applicazioni di alto profilo come Business Intelligence, Analytics, Database Management, Data Warehouse, praticamente tutto!

Ad onor del vero SQL Server esiste anche in versione “express”, free utilizzabile anche con piattaforme come Drupal e Worpress e linguaggi come PHP .

Tornando all’annuncio, Microsoft cambia strategia? Comincerà a distinguere sistema operativo da applicativo? Questo annuncio comporta un allargamento del potenziale mercato praticamente a tutto Internet dove, come ben sappiamo, la maggior parte dei server è gestita da sistemi operativi Linux e all’ambito business dove, per un motivo o per l’altro, il sistema operativo d’elezione sia Linux.

Vista in questa ottica l’operazione di porting comincia ad avere un senso. La strategia del CEO di Microsoft Satya Nadella era già scritta quando, durante una presentazione di Azure nell’ottobre del 2014, disse la famosa frase “Microsoft love Linux”.

Se volessimo andare ancora più a fondo, potremmo notare altre situazioni già in essere. Ad esempio che i device (ad esempio gli switch) che gestiscono la piattaforma per il cluod Azure sono basati su una distribuzione Linux creata “ad hoc” da Microsoft. Si nota pure che tali device aderiscono ad uno standard “open” per la interoperabilità con i device di altri produttori chiamato Switch Abstraction Interface (SAI) di cui Microsoft è membro fondatore.

Non solo. Nel novembre 2015, Microsoft e Red Hat hanno annunciato una partnership per cui i prodotti Red Hat saranno disponibili nativamente su Azure come scelta preferita per il deploy di server Linux. Questa partnership è corredata dall’annuncio di una nuova certificazione Microsoft che affiancherà le famose certificazioni sui prodotti e sui sistemi operativi di Seattle con una certificazione Microsoft Certified Solutions Associate (MCSA) chiamata “Linux on Azure certification”.

Non male, eh? Sembra quasi che Microsoft stia puntando decisamente ad entrare a gamba tesa nel campo dei servizi cloud enterprise, con la benedizione del fondatore di Canonical Mark Shuttleworth che ha affermato di essere contento dell’annuncio di SQL Server per Linux visto che i clienti stavano già usando servizi Azure Data Lake su Ubuntu e ora gli sviluppatori saranno in grado di creare applicazioni che utilizzano le funzionalità enterprise di SQL Server. Stessa positiva reazione per il CEO di Red Hat che ha detto: “SQL Server’s proven enterprise experience and capabilities offer a valuable asset to enterprise Linux customers around the world. We believe our customers will welcome this news and are happy to see Microsoft further increasing its investment in Linux. As we build upon our deep hybrid cloud partnership, spanning not only Linux, but also middleware, and PaaS, we’re excited to now extend that collaboration to SQL Server on Red Hat Enterprise Linux, bringing enterprise customers increased database choice.”

Chi vuole rendersi conto in prima persona del nuovo prodotto potrà iscriversi sul sito appositamente creato per ricevere, in attesa della release ufficiale prevista per la metà del 2017, la preview della versione di SQL Server per Linux che però, al momento, esiste solo per Ubuntu o come Docker image. E magari prima o poi avremo anche Microsoft Exchange ed altri prodotti Microsoft in versione Linux.

Tirando le somme, avere un nuovo competitor (e di quale calibro!) nel mondo dei database su ambiente Linux non è certo una cattiva notizia. Anzi. Il fatto che dopo Oracle, IBM ed altri big mondiali, anche Microsoft si approcci in maniera tanto evidente al mondo Linux può essere interpretato in due modi. Secondo il famoso detto “Se non puoi vincerli, unisciti a loro”, oppure come riconoscimento, se non della sconfitta, almeno del valore dell’avversario. Si dice che Linus Torwalds abbia detto, nel 1998, If Microsoft ever does applications for Linux it means I’ve won.”

(foto DARPA, public domain)

 

In ogni caso, grandi tempi ci aspettano.

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