Storie di successo: Gloria Gazzano, Cio Snam e presidente Cio Aica Forum

gloria gazzano

“L’innovazione è un corto circuito tra tecnologia e processo aziendale. Un CIO oggi deve essere un fantastico integratore di tecnologie digitali e un perfetto conoscitore dei processi interni”. Questa una delle frasi da scolpire emerse dall’intervista con Gloria Gazzano, direttore ICT Snam dal 2012 e presidente fresco di ri-nomina di Cio Aica Forum, community di CIO delle più grandi organizzazioni pubbliche e private italiane. Laurea in matematica alla Statale di Milano e carriera costellata di importanti esperienze nei settori IT di grandi aziende.

Come sono cambiati i sistemi informativi nell’era dell’IoT e dei Big Data?

Quello che sta cambiando è il modo di realizzare soluzioni digitali che facciano la differenza in azienda. E’ sicuramente diverso rispetto a qualche anno fa l’impatto che il digitale ha oggi nelle strutture che sono completamente plasmate e ridisegnate attraverso la tecnologia. Prendiamo l’esempio del mobile, che non si può neppure considerare più innovazione ma realtà. In Snam diversi anni fa, nel solco del progetto di Work Force Management, abbiamo sviluppato un’app denominata Gas to Go con l’intento di trasformare i sistemi informativi di Italgas, la società del Gruppo attiva nel settore della distribuzione cittadina del gas. Questa app, operativa sui tablet in dotazione al personale operaio e tecnico, oltre 2300 persone, in poco tempo ha completamente rivoluzionato il modo di lavorare delle nostre persone rendendo disponibili sul tablet i processi di manutenzione dematerializzati, fornendogli inoltre una identità digitale che li rende partecipi della community aziendale: accesso mail, intranet, servizi welfare, ecc.

Tramite Gas to Go, ogni giorno, viene ottimizzata la pianificazione e gestione di tutte le attività della distribuzione: dalla costruzione delle agende lavori ottimizzate per ridurre gli spostamenti, alla semplificazione della consuntivazione degli interventi in modalità paperless, sino all’agevolazione della collaborazione a distanza con i colleghi in ufficio tramite Facetime. Tutto ciò è reso possibile dalla perfetta integrazione tra l’App e i sistemi di backend aziendali.

Questo strumento ci ha permesso così di risparmiare 5 t di carta l’anno in funzione dei circa 500.000 interventi; abbiamo registrato una diminuzione del 30% dei km percorsi in poco più di due anni dal lancio dell’applicazione e un aumento della produttività del 100%, con un tempo medio di lavoro positivo passato da 2,1 a 4,2.

Storia analoga nel business del trasporto del gas per cui è stata realizzata recentemente una nuova app, sempre operativa su tablet distribuiti ad altri 1.100 tra tecnici e operai di Snam Rete Gas, nella quale sono stati implementati servizi come la cartografia integrata e la realtà aumentata. Questo sistema, attraverso il mash-up di diverse banche dati, permette tra le altre cose ai nostri colleghi di “osservare” l’infrastruttura (sotterranea ovviamente e virtualmente riprodotta in AR) semplicemente inquadrando con il tablet il punto di intervento, avendo anche la possibilità di consultare le informazioni tecniche degli asset, lo storico degli interventi e tutte le informazioni utili a lavorare in sicurezza e in modo più efficiente. Tutto questo per sottolineare che l’IT non cambia solo gli strumenti, cambia le persone e i processi organizzativi, rivoluziona il modo di lavorare.

Cosa è indispensabile per un CIO?

Nell’era della rivoluzione digitale il CIO, per esserne uno dei protagonisti, deve cortocircuitare l’azienda con il mondo esterno in una logica di “open innovation”, perché l’innovazione è un processo collettivo, impossibile da fare da soli. Per questo i Cio devono trovare la giusta ibridazione con altre figure presenti in azienda (le line of business, l’organizzazione, l’HR, ecc.) e con i partner esterni, affinché si possa accendere la scintilla dell’innovazione. Per innovare veramente i processi devono essere completamente ripensati e non solo digitalizzati. E questo lo si può fare solo insieme, nel rispetto reciproco delle specificità di ruolo. E’ indubbiamente più faticoso ma necessario se si vuole costruire qualcosa di utile.

Quale la sua esperienza in Cio Aica Forum?

Questa community ritengo che sia una delle poche, se non l’unica, composta solo da Cio e indipendente da vendor, ragione per la quale si può instaurare un confronto sincero e alla pari tra esperti. Tra le cose più rilevanti che abbiamo fatto ritengo si possa citare l’organizzazione di percorsi formativi finalizzati a mettere a fattor comune le capacità di trasferimento di know how dei Cio alle nuove generazioni. Tramite il corso abbiamo dato la possibilità a giovani futuri Cio di comprendere errori e soluzioni a casi concreti oltre che di rapportarsi direttamente con noi in un contesto informale e privo di gerarchie. Molto importante è poi l’attività che facciamo con il network di Cio europei, in cui abbiamo la possibilità di confrontarci su diversi tavoli di lavoro e su molte tematiche di attualità (cloud, security, ecc.).

Cosa dire del binomio donna-Cio?

Purtroppo la situazione delle donne in IT non è illuminante ma vorrei anche dire che non è tragica. In Snam nel comparto ICT posso contare su un 23% di presenza femminile: non una situazione di parità ma sicuramente una presenza di qualità. Più in generale ho difficoltà a spiegarmi come mai questi settori che offrono così grandi opportunità lavorative spesso non trovino adeguato interesse da parte dei giovani. Le lauree scientifiche infatti che convogliano verso professioni tecniche sempre più richieste e non coperte da persone qualificate, sembrano non essere gradite ai giovani e in particolare alle donne. Ritengo che dovremmo far passare il concetto (forse gli insegnanti per primi all’interno delle scuole) che il digitale non è appannaggio di una stretta cerchia di persone fortemente tecnologiche. Il digitale ha pervaso tutti i mestieri: tanto vale prenderne atto e provare ad avvicinare le donne alle tecnologie anche attraverso nuovi modelli di riferimento.

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