Il braccio di ferro tra Apple e FBI sembra essere giunto al termine: il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha dichiarato di essere riuscito ad accedere ai dati dell’iPhone di uno dei responsabili della strage di San Bernardino. Il Dipartimento USA ha anche chiesto l’annullamento dell’ordine del tribunale che ordinava al colosso di Cupertino di collaborare con l’FBI creando un software per poter accedere ai dati crittografati dell’iPhone in questione: un ordine che al momento della sua emissione ha creato non poche polemiche.
Nelle due pagine di dichiarazione del Dipartimento di Giustizia, depositato lunedì mattina, si può leggere che il Governo “non richiede più” l’aiuto di Apple per sbloccare i dati contenuti all’interno dello smartphone di Rizwan Farook, uno degli autori della strage.
Secondo quanto ha riportato la BBC, Eileen Decker, procuratore della California, ha dichiarato che gli investigatori hanno ricevuto un aiuto esterno per sbloccare l’iPhone, “una terza parte“, ma non hanno voluto specificare di chi si è trattato; gli investigatori avevano preso “un impegno solenne nei confronti delle vittime della sparatoria di San Bernardino“, ha concluso il procuratore.
Tim Cook, CEO di Apple, quando l’FBI aveva avanzato la richiesta di sblocco, aveva pubblicato una lettera aperta in cui si poteva leggere: “il Governo suggerisce che questo strumento sarà usato una sola volta e su un unico telefono. Ma non è vero. Dopo averla creata, la tecnica potrebbe essere usata più e più volte, su un grande numero di dispositivi. Sarebbe l’equivalente di una chiave master, capace di aprire centinaia di milioni di serrature – dai ristoranti, alle banche ai negozi, alle abitazioni. Nessuna persona ragionevole potrebbe trovare accettabile una simile proposta.”
Alla luce delle parole di Cook (che hanno incontrato anche la solidarietà di diverse big company come Google e Facebook), la risoluzione del conflitto tra Apple e FBI pone nuove domande: il sistema identificato per accedere ai dati crittografati sarà replicabile? Verrà usato soltanto una volta? Quali implicazioni per la privacy di tutti gli utenti? Ma soprattutto è la conferma di quello che affermavano in tanti ovvero che tecnicamente sarebbe stato possibile farlo al di là del consenso di Apple?
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