Scuola digitale o digitale a scuola? Intervista a Luca Lepore

Settembre tempo di scuola. Parola alla quale sempre più spesso si associa la parola digitale. Ma come si contraddistingue una scuola innovativa e non solo digitalizzata? Cosa supporta davvero la cultura digitale? Quali sono i processi virtuosi che si possono innescare? Ne abbiamo parlato Luca Lepore, responsabile delle attività education nel programma Digitaliani di Cisco.

La definizione “nativi digitali” è spesso confusa con “esperti digitali” e questo ha portato negli anni educatori, insegnanti e genitori a considerare i ragazzi già edotti e pertanto non bisognosi di formazione. Quanto, secondo la sua esperienza, c’è invece bisogno di formare su competenze specifiche? Quali quelle più richieste e su cui sono individuabili maggiori lacune?

Luca Lepore
Luca Lepore

Noi abbiamo un’esperienza specifica nel mondo della scuola legata alla presenza, in oltre 200 istituti superiori, delle nostre Networking Academy, che portano all’interno della scuola un’offerta formativa legata principalmente ad introdurre le competenze specialistiche richieste nel settore delle reti.

Con questo modello migliaia di studenti hanno potuto arricchire il proprio curriculum formativo con conoscenze spendibili nel mondo del lavoro, e da esso molto richiesto. Da alcuni anni a questa parte, abbiamo compreso che era necessario ampliare il nostro impegno anche con una serie di proposte introduttive: proprio perché i “nativi digitali” non sono esperti digitali per definizione.  Quindi abbiamo messo in campo anche proposte base come i corsi Get Connected – Connessi e Sicuri, e pensato di proporre anche percorsi che aiutino a essere consapevoli di come la tecnologia può essere usata per un percorso di carriera, per inventarsi una professione.

Sulle competenze specialistiche c’è molto da fare, soprattutto se guardiamo alla velocità con cui cambia lo scenario e nuove tecnologie o esigenze si affermano: pensiamo al tema big data, fino a pochissimi anni fa chi avrebbe pensato che tra le figure più richieste dalle aziende ci sarebbero stati i data scientist? O alla cybersecurity, che oggi è un tema assolutamente critico, non solo nell’ambito IT ma in tutte le aziende che utilizzano il digitale in modo molto più pervasivo.

In generale, l’uso del digitale è qualcosa che va fatto con consapevolezza, con chiarezza dei rischi e delle potenzialità. In questo si deve iniziare prima possibile: non è una iniziativa delle Networking Academy ma voglio ricordare che noi di Cisco Italia da anni, con il contributo volontario di tantissimi colleghi e di nostri partner, organizziamo per i ragazzi delle ultime classi elementari e della prima media delle lezioni di web sicuro e abbiamo raggiunto più di 20.000 giovanissimi, le loro famiglie e i loro insegnanti.

Cos’è la cultura digitale e in quale modo la scuola può supportarla?

La cultura digitale è una componente imprescindibile dell’educazione dei giovani e della formazione, in senso ampio, di tutti i cittadini. E’ un insieme di competenze e di capacità che permettono di utilizzare in modo consapevole, efficace, sicuro e non ultimo etico gli strumenti digitali oggi a disposizione: per farne una leva di crescita personale e professionale, per essere pienamente attivi nella società “digitale” in cui viviamo e sfruttarne appieno le possibilità, per farsi promotori di innovazione.

La scuola, in quanto luogo di trasmissione della cultura, può supportarne la diffusione facendo del digitale un contenuto della didattica, usandolo come mezzo per creare nuovi ambienti di apprendimento, promuovendo tra gli studenti la capacità di valutare la tecnologia e di servirsene in modo critico; infine, diventando essa stessa scuola digitale, nel senso di una accettazione e di una diffusione della tecnologia nei suoi processi.  Rispondendo al compito di preparare i giovani al futuro, anche lavorativo, la scuola ha il dovere di riconoscere l’assoluta rilevanza delle competenze digitali nella nostra società e sul mercato e quindi di lavorare per fare in modo che tutti gli studenti abbiano la possibilità di acquisirle.

Cosa pensa delle attività di coding? Come dovrebbero essere strutturate al fine di portare reali benefici? 

Il coding è fondamentale per avviare gli studenti più giovani al pensiero computazionale e alla logica. Oggi i bambini già alla scuola elementare possono iniziare a programmare giochi, realizzare progetti digitali acquisendo competenze di base di fatto giocando e divertendosi. Tutto questo è possibile perché la tecnologia ora rende tutto più semplice e alla portata di tutti.

Per i più grandi poi il coding diventa un’opportunità di specializzazione professionale. In particolare la programmazione elettronica applicata all’Internet delle cose offre opportunità senza precedenti: è quindi fondamentale accompagnare gli allievi nell’apprendimento e attrezzarli al meglio per avere successo nel mondo del lavoro di oggi e di domani. Ad esempio, i nuovi corsi IoT Fundamentals del programma Networking Academy offrono un’interessante opportunità di esplorare il mondo dell’Internet delle Cose e specializzarsi nel coding avanzato.

Diversi studi e ricerche mettono in evidenza quanto il gap tra domanda e offerta nelle professioni digitali rappresenti un problema reale in diversi Paesi. Quale la situazione italiana e quale il modo migliore per colmare il divario? 

Formazione, consapevolezza delle opportunità disponibili, capacità anche da parte delle aziende di identificare e formulare esattamente i propri bisogni di personale qualificato nelle professioni digitali: queste sono i tre elementi chiave per colmare il divario tra domanda e offerta, che persiste assolutamente. Ad essi aggiungo anche un altro elemento: il lavoro per fare in modo che sempre più donne entrino nel mondo del lavoro con competenze IT, si orientino a studi e carriere nel settore. Per motivi eminentemente culturali, le famiglie e la stessa scuola non incoraggiano efficacemente le ragazze ad avvicinarsi alle cosiddette STEM. Questo significa mettere da parte metà del potenziale pool di talenti a disposizione per chiudere lo skill gap, e significa anche limitare in un certo modo il potenziale di innovazione e trasformazione del digitale, avendo una presenza troppo ridotta di un punto di vista “non maschile” sulla tecnologia, sui suoi scopi, sui suoi sviluppi.

Cosa pensa della certificazione di competenze? Quanto c’è bisogno di definire formalmente le diverse figure professionali digitali e quale il metodo migliore per farlo?

I percorsi delle Networking Academy Cisco sono orientati assolutamente alla certificazione delle competenze e offrono la possibilità di conseguire certificazioni industriali riconosciute a livello internazionale.  I nostri certificati sono riconosciuti nel mondo del lavoro e sono requisito nelle ricerche di personale qualificato in tutto il mondo: con la certificazione si garantisce il percorso fatto per acquisire un insieme di competenze definito e specifico.

Definire formalmente le professioni digitali ha molto valore perché le professioni digitali sono tantissime e differenti e un modello di riferimento serve sia a chi lavora, sia a chi offre lavoro. Nel programma Networking Academy cerchiamo di allinearci anche ai framework europei studiando una correlazione tra i percorsi formativi che offriamo e certificazioni “vendor indipendent”.  Ad esempio per il corso delle Networking Academy IT Essentials, come certificazione delle competenze proponiamo la certificazione  europea IT Administrator Fundamentals.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here