Quando sentiamo parlare di Digital Disruption (D.D.), sappiamo esattamente di cosa si tratta? Secondo Clayton Christensen, il professore di Harvard che ha coniato il termine, si ha quando una nuova tecnologia crea il cambiamento di una determinata attività, sorpassando e sostituendo il modello di business precedente.
In realtà non si tratta di un fenomeno totalmente nuovo, in passato si sono verificati moltissimi casi di D.D., ma oggi i costi ridotti e la facilità di utilizzo delle nuove tecnologie hanno rivoluzionato intere aree industriali in modo estremamente veloce rispetto al passato.
Facciamo qualche esempio, riprendendo due casi già trattati in un post precedente: all’inizio degli anni 2000 il colosso Blockbuster leader globale nel settore dell’entertainment non coglie il cambiamento che la visione in streaming di contenuti multimediali offre. Le persone non sono più interessate al noleggio fisico dei film, la comodità offerta dalla tecnologia spinge gli utenti verso servizi molto più innovativi. In quegli anni nasce Netflix che oggi ha milioni di abbonati ai suoi contenuti fruibili direttamente online, mentre Blockbuster è semplicemente scomparso dal mercato.
Kodak, leader del mercato fotografico analogico, nel 1973 brevettò la prima fotocamera digitale, ma non comprese che questa tecnologia avrebbe velocemente sostituito la precedente e continuò a dedicarsi a prodotti analogici (carta fotografica in primis). In realtà il fenomeno si è avuto ben dopo il 2000, ma quando il colosso si è accorto che il mondo aveva abbandonato la fotografia analogica era ormai troppo tardi, il mercato era stato occupato da brand più lungimiranti.
Un argomento tanto importante e attuale è stato trattato da TED? Naturalmente sì, ho scelto tre talk diversamente legati alla Digital Disruption, ma tanto attuali da risultare imperdibili.
Il primo intervento è di Abha Dawesar, una scrittrice indiana laureata all’Università di Harvard. Il suo talk è stato registrato al TEDGlobal2013 nel mese di giugno e ha una durata di poco più di 12 minuti. Il titolo tradotto dell’intervento è: La vita nel “Digital now”.
New York, la sua città, è stata travolta dall’uragano Sandy e la metà della popolazione, Abha compresa, si trova in stato di Black Out. In questa situazione, quali sono le priorità per chi si trova senza elettricità? L’era digitale ha cambiato l’ordine delle priorità?
Il secondo intervento è affidato a Paul Kemp-Robertson, direttore editoriale e cofondatore e di Contagious Communications, una multi-piattaforma di marketing digitale. Il suo talk è stato registrato al TEDGlobal2013 nel mese di giugno e ha una durata di poco più di 10 minuti. Il titolo tradotto del suo talk è: Bitcoin. Sudore. Marea. Incontra il futuro della “branded currency”.
La fiducia nelle banconote e nelle monete che portiamo nel nostro portafoglio e nel nostro conto in banca si basa sul marketing, sulla convinzione che le banche e i Governi siano affidabili. La tecnologia ci ha portato una nuova generazione di valuta, sostenuta da quello stesso marketing che potrebbe tagliare fuori i Governi dalla gestione del denaro.
L’ultimo, brevissimo intervento è affidato a di Anthony Goldbloom fondatore e CEO di Kaggle. Il suo talk è stato registrato all’ultimo TED2016 nel mese di febbraio e in soli 4 minuti riesce a spiegare perché le macchine potranno sostituire l’uomo in molte mansioni, ma non in tutte. Il titolo tradotto del talk è: I posti di lavoro che perderemo a causa delle macchine e quelli che non lasceremo loro.
Le macchine stanno già superando l’efficienza umana nello svolgimento di mansioni ripetitive con grandi numeri, grazie alla tecnologia denominata “apprendimento automatico”. Lavori considerati normali oggi, tra 20 anni saranno svolti dall’intelligenza artificiale, sconvolgendo totalmente i modelli di business attuali. Le attività lavorative dell’uomo saranno completamente automatizzate? Lasciamo ad Anthony la risposta.
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