Facebook-Whatsapp: lo stop al trasferimento dei dati non ferma l’Antitrust

A metà novembre Facebook ha dovuto necessariamente cedere alle forti pressioni esercitate dalle diverse Autority Privacy UE, decidendo di fatto di sospendere lo scambio dei dati con WhatsApp. Probabilmente le “ostilità” con i diversi Garanti Privacy europei potrebbero anche essere cessate, anche se non è da escludere che questa vicenda possa comunque avere ancora un seguito, ma di certo lo stop alla condivisione dei dati tra WhatsApp e Facebook non ha di certo fermato l’Antitrust UE.

Ai primi del mese scorso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha avviato una doppia istruttoria nei confronti di WhatsApp per “presunte violazioni del Codice del Consumo”.

Margrethe Vestager, Commissaria UE alla concorrenza, proprio in questi giorni contesta a Menlo Park le informazioni fornite durante la fase di acquisizione di WhatsApp relative all’usabilità o meno di queste da parte dello stesso Social Network.

Tale procedura, in forma di “lettera di obiezioni”, contesta di fatto le informazioni acquisite dall’Antitrust nel 2014 in merito a tale acquisizione da ben 19 miliardi di euro da parte di Facebook, qualificandole come inesatte e/o ingannevoli: “informazioni scorrette o fuorvianti”, così cita la comunicazione dell’Autority.

Durante l’acquisizione, l’Antitrust aveva manifestato serie preoccupazioni proprio in merito ad una eventuale possibilità di uno scambio dati tra il sistema di messaggistica e lo stesso Social Network, il quale dichiarò che tale condivisione di informazioni non era possibile in maniera affidabile e soprattutto tramite un sistema automatico.

A fine agosto il cambio improvviso di policy di WhatsApp porta alla luce che tale sistema di condivisione è di fatto pronto all’uso, e pare che lo fosse in realtà già ai tempi della stessa acquisizione.

L’Antitrust sostiene quindi che “Facebook, intenzionalmente o con negligenza, abbia fornito informazioni scritte o fuorvianti alla Commissione, in violazione dei suoi obblighi sotto il regolamento UE sulle fusioni” e ora “Le società sono obbligate a dare alla Commissione informazioni accurate durante le inchieste sulle fusioni, e devono prendere questo obbligo in modo serio”, così ammonisce la Commissaria Ue alla concorrenza Margrethe Vestager.

L’Autority contesta quindi a Menlo Park di aver violato le norme UE in materia di acquisizioni/fusioni in maniera deliberata o per negligenza fornendo una serie di informazioni di fatto inesatte.

Facebook ha tempo per rispondere adeguatamente fino al 31 gennaio prossimo, ma se i contenuti di tale sua risposta non soddisferà l’Antitrust, il rischio di una sanzione che potrà arrivare fino all’1% del fatturato annuale si trasformerà in una certa e salatissima multa.

Certamente non era questo il regalo che Facebook si aspettava di trovare sotto il suo albero di Natale, ma nulla è perduto, e di sicuro anche l’inizio del nuovo anno pare che non sarà proprio così felice come Menlo Park si aspettava.

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