Energia dal sole: come funzionano le smart window?

Si scrive Energy Transition, si pronuncia passaggio a un mix energetico a minor contenuto di carbonio che permette di incrementare, nel medio-lungo periodo, l’uso di fonti rinnovabili attraverso lo sviluppo di tecnologie per lo sfruttamento dell’energia di sole, vento e mare. Su questo si sta concentrando l’attività di ricerca e sviluppo Eni, fatta in collaborazione con Università e Centri di Ricerca di eccellenza, nazionali ed internazionali (come il Politecnico di Milano e quello di Torino, le Università di Padova e Bologna, il CNR, il MIT di Boston). In particolare, nell’ambito dell’alleanza con il MIT, si collocano l’adesione al programma MITei (MIT Energy Initiative) e la realizzazione del Solar Frontiers Center, spazi e laboratori condivisi da Eni e MIT dedicati alla ricerca sul solare e nei quali stanno nascendo interessanti innovazioni.

Tra queste le lastre LSC (Luminescent Solar Concentrator) per la cattura e conversione di energia solare in elettricità che riescono ad assorbire una parte della luce solare per riemetterla a lunghezza d’onda maggiore. Il meccanismo con cui lavorano è abbastanza semplice: la radiazione è indirizzata, come in una fibra ottica, verso i bordi, rendendoli luminescenti. Qui piccole celle fotovoltaiche trasformano la radiazione ricevuta in energia elettrica.

Finestre che producono energia: le smart window

I pannelli LSC sono anche alla base di quelle che sono state denominate “smart window”, di cui è stato installato di recente un prototipo presso il Centro di Innovazione Tecnologica di Eni a San Donato Milanese. Si tratta di un sistema “retrofit” installabile su qualsiasi tipo di finestra senza necessità di sostituirla, visto che nella pratica saranno montati sul normale telaio dei pannelli con speciali pigmenti luminescenti brevettati da Eni.

Importante caratteristica delle smart windows è l’aspetto illuminotecnico, ovvero la possibilità di scaldare attraverso la luce oltre che di evitare cablaggi nel caso di finestre automatizzate, vista la loro autosufficienza energetica.

Come utilizzare l’energia elettrica prodotta?

Molteplici gli usi che si possono fare dell’energia prodotta come ad esempio quello di movimentare delle veneziane che controllano l’ombreggiatura, e quindi l’insolazione diretta, di un ambiente. L’energia in eccesso può essere immagazzinata invece in batterie tramite le quali ricaricare ad esempio stazioni meteo o smartphone.

Nel corso dell’ultima Maker Faire di Roma è stata costruita la prima serra con pannelli LSC, ma si può pensare di utilizzare i pannelli anche come barriere antirumore in grado contestualmente di produrre energia.

Quali gli ambiti di applicazione?

Le finestre intelligenti possono rappresentare una svolta nel campo della bioedilizia e dell’efficienza energetica degli edifici. La tecnologia, sviluppata e testata da Eni anche in collaborazione con MIT e Politecnico di Milano ed altre aziende specializzate nel campo dei materiali plastici, ha infatti l’obiettivo di ridurre i costi energetici per il raffrescamento di edifici, con risparmi fino al 50% in aree ad elevata insolazione.

“I nostri ricercatori – ha affermato Rafael Reif, presidente MIT – hanno le capacità per inventare nuovi materiali, tecnologie, processi e metodologie. Ma per far sì che il loro lavoro raggiunga il mercato e possa avere un impatto su scala globale, contiamo su partnership forti con aziende ‘visionarie’ come Eni!”

 

In collaborazione con Eni

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