Sull’onda dei progetti di trasformazione digitale delle imprese, il mercato delle app mobili aziendali è destinato a espandersi sensibilmente nel corso dei prossimi anni, sia in termini di installazioni sia soprattutto in riferimento alle nuove funzionalità supportate.
Le ultime analisi di IDC parlano di una spesa in mobile enterprise app che in Italia ha sfiorato i 75 milioni di euro nel 2017 (il solo valore delle applicazioni, escluse quindi le piattaforme di sviluppo, di gestione e tutti i servizi correlati) e che nel 2018 è prevista crescere addirittura del 20%, per poi arrivare a superare il tetto dei 100 milioni di euro nel 2019.
Si tratta di trend di crescita superiori a quelli mondiali, che evidenziano quindi la centralità dei processi di mobilità nelle strategie di innovazione delle aziende italiane. Da sottolineare, in questa fase di forte sviluppo del mercato, il ruolo giocato dalle app mobili custom, create ad hoc sulla base delle esigenze e dei criteri di un’azienda, rispetto a quelle “pronte all’uso”: nel 2018, prevede infatti IDC, la spesa aziendale in app mobili customizzate risulterà di quattro volte superiore a quella relativa alle app mobili pacchettizzate.
Le strategie digitali avviate dalle aziende stanno influenzando fortemente anche le caratteristiche delle nuove app, che se da una parte continuano a rappresentare lo strumento principale per estendere l’accesso ai sistemi legacy agli utenti mobili, dall’altra si arricchiscono di capacità tese a migliorare i processi decisionali in tempo reale, integrando funzionalità di intelligenza predittiva e realtà aumentata.
Secondo IDC, entro il 2019 il 20% delle nuove app mobili aziendali includerà capacità avanzate di realtà aumentata. La possibilità, partendo da uno smartphone, di sovrapporre o proiettare informazioni digitali in ambienti fisici o nel campo visivo degli utenti avrà un enorme impatto nel settore del commercio, nella produzione e laddove siano richiesti interventi tecnici sul campo.
E se la realtà aumentata risulterà sempre più utilizzata nelle applicazioni mobili professionali, lo stesso accadrà per la voce, dando il via a una vera e propria rivoluzione: sempre secondo le previsioni di IDC, infatti, entro il 2020 il 35% delle nuove app mobili aziendali impiegherà la voce come principale interfaccia, trasformando il modo in cui l’IT assisterà la forza lavoro mobile.
In ambito consumer, assistenti digitali come Siri, Alexa, Cortana e Google Assistant hanno già abituato i possessori di device mobili a utilizzare la voce per semplici comandi. IDC ritiene che un simile percorso avverrà anche in ambito aziendale, permettendo ai lavoratori mobili di aumentare l’efficienza e quindi la produttività. Si pensi per esempio alla possibilità di usare la voce non solo per impartire comandi al dispositivo, ma anche per interfacciarsi con le app aziendali per effettuare ordini, inserire dati o interrogare database. Non solo: l’uso della voce favorirà anche l’interazione multiutente: normalmente, su uno smartphone aziendale un’app può essere usata da un utente soltanto; con l’interfaccia vocale, più utenti potranno inserirsi nella conversazione.
Secondo le previsioni di IDC, la voce diventerà presto la principale modalità di input per gli utenti aziendali, così come in passato lo sono stati prima il tastierino fisico e il poi touchscreen.
L’evoluzione delle app mobili è solo una parte di quello scenario cui dovranno guardare le aziende che intendano percorrere con successo la trasformazione da mobile enterprise a ever-connected enterprise. Sarà questo uno dei messaggi di fondo della nuova edizione dell’IDC Mobiz – Mobility of Everything Forum, che si svolgerà a Milano presso l’Hotel Melià il prossimo 14 giugno.
Analisti di IDC, esperti di mobility e CIO di aziende italiane spiegheranno come abbracciando nuovi e non convenzionali casi d’uso basati su wearable, realtà aumentata e IoT sia possibile abilitare nuovi processi e modelli aziendali, a tutto vantaggio di una maggiore efficienza e competitività.
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