Serious Game: giocando si battono gli stereotipi di genere

Scelte formative e professionali sono condizionate da stereotipi di genere, gli stessi che portano ad avere un basso numero di donne che lavorano nel settore IT. Il progetto GET UP, acronimo di Gender Equality Training to overcome Unfair discrimination Practices in education and labour market, finanziato dalla Commissione Europea – DG Justice, nell’ambito del Programma sui Diritti, l’Uguaglianza e la Cittadinanza, attraverso un serious game intende promuovere buone pratiche sui ruoli di genere per superare gli stereotipi di genere nell’istruzione, nella formazione e nei luoghi di lavoro.

Chi gioca – afferma Sylvia Liuti, Director of European projects, Quality Assurance and Gender Equality di Forma.Azione s.r.l. partner del progetto – sperimenta in prima persona le discriminazioni e gli ostacoli ad un pieno sviluppo professionale che il mercato del lavoro concretamente esprime a livello territoriale ed europeo. Attraverso un percorso a tappe evolutive, sarà possibile da un lato acquisire conoscenze specifiche rispetto al tema e a come fronteggiarlo, in modo da superare gli stereotipi di genere che lo condizionano, dall’altro modificare i propri comportamenti, al fine di incidere concretamente sulle scelte formative e professionali, rendendole effettivamente meno discriminanti e penalizzanti”.

Capofila del progetto è UIL Nazionale, in partenariato con FORMA.Azione srl, società di servizi formativi e di orientamento e di progettazione europea, AIDP (Associazione Italiana per la Direzione del Personale) e altri 5 partner transnazionali tra sindacati della scuola (MUT – Malta e LETU – Lituania), esperti di formazione manageriale (WETCO Bulgaria), reti Europee di imprese cooperative (Diesis – Belgio) e il Network sulla Democrazia Locale ALDA (Francia).

Il carattere innovativo del progetto risiede nella combinazione di azioni formative con iniziative di sensibilizzazione e campagne informative, anche attraverso il ricorso a contest fotografici e video educativi.

Grazie all’attuazione del progetto – continua la Liuti – per la prima volta a livello europeo, è stato definito e sperimentato attraverso un percorso formativo transnazionale, lo standard minimo di competenze per praticare le Pari opportunità di Genere nelle fasi di transizione dalla scuola, alla formazione/istruzione superiore-universitari, ai luoghi di lavoro. Il target di riferimento è quindi rappresentato, principalmente dai professionisti che operano nelle fasi di transizione in cui maggiore è la discriminazione: insegnanti, orientatori, selezionatori, manager delle Risorse Umane, operatori dei Servizi pubblici e privati per il lavoro”.

Lo standard è stato validato da un gruppo di esperti a livello transnazionale, anche con il contributo di Barbara Limanowska dell’EIGE (European Institute of Gender Equality) e rappresenta un’importante base conoscitiva e culturale per integrare le competenze di genere declinate, nei Repertori dei profili professionali e delle qualificazioni elaborati in ciascun Paese europeo, coerentemente con il Quadro Europeo delle Qualifiche.

A ricordare che il talento non ha genere uno dei video realizzati nell’ambito del progetto

 

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