Social media e fake news: come si comportano gli utenti?

Secondo l’ultimo rapporto dell’Ericsson ConsumerLab “#OMG Social media is here to stay”, nonostante la negatività generata dai recenti scandali sulla privacy, l’utilizzo dei social media continua ad aumentare. Si assiste, infatti, a un incremento degli utenti e del tempo medio trascorso sulle piattaforme social. Attualmente, oltre 3 miliardi di persone accedono regolarmente ad almeno un social media. A livello globale, tra il 2014 e il 2018 il tempo medio trascorso sulle social media app è aumentato di quasi il 60%, passando da 30 minuti al giorno nel 2014 a 47 nel 2018.

Le fake news, però, stanno erodendo la fiducia degli utenti. Oltre il 50% dei consumatori intervistati negli Stati Uniti e nel Regno Unito ha ammesso di aver letto notizie sui social media che in seguito ha scoperto essere false e quasi uno su quattro ha ammesso di aver condiviso articoli che in seguito si sono rivelati falsi. Meno di un utente su cinque si fida delle informazioni lette sui social media.

Inoltre, quasi il 70% degli utenti pensa che le social media company dovrebbero garantire l’assenza di contenuti falsi dalla propria piattaforma e oltre la metà degli intervistati crede che i social media dovrebbero essere legalmente responsabili per le notizie false. 3 utenti su 5 affermano che le social media company dovrebbero assumere persone per rivedere i contenuti, mentre il 40 percento sostiene che questo compito debba essere svolto dall’intelligenza artificiale.

I brand social hanno vita breve: tra le 10 piattaforme di social media più popolari del 2008, 5 non esistono più e solo 2 rimangono tra le prime 10 del 2018. Facebook detiene la corona del brand più popolare, tuttavia la crescita della sua base di utenti e del tempo trascorso sul sito sta rallentando e in alcuni paesi questi parametri sono persino in diminuzione.

Un ulteriore aspetto che emerge dal report riguarda la connotazione negativa che si sta diffondendo verso i social media. Il 30% dei consumatori intervistati negli Stati Uniti e nel Regno Unito si rifiuta di dichiarare quanto tempo trascorre sui social media e quasi 7 utenti su 10 pensano che i loro amici facciano lo stesso. Inoltre, 4 utenti su 10 ritengono che gli “heavy user” dei social media siano screditati dagli altri e il 70% pensa che l’uso eccessivo dei social media non sia salutare.

In conclusione, i social media restano parte integrante dell’infrastruttura sociale: sebbene i consumatori stiano attualmente condividendo di meno, i social media sono troppo legati alle loro vite per poterli abbandonare. Circa un utente su cinque crede che otterrà di più dalle notizie sui social media in cinque anni.

Dopo tutte le critiche e negatività, in particolare dovute a Cambridge Analytica e ad altre violazioni della privacy, abbiamo voluto verificare se media ed analisti avessero ragione ad affermare che i social media stessero perdendo popolarità”, afferma André Gualda, Senior Advisor dell’Ericsson ConsumerLab. “In realtà, i social media non stanno affatto peggiorando, anzi, stanno continuando a crescere”.

Il rapporto “#OMG Social media is here to stay” dell’Ericsson ConsumerLab si basa sulle risposte fornite da 2.600 utilizzatori di smartphone negli Stati Uniti e nel Regno Unito e su interviste svolte di persona in Brasile, Giappone, Svezia, Stati Uniti e il Regno Unito. Lo studio include anche dati provenienti da un database esistente di utenti globali.

È possibile ascoltare i coautori del report, André Gualda e Karina Shyrokykh, in merito ai principali risultati di questa analisi nel News Podcast di Ericsson.

Copia & Incolla: perché questo titolo? Perché i contenuti di questa categoria sono stati pubblicati SENZA ALCUN INTERVENTO DELLA REDAZIONE. Sono comunicati stampa che abbiamo ritenuto in qualche modo interessanti, ma che NON SONO PASSATI PER ALCUNA ATTIVITÀ REDAZIONALE e per la pubblicazione dei quali Tech Economy NON RICEVE ALCUN COMPENSO. Qualche giornale li avrebbe pubblicati tra gli articoli senza dire nulla, ma noi riteniamo che non sia corretto, perché fare informazione è un’altra cosa, e li copiamo ed incolliamo (appunto) qui per voi.

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