Tre giovani talenti per AI, Cloud e collaborazione a distanza

Cloud, intelligenza artificiale e collaborazione a distanza i temi ai quali hanno contribuito con i loro progetti Agnese Sbrollini, Luca Coviello ed Enrico Pietrocola. Tre ricercatori italiani under 30, “talenti del futuro”, premiati da Géant, la rete europea della ricerca, grazie al progetto finanziato da borse di studio GARR.

Quali i progetti premiati?

Prevenzione cardiologica in cloud

Nel 2015 – racconta la ricercatrice ideatrice del progetto, Agnese Sbrolliniho iniziato il mio dottorato di ricerca in Ingegneria Biomedica sotto la supervisione della professoressa Laura Burattini, presso l’Università Politecnica delle Marche. A seguito di alcuni casi di morte cardiaca improvvisa di atleti adolescenti nel nostro territorio, ci si è interrogati sulla possibilità di mettere a disposizione le nostre competenze per contrastare questo fenomeno. Per questo abbiamo iniziato a studiare l’attività cardiaca durante la pratica sportiva e a sviluppare dei metodi di prevenzione per la morte cardiaca improvvisa negli atleti, anche in collaborazione con il dottor Marco Pozzi, primario del reparto di Cardiochirurgia e Cardiologia Pediatrica e Congenita degli Ospedali Riuniti di Ancona, anche lui molto sensibile all’argomento”.

Il sistema, basato sulla cloud GARR, tramite indumenti dotati di sensoristica da far indossare agli atleti, consentirà la raccolta e la trasmissione in tempo reali ai medici di diversi parametri utili a monitorare la salute di chi sta facendo sport per intervenire con tempestività.
Al momento – continua Agnese – siamo in fase di prototipazione delle interfacce e in parallelo stiamo acquisendo dati sugli atleti per poter sviluppare e testare i nuovi algoritmi”.

Intelligenza artificiale in agricoltura

Sono venuto a conoscenza dell’opportunità messa a disposizione da GARR – dice il ricercatore Luca Coviellomentre lavoravo alla tesi della laurea magistrale in Data Science su agricoltura di precisione presso la Fondazione Bruno Kessler a Trento. Mi è sembrata fin da subito un’ottima opportunità per portare avanti il mio lavoro e ho avuto il sostegno sia da parte della Fondazione che del responsabile dell’unità di ricerca di Modelli Predittivi per la Biomedicina e l’Ambiente Cesare Furlanello con cui collaboro”. Il progetto consiste nell’utilizzo di sensori in grado di misurare diverse variabili all’interno del campo coltivato quali vento, precipitazioni, umidità del terreno e pressione atmosferica. Tramite l’analisi di questi dati è possibile comprendere in che modo una pianta si sviluppa e quando deve essere irrigata o quando un fertilizzante utilizzato, in modo da capire la qualità e il suo stato e come sarà il suo sviluppo nell’immediato futuro. “La particolarità di questa piattaforma, Adalitix – continua Coviello – sta nel fatto che abbiamo voluto includere i produttori agricoli nel processo di validazione dei modelli che vengono costruiti sulla base dei loro feedback e della loro esperienza, facendoli diventare parte integrante del processo di creazione della IA, invece che cercare di rimpiazzarli”.

Apprendimento musicale a distanza

L’idea del progetto – afferma il ricercatore Enrico Pietrocolaè nata durante degli esperimenti di distance learning musicale nel conservatorio di Milano, in cui misuriamo la capacità dei musicisti di suonare a distanza in situazioni di stress, ad esempio aumentando la latenza della rete o variando la disposizione o dimensione delle immagini riprodotte dei performer. Solitamente i sistemi base di videoconferenza usati forniscono una videocamera che riprende il musicista e uno schermo che ripropone a video i musicisti in remoto, registrati a loro volta dalle loro telecamere. In questi ambienti il medium dello spartito viene lasciato all’uso locale, non vi è solitamente alcun tipo di interazione condivisa, ogni performer ha la sua parte sul leggio e se si deve iniziare a suonare da una battuta o un punto in particolare del brano ci si deve accordare verbalmente. Da qui nasce praticamente spontanea l’idea di supportare digitalmente e cooperativamente l’interazione sullo spartito così da aumentare la sensazione di immersione e migliorare la comunicazione tra i performer”. Musicista, esperto di network music e informatica musicale, Pietrocola dice di voler “ridurre le distanze uomo-macchina” sposando peraltro l’open source.

Quali i limiti della ricerca?

Nel nostro Paese – afferma Agnese Sbrollini – la ricerca è purtroppo sottovalutata: viene poco finanziata e supportata. E questo è un limite che difficilmente si può superare se non con l’appassionarsi a ciò che si fa per lasciare un’impronta e far comprendere agli altri il valore del nostro lavoro”.

D’accordo su questo punto anche Luca Coviello: “In questa situazione capisco i ricercatori che cedono a proposte di altri Paesi e lasciano l’Italia”.

Sono nuovo nel panorama della ricerca – afferma infine Enrico Pietrocola – ma la percezione è che ci siano ottime proposte da parte di molti ricercatori a fronte di fondi disponibili insufficienti”.

Un peccato, insomma.

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