Polveri fotoluminescenti per una produzione di piante più veloce e sostenibile

Coltivare ortaggi e verdure biologiche, ma anche erbe aromatiche e officinali, garantendo una crescita fino a 3 o 4 volte più veloce, grazie a delle polveri fotoluminescenti inglobate nei vetri della serra, così da convertire la luce solare in frequenze luminose molto vicine ai picchi della fotosintesi clorofilliana e emettere la luce accumulata durante la stimolazione in un tempo più lungo rispetto a quello durante il quale sono illuminate dal sole. E’ il cuore dell’innovativo brevetto Serranova, premiata di recente come la miglior startup del settore green in Italia alla 70esima edizione del salone internazionale del florovivaismo di Padova.

L’innovazione si basa sul fatto che in natura esistono alcuni pigmenti “foto convertitori” in grado di convertire alcune frequenze della luce solare o di una particolare luce artificiale in altri tipi di frequenze, nello spettro visibile tra i 400 e 700 nanometri. Una particolare mescola di questi pigmenti foto-convertitori, come certificato dalla Facoltà di Agraria di Modena-Reggio Emilia, converte la luce solare in frequenze luminose molto vicine ai picchi della fotosintesi clorofilliana, stimolando in maniera significativa la crescita delle piante. Con questo sistema si aumenta il livello di produzione (cioè una riduzione dei tempi di maturazione degli ortaggi) con crescita superiore alla media in condizioni standard.

Il suo inventore, l’architetto Stefano Chiocchini, parla di sistema Serranova, perché il progetto non si è fermato ai “vetri convertitori” realizzati inglobando le polveri fotoluminescenti. Un innovativo sistema di depurazione dell’aria, che si ispira al principio basato sul fenomeno naturale della pulizia dell’aria per l’effetto della pioggia durante un temporale, protegge le piante dagli attacchi di parassiti e malattie più comuni senza dover ricorrere alla difesa chimica. In pratica, l’acqua attraversando l’aria spinge a terra tutte le particelle in sospensione nell’aria stessa, sia pollini che batteri, dando vita ad un processo di depurazione naturale senza interposizione artificiale di materiali o sostanze chimiche.

Tutte intorno alla vetrate sono posizionate delle scaffalature verticali per le piante in accrescimento, coltivate su un vaso che contiene un sistema biologico/biodinamico con miscela di torba e cocco unita a fertilizzanti organici di origine biologica con uso di micorriza e trichoderma. La micorriza porta ad un aumento dell’apparato radicale mentre il trichoderma è un fungo in simbiosi con le piante che, tramite l’apparato radicale, innesca un’azione  antagonista contro le malattie di origine fungina. Con questo metodo si ottiene, ad esempio, un aumento di circa il 20-25% espresso in brix riferito agli zuccheri in un pomodoro ed un aumento di contenuto in olii essenziali sulle aromatiche (basilico, menta) di un + 20%.

La serra è dotata anche di un sistema di ottimizzazione dell’uso dell’acqua: vasche di accumulo, posizionate al di sotto delle scaffalature dove sono collocate le piante, sono utilizzate per la raccolta delle acque piovane provenienti dalla copertura superiore della vetrata che, nei periodi di pioggia, fa immagazzinare l’acqua al loro interno. Le vasche permettono di ottimizzare l’uso dell’adduzione dell’acqua necessaria al rabbocco che risulta utilizzata per lo più nei soli mesi caldi a causa dei periodi siccitosi e per la compensazione dell’evaporazione. L’acqua utilizzata per l’irrigazione ad immersione viene poi riaccumulata dopo l’uso nelle vasche di raccolta, tra di loro collegate, nelle quali viene pescata da una pompa e riutilizzata previo filtraggio e depurazione con sistema ad osmosi inversa. Il concime naturale biologico non finisce nelle falde, ma è dato in piccole dosi e non provoca inquinamenti al terreno (Sistema a Ciclo Chiuso).

La serra è anche energeticamente autosufficiente, con il collegamento della parte tecnologica a un sistema fotovoltaico per la produzione di energia in autosufficienza. I moduli fotovoltaici che possono essere posizionati nei pressi della serra possono servire per gestire il sistema domotico che tiene in funzione l’illuminazione interna ed i led fluorescenti nonché la macchina per il trattamento aria e la pompa per l’irrigazione ed il ricircolo dell’acqua. Completa il tutto un sistema di accesso controllato con sistema a scheda elettronica e il controllo dell’accrescimento e di tutte le condizioni interne alla serra anche da remoto.

Da architetto – spiega Stefano Chiocchini – non posso non sottolineare che Serranova è realizzata con un sistema di pallettizzazione del prodotto che permette il montaggio e lo smontaggio, facilitando i trasporti nazionali ed internazionali e la sua installazione in tempi rapidissimi, assimilabili a quelli di un prefabbricato. La serra può essere utilizzata come orto a metri zero, sia per l’autoproduzione che per la produzione a fini di vendita, ma anche per situazioni condominiali, parchi urbani e di quartiere a servizio degli abitanti, per singoli privati che, pur residenti in città, abbiano una piccola zona a disposizione per coltivare in modo Total Green & Pure Bio i propri ortaggi e le proprie verdure“.

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