Smart Farming in viticoltura per SDG 2

L’applicazione della Smart Farming nel vigneto permette di controllare e gestire le esigenze specifiche delle singole piante, valorizzandone le loro potenzialità, anche in aziende con estensioni molto vaste in cui non è possibile conoscere tutti i campi palmo a palmo. La Smart Farming non allontana l’uomo dal contatto con la terra e le piante, ma fornisce invece degli strumenti per comprenderle meglio.

Gli strumenti a disposizione del viticoltore “smart” sono molteplici. Tra i principali ci sono quelli per la georeferenziazione dei campi e per lo smart scouting, gli indici calcolati da satellite o da drone, che descrivono vigoria, stress idrico o clorofilla; i dati meteo da stazioni meteo fisiche o virtuali, oppure da previsioni meteo accurate e i modelli previsionali di fenologia, fitopatie, fabbisogno irriguo e nutrizionale.

In un vigneto “smart” dunque, per ogni operazione colturale, tecnici e agricoltori hanno a disposizione un supporto concreto per ottimizzare gli interventi colturali come potatura, concimazione, irrigazione, gestione delle fitopatie e raccolta.

Potatura

L’azienda può decidere il momento ottimale in cui eseguire la potatura mediante le previsioni meteo. I modelli previsionali della fenologia permettono inoltre di stabilire quando sta per avvenire la ripresa vegetativa, ed affrettare gli interventi se necessario.

Gli indici di sviluppo vegetativo e di vigoria dell’anno precedente, come NDVI, LAI, EVI, WDRVI, consentono invece di identificare le aree che hanno avuto vegetazione più intensa nell’anno precedente, per guidare l’intensità dell’intervento di potatura.

Concimazione

La vite è una coltura particolarmente sensibile alle carenze nutrizionali. Gli indici di clorofilla possono essere utilizzati per identificare le aree clorotiche, mentre gli indici di vigoria per quelle con vegetazione stentata. Le osservazioni in campo permettono di definire le cause delle clorosi e della bassa vigoria, e verificare l’eventuale carenza di micro o macronutrienti.

Anche i modelli previsionali possono supportare gli interventi di concimazione: il bilancio nutrizionale, opportunamente parametrizzato per la vite, permette un calcolo del fabbisogno nutrizionale specifico del vigneto, considerando tutte le caratteristiche ambientali e di gestione come la concimazione dell’anno precedente, la produzione attesa, la modalità di gestione del suolo o l’andamento stagionale. Il modello permette di somministrare una dose di concimazione ottimale, senza sprechi.

L’integrazione tra indici di vigoria e modelli previsionali genera mappe di prescrizione di ultima generazione, capaci di definire in modo accurato la quantità di fertilizzante necessaria in ogni area del campo.

Irrigazione

Gli indici di stress idrico, calcolati da satellite, possono supportare l’identificazione delle aree con maggior fabbisogno irriguo. Nel caso della vite, è particolarmente importante identificarle, in quanto queste aree possono corrispondere alle zone con maturazione più precoce, e maggiore accumulo di zuccheri. Per quantificare lo stress idrico, tuttavia, è bene considerare il risultato del calcolo dei modello di bilancio idrico, che permette di quantificare i millimetri di acqua necessari alla pianta per raggiungere lo stato ottimale. Infatti, mentre uno stress idrico controllato può avere un effetto positivo sull’accumulo di zuccheri, e quindi sulla qualità del vino, uno stress idrico eccessivo può provocare danni alla coltura.

Gestione delle fitopatie

Per ottimizzare il monitoraggio delle fitopatie e intervenire tempestivamente, l’agricoltore ha a disposizione i modelli previsionali che quantificano il rischio di infestazione da parte dei patogeni fungini, oppure lo stadio fenologico in cui si trovano insetti dannosi, come la tignoletta, per valutarne la pericolosità. Queste informazioni sono essenziali per ottimizzare il monitoraggio in campo, in quanto i viticoltori possono eseguire monitoraggi più serrati se il modello previsionale indica un alto rischio di sviluppo di una fitopatia, oppure la presenza di insetti in uno stadio fenologico dannoso per la pianta. I modelli previsionali possono essere utilizzati unitamente agli indici di clorofilla e di vigoria per eseguire osservazioni mirate. Infatti, se una zona risulta improvvisamente clorotica o vi si rileva un improvviso abbassamento della vigoria, è probabile che in quella zona si sia sviluppato un focolaio di una determinata patologia.

Raccolta

Definire il momento giusto per la raccolta è fondamentale per ottenere un buon risultato finale. Per questo, il calcolo degli indici di maturazione fornisce un valido supporto. Tra gli indici di maturazione più diffusi vi sono gli indici di Huglin e Winkler, il cui valore ottimale al momento della maturazione dell’uva è tipico per varietà, e può essere differente anche a seconda della zona di coltivazione. Insieme all’indice di maturazione, è utile eseguire un monitoraggio in campo dei principali parametri qualitativi, come percentuale di zuccheri, pH e acidità. Il monitoraggio può essere eseguito più volte a ridosso della fase di maturazione dell’uva, suggerita dal modello fenologico. In fase di monitoraggio è possibile georiferire i punti di campionamento, in modo da identificare zone omogenee per qualità dell’uva e tempi di maturazione.

Queste tecnologie, già diffuse nel settore vitivinicolo, permettono di gestire l’azienda in maniera sempre più efficiente e sostenibile sia da punto di vista economico che ambientale.

 

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