Il digitale al tempo del Coronavirus quanto aiuta?

Il sogno digitale è un po’ come il sogno futurista. Nulla frena la rivoluzione della velocità, della messa in relazione, della trasformazione continua. Digitale è virale, nel bene e nel male. Le trasformazioni digitali sono la porta verso un nuovo mondo di opportunità, ma anche la paura per l’utilizzo distorto degli strumenti digitali, la violenza che può essere chirurgica e amplificata dall’utilizzo della rete.

La drammatica situazione che sta attraversando l’Italia come avanguardia nella lotta al contagio del coronavirus ci rende però molto più consapevoli della pervasività della rivoluzione digitale, che forse non è nemmeno più tale nel momento in cui le sue componenti elementari fanno ormai parte di usi e costumi quotidiani per la grande maggioranza dei cittadini.

#iostoacasa è sintesi di una nuova comunicazione, i flashmob che nascono sui social e le videoconferenze di gruppo sono nuove forme di assembramento e socializzazione. Il tutto abilitato da una Rete che ci può dare la banda che serve e ci fa scoprire che lo smart working potrebbe forse coinvolgere la maggioranza dei colletti bianchi, ma in uno scenario futurista anche oltre.

Alla ricerca di numeri per capire cosa ci sta realmente accadendo si trova un interessante esempio dell’utilizzo attuale degli strumenti digitali, da quelli più elementari a quelli potenzialmente più innovativi.

Visitiamo dunque il sito del Ministero della Salute italiano.

Excel e l’Italia

Il primo strumento digitale che è alla base della comunicazione quotidiana delle ore 18.00 è uno strumento di produttività individuale ormai “vecchio”, ma sempre attuale, vale a dire il mitico foglio excel.

Nove colonne, l’unione delle celle per le intestazioni, dati e sintesi. Quattro colori, dal triste sfondo grigio al drammatico rosso dei decessi e al verde speranza dei guariti, con la prevalenza del giallo, scelto per evidenziare l’articolazione dei casi positivi in trattamento. Il tutto si completa con il numero di tamponi, l’universo di riferimento e una tabellina di sintesi che riprende i dati in realtà già presenti nella tabella principale.

Con excel si può sempre andare oltre, ma la fame di comprensione porta a richiedere di più. Innanzitutto, si potrebbe aggiungere il vero numero che aspettiamo tutti, la sequenza dei numeri che ci mostrerà il punto inversione. “Inserisci” una figura con una linea di tendenza, una percentuale.

I numeri senza controllo possono non bastare per soddisfare la fame di comprensione.

Il mondo in una mappa

Questa informazione in realtà la trovi dove meno te lo aspetti, vale a dire nelle “mappe” (raggiungibili attraverso agili link), altra poderosa innovazione digitale per la visualizzazione delle informazioni. In fondo siamo tutti un pallino, più o meno grande, all’intero di uno spazio fisico, da zoomare in varia misura. Con tanto di possibilità di download. E allora scopriamo quello che non vorremmo trovare e che forse per non suscitare ulteriore allarme non ci viene di norma rappresentato. Dall’inizio del contagio, ogni giorno presenta un numero di nuovi casi superiore al giorno precedente, con pochissime eccezioni. 2.853 del 15 marzo, contro 2.795 del giorno precedente. La differenza tra progressioni aritmetiche e geometriche.

Di mappa in mappa, dall’Italia al Mondo, dai nostri pallini a quelli degli altri. Un aggiornamento in tempo quasi reale, tanto che è facile imbattersi nel messaggio “We are currently updating our dashboard. Thank you for your patience”. Le mappe dell’organizzazione mondiale della Sanità ci mettono in relazione con i singoli Paesi del mondo. La triste classifica della dimensione assoluta del fenomeno. Un’Italia cuore pulsante e sofferente nel Vecchio continente.

Morire con e per

Un ultimo aspetto che è passato a lungo inosservato è la potenza, molto analogica, delle parole. In effetti, guardando ai numeri che sono ormai apparentemente analitici e continuamente aggiornati ci si può chiedere se gli oggetti che vengono misurati sono gli stessi. Mentre la dinamica della propagazione del virus sembra seguire delle dinamiche (pendenze) tristemente simili, la mortalità è molto differente a seconda dei Paesi. La distinzione tra concausa e causa principale o esclusiva porta al macabro balletto dei numeri.

#iostoacasa, chissà per quanto.

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