Il ruolo delle tecnologie nel favorire l’inclusione delle persone con disabilità

In occasione della giornata internazionale delle persone con disabilità, vediamo come si possono usare le tecnologie digitali per favorire l'inclusione e per migliorare la qualità della vita

A partire dai dati forniti dall’Istat, in Italia sono 3 milioni e 100 mila le persone con disabilità fisiche, il 5,2% del totale della popolazione. Tra queste, oltre 600 mila vivono in condizioni di isolamento, senza reti d’aiuto sulle quali poter contare nel caso di necessità.

In generale, il quadro realizzato dall’Istat evidenzia come in termini di accessibilità esista ancora una sostanziale differenza rispetto al resto della popolazione, accentuata dalla mancanza di strutture in grado di favorirla: per fare un esempio, sempre sulla base del rapporto dell’Istat, solo il 37,5% dei musei italiani possiede strutture in grado di favorire l’accesso a persone con disabilità.

Questi dati pongono importanti spunti di riflessione, riguardo l’importanza di implementare strategie e azioni volte a favorire una maggiore inclusione. D’altra parte, la centralità dell’argomento è confermata dal suo essere parte integrante degli Obiettivi di Agenda 2030: in particolare, l’obiettivo 10, nel suo specifico target 10.2, esprime l’importanza di potenziare e promuovere l’inclusione sociale, economica e politica di tutti, a prescindere da fattori come la disabilità.

In questa direzione, non si può – e non si deve – prescindere da una riflessione sull’utilità delle tecnologie. Nel corso degli anni, infatti, la digitalizzazione ha consentito di registrare importanti progressi in favore di un miglioramento delle condizioni di vita delle persone con disabilità, lasciando intravedere anche importanti margini di perfezionamento.

In questo articolo evidenziamo alcune tra le più significative tecnologie che possono rendere il digitale un importante strumento di integrazione.

BrainControl Avatar: le potenzialità della Brain Computer Interface

La Brain Computer Interface (BCI) è sicuramente tra le tecnologie maggiormente sperimentate in questo campo, grazie alla sua potenziale capacità di offrire un importante sostegno in attività quotidiane altrimenti difficoltose per persone con gravi disabilità fisiche.

Ciò che questa tecnologia fa è, essenzialmente, permettere alle persone con disabilità di utilizzare l’attività celebrale per controllare dispositivi esterni, così da consentire alla persona di riacquisire autonomia.

Oltre a garantire un aiuto nelle attività di tutti i giorni, questa tecnologia è in grado di favorire l’inclusione delle persone con disabilità anche in attività altrimenti difficoltose da realizzare. Un chiaro esempio in questo senso è quello di BrainControl Avatar, un servizio implementato dal Museo Santa Maria della Scala di Siena per permettere alle persone con disabilità di accedere agli spazi espositivi attraverso un avatar robotico teleguidato: la tecnologia BCI interpreta le onde cerebrali generate dal movimento immaginato, permettendo non solo l’accesso alle esposizioni, ma un’esperienza totalmente immersiva nell’ambiente circostante.

Hannes: l’innovazione delle protesi attive

Allo stesso modo, la digitalizzazione negli ultimi anni ha compiuto passi da gigante anche per quanto riguarda la protesica. Infatti, le protesi per così dire tradizionali sono state migliorate, ottimizzate, talvolta totalmente ripensate nella loro natura attraverso la tecnologia digitale: si comincia infatti a parlare di protesi attive, alimentate direttamente dal corpo, in grado di facilitare lo svolgimento delle azioni quotidiane per coloro che le utilizzano.

In questo senso, le protesi permettono di svolgere le attività di tutti i giorni direttamente e grazie agli stimoli provenienti dal cervello della persona che va ad utilizzarle. Un esempio virtuoso, anche in questo caso italiano, è quello della mano protesica Hannes, sviluppata dal Rehab Technology Lab, laboratorio nato dalla collaborazione tra Inail e Istituto Italiano di Tecnologia: progettata per essere più simile possibile ad una mano reale, per far si che non venga percepita come estranea al corpo, la mano protesica è in grado di restituire la gestualità e la naturalità dell’arto. Il suo sistema di controllo mioelettrico sfrutta, attraverso sensori di superficie, i segnali elettrici provenienti dalla contrazione del muscolo della parte residua dell’arto, permettendo quindi alle persone che vanno ad utilizzarla di muoverla, appunto, semplicemente pensando ai movimenti desiderati.

Quello delle protesi, come dimostra l’esempio di Hannes, è un campo in cui l’innovazione dimostra di avere un ruolo centrale e decisivo, evidenziando infatti le potenzialità della tecnologia nel contribuire ad un concreto miglioramento delle condizioni di vita delle persone che vanno ad utilizzarle.

Scewo Bro: l’inclusione a partire dall’accessibilità

Altro campo in cui l’innovazione ha le potenzialità per ricoprire un importante ruolo nel favorire maggiori possibilità di inclusione per le persone con disabilità è quello delle sedie a rotelle.

L’evoluzione, soprattutto per quanto riguarda le sedie a rotelle elettriche, ha sicuramente apportato un contributo al miglioramento delle condizioni di vita delle persone con disabilità, in particolare dal punto di vista dell’autonomia e della mobilità. D’altro canto però, come si è visto in precedenza dal rapporto Istat, in molti casi alcune attività quotidiane possono, per mancanza di strutture, diventare inaccessibili per le persone che hanno la necessità di una sedia rotelle: è fondamentale che l’innovazione si muova in tal senso, alla ricerca di soluzioni innovative in grado di permettere alle persone con disabilità di muoversi con altrettanta indipendenza e facilità sulle proprie sedie a rotelle, superando ostacoli in alcuni casi altrimenti difficili da superare.

La startup svizzera Scewo è in questa direzione una realtà particolarmente significativa. Il suo obiettivo è quello di migliorare le condizioni di vita delle persone in sedia a rotelle, aumentando le loro possibilità e permettendogli accesso a luoghi in precedenza inaccessibili. È in quest’ottica infatti che è stata realizzata Scewo Bro: una sedia a rotelle che, attraverso le sue tecnologie all’avanguardia e la sua facilità di movimento permette, tra le altre cose, di salire e scendere le scale in completa autonomia.

È fondamentale quindi, sulla scia di questi esempi virtuosi, continuare a pensare sempre a nuove soluzioni in grado di facilitare ed agevolare la vita e le azioni quotidiane delle persone con disabilità, seguendo il principio delle pari opportunità: anche in funzione di questo obiettivo, l’innovazione e le tecnologie sembrano poter tracciare la strada da seguire.

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