L’implementazione delle tecnologie per la sanità tra fiducia e insicurezze

La pandemia ha portato, in molti casi, una rivalutazione del contributo delle tecnologie nel contesto sanitario: uno studio a livello europeo ha evidenziato il livello di fiducia e di insicurezza degli individui rispetto al loro utilizzo

Cresce l’attenzione per i trattamenti medici “a distanza”. La pandemia, tra i suoi catastrofici effetti, ha avuto quello di accelerare il processo di digitalizzazione in tutti i settori tra i quali, ovviamente, c’è quello sanitario. Situazione, questa, particolarmente evidente nel nostro Paese, in cui il Ministero della Salute ha considerato necessario  – a ragione – regolamentare i requisiti minimi da rispettare per le iniziative di Telemedicina, con un documento pubblicato a fine 2020 denominato, appunto, “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in Telemedicina”, e di cui abbiamo parlato nei giorni scorsi qui su TechEconomy2030.

Chiaramente però, il nostro Paese non è un’eccezione. Le paure e, soprattutto, le conseguenze della pandemia sono notevoli a livello globale, ed hanno contribuito a modificare gli animi e le convinzioni degli individui, portando in molti casi ad una rivalutazione di quello che può essere l’apporto – in termini di inclusione ma anche di riduzione della paura di infezione – dei trattamenti a distanza offerti tramite le tecnologie digitali.

Un cambiamento di rotta, questo, che è reso evidente anche da molte ricerche che hanno, soprattutto nell’ultimo anno, affrontato l’argomento. Tra queste, un interessante studio condotto dal Gruppo Stada, l’Health Report 2020, ha provato, tra gli argomenti trattati, ad inquadrare questa situazione. L’analisi, condotta su 12 Paesi europei e 24mila rispondenti, ha evidenziato la fiducia – e le insicurezze – dei cittadini europei rispetto all’utilizzo delle tecnologie nel contesto sanitario.

Aumenta la fiducia da parte degli europei per l’utilizzo delle tecnologie in ambito sanitario

La pandemia ha cambiato, a livello generalizzato, la visione sul tema della salute. La medicina “tradizionale” registra, si legge nel report, un aumento generalizzato del livello di fiducia, con un 70% dei rispondenti rispetto al 64% dello scorso anno. Tuttavia, com’è ormai chiaro, l’utilità delle tecnologie diventa evidente non in sostituzione dei processi tradizionali, ma piuttosto nell’integrazione e nell’efficientamento di quelli esistenti. Infatti, parallelamente, 7 persone su 10 accetterebbero di ricevere trattamenti “via webcam”, evidenziando un forte aumento rispetto al 54% registrato nel 2019: in testa a questa classifica c’è la Spagna, con l’82% (+21% rispetto al 2019), seguita proprio dall’Italia con il 79% (+28%) e dal Belgio con il 58%(+21%).

In questa direzione, per esempio, il 40% degli europei intervistati utilizzerebbe un’app sanitaria sul proprio smartphone, che sia in grado di trasmettere i dati più importanti al proprio medico, risparmiando così il tempo necessario per un controllo: per il 42% degli italiani, ad esempio, il principale vantaggio è quello di poter tenere costantemente sotto controllo la propria salute.

Risolvere i problemi di fiducia nel digitale, grazie al digitale

Nonostante ciò, le maggiori paure che potrebbero “frenare” un trend che sembra essere in crescita provengono da uno dei temi più dibattuti per quel che riguarda l’utilizzo delle tecnologie in questo campo, quello della sicurezza del dato. Infatti, anche se il 56% degli europei intervistati approva, ad esempio, il promemoria digitale di un appuntamento, in altri casi si guarda al problema della sicurezza con maggiore apprensione: in questo senso, la maggiore sfiducia arriva dalla Germania, dove la preoccupazione per la sicurezza del dato tocca quota 17% superando la media europea, attestata invece sull’11%.

Anche se, come detto, il digitale sta diventando sempre più pervasivo anche in quest’ambito, quello della fiducia resta un problema importante e che necessita di particolari attenzioni. In questo contesto, è proprio la questione della fiducia a rendere difficile, ad esempio, la consegna online dei farmaci: 4 persone su 5 preferirebbero infatti ricevere i farmaci esclusivamente tramite il farmacista o il corriere della farmacia, mentre il 40% non sa di avere la possibilità di acquistarli tramite farmacie online. Attività sui rischi della quale, peraltro, si dovrà tornare con grande attenzione. Come si legge nel report, la maggioranza teme di ricevere farmaci contraffatti, e un europeo su tre teme i loro potenziali effetti sulla propria salute.

Un problema che però, quasi paradossalmente, può trovare la propria soluzione proprio grazie alle tecnologie: la blockchain, ad esempio, attraverso il tracciamento dei farmaci lungo l’intera supply chain può garantire sulla loro identificazione e veridicità, prevenendo allo stesso tempo la circolazione e l’acquisto di quelli contraffatti.

Investire nella digitalizzazione dei sistemi sanitari è una priorità, ora più che mai. Nonostante, come emerge dal report, in Europa l’atteggiamento nei confronti delle tecnologie sia complessivamente positivo, non sono molto rari i casi in cui a queste si guarda ancora con diffidenza. Le tecnologie ci sono, e le loro potenzialità sono molte, ed è necessario implementarle affinché rappresentino per gli individui un concreto valore aggiunto in termini di inclusione, sicurezza ed efficientamento dei processi.

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