Monitorare le performance di sostenibilità aziendale con l’aiuto del digitale: intervista ad Ada Rosa Balzan

La tecnologia è ormai uno strumento imprescindibile per l’implementazione ed il monitoraggio delle performance di sostenibilità aziendale. Ma per supportare la sostenibilità digitale, servono formazione e infrastrutture adeguate: ce ne parla Ada Rosa Balzan, Founder e CEO di ARB SpA

Nell’ormai consueto appuntamento del giovedì con Sustainability Talk, la nostra nuova ospite è Ada Rosa Balzan: appassionata di sostenibilità fin dai banchi universitari, oggi è un’esperta di strategie di sostenibilità per aziende ed enti pubblici, e dal 2015 Responsabile nazionale dei progetti di sostenibilità in Federturismo Confindustria. Dal 2016 è Founder e CEO di ARB SpA, una startup innovativa che unisce un team di esperti di sostenibilità e di rating che si propone come partner per lo sviluppo di progetti di sostenibilità sia per piccole medie imprese, che per grandi multinazionali. Insieme al suo team, Ada Rosa Balzan ha creato il SI Rating, un algoritmo basato su strumenti internazionalmente riconosciuti che aiuta le organizzazioni a monitorare e comunicare correttamente la sostenibilità, e propone una valutazione delle performance ESG e dei 17 obiettivi delle Nazioni Unite.

Consapevolezza della sostenibilità in crescita, ma tendente al green

Quello della sostenibilità è un tema che, oltre la conoscenza teorica degli aspetti sistemici che lo riguardano, che è fondamentale, richiede anche per le aziende la consapevolezza dei cambiamenti che la sua traduzione in azioni comporta sul modello di business. A questa visione, secondo Ada Rosa Balzan, “ci stiamo avvicinando. Nel contesto italiano, infatti, soprattutto a partire dal periodo pandemico, c’è stato un aumento di consapevolezza rispetto alla necessità ed all’urgenza di inserire elementi di sostenibilità all’interno delle strategie aziendali.

Questa maggiore attenzione la si può vedere anche dall’importanza che si da’ alla ricerca ed alla produzione di informazioni su queste tematiche: in Italia ad oggi vengono prodotte in un giorno, dall’online all’offline, la quantità di informazioni che fino ad un quinquennio fa coprivano l’arco di un anno intero. Tuttavia, occorre sottolineare che, nonostante questa consapevolezza sia effettivamente in crescita, è ancora in fase di consolidamento: guardando infatti alle aziende italiane, anche per la maggior parte delle realtà più strutturate, la sostenibilità è ancora sinonimo di green. Il tema è però molto più ampio e, anche se la percezione sistemica del tema si sta cominciando ad ampliare, ad oggi il collegamento mentale immediato è ancora prettamente quello ambientale”.

Per la sostenibilità digitale la teoria non basta

Ma il periodo pandemico non ha avuto solo l’effetto di aumentare l’attenzione e la consapevolezza nei confronti della sostenibilità, ma anche verso quegli strumenti che la sostenibilità sono in grado di abilitarla: le tecnologie digitali. “Sicuramente quello che abbiamo passato ha sottolineato l’importanza della tecnologia nel nostro quotidiano, dalla possibilità che ci ha fornito nel portare avanti le nostre attività lavorative, fino agli aspetti più personali, legati ad esempio alla socialità nel mantenere un contatto con i nostri amici e parenti anche distanti: aspetti, questi, strettamente collegati alla sostenibilità”.

Per le aziende, in particolare, il digitale è oramai uno strumento fondamentale in grado di sostenere la messa in pratica di azioni volte alla sostenibilità, in tutte le declinazioni del tema. E per costruire consapevolezza diffusa intorno a questo concetto, intorno alla sostenibilità digitale, per Ada Rosa Balzan “il primo step necessario è quello culturale. Creare cultura rispetto alla sostenibilità ed alla digitalizzazione, che sono due tematiche che, se messe insieme, forniscono un plus vincente. In Italia, se pensiamo in particolare alla fascia d’età che va dai cinquant’anni in su, siamo ancora poco ‘digitali’: è quindi fondamentale creare i presupposti per un empowerment delle competenze in questi ambiti, portando tutti ad un buon livello di conoscenza sulla digitalizzazione e sulla sostenibilità.

Per fare questo, però, non è sufficiente la sola teoria, ma serve creare dei momenti formativi molto più pragmatici. Ad esempio, quando vent’anni fa ho iniziato ad occuparmi di sostenibilità, questo era un concetto molto astratto, più una sorta di codice etico. Oggi serve invece fare in modo che cali nelle strategie e nell’applicazione quotidiana delle aziende, e questo avviene grazie all’utilizzo della tecnologia”.

Il SI Rating, matrimonio tra sostenibilità e digitale

In che modo, quindi, la tecnologia può concretamente contribuire a “trasportare” la sostenibilità da una dimensione prettamente concettuale al più decisivo atto pratico? “In particolare, la tecnologia è di grandissimo supporto, e anzi direi imprescindibile, nel monitoraggio dei dati riguardanti la sostenibilità, non soltanto per quanto riguarda l’impatto ambientale, quindi ad esempio le emissioni di CO2, la gestione idrica e quant’altro, ma nel più ampio quadro ESG, quindi anche aspetti sociali e di governance.

In questo senso il nostro algoritmo, il SI Rating, credo che rappresenti un buon esempio del ‘matrimonio’ tra la sostenibilità e il digitale. Sono infatti convinta che non avrebbe avuto la medesima efficacia se non fosse stato trasformato e tradotto su una piattaforma digitale che, anche nel periodo pandemico, ha consentito tanto alla piccola azienda, quanto alla multinazionale, di avere accesso al proprio assessment, e di monitorare le proprie performance avendo indicazioni molto precise di miglioramento”.

Ma non solo: se infatti il monitoraggio degli aspetti ambientali, sociali e di governance è in grado di rendere conto della “qualità” dell’azienda, delle sue performance in termini di sostenibilità, “la tecnologia diventa quindi uno strumento imprescindibile anche quando occorre fare valutazioni rispetto all’implementazione di nuovi modelli economici più sostenibili, come ad esempio la sharing economy o l’economia circolare: questo non soltanto per ciò che riguarda l’aspetto della condivisione, che in questo caso è fondamentale, ma anche come dicevo per il monitoraggio dei dati relativi alle performance, in ottica di sostenibilità e di valorizzazione economica”.

Dalla consapevolezza all’attuazione passando per le infrastrutture

I vantaggi dell’utilizzo del digitale per la sostenibilità sono quindi evidenti, ma il percorso che da questa consapevolezza porta all’attuazione non è certo immediato. Da questo punto di vista, se per le aziende è fondamentale, come specificato da Ada Rosa Balzan, investire sulla formazione e sul know how interno, “per far capire come la tecnologia sia in grado di efficientare i processi, sostenere il monitoraggio, così come la tracciabilità e la trasparenza delle informazioni, che sono punti cardini della sostenibilità”, un intervento ancor più decisivo dovrà arrivare da parte delle istituzioni. Questo, in particolare, “a partire dall’agevolare maggiormente l’infrastrutturazione. Ci sono ancora aree scoperte del nostro Paese, nelle quali non c’è la possibilità di avere una banda larga con cui lavorare nel quotidiano, e questo è stato particolarmente evidente nel periodo della pandemia. Per risolvere queste problematiche deve necessariamente intervenire un’entità pubblica, in modo da fornire un’infrastruttura tale da supportare l’implementazione della tecnologia. E questo, per favorire lo sviluppo della sostenibilità digitale, è fondamentale.

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