Come l’IoT può rendere sostenibili le catene di approvvigionamento

Le aziende potrebbero tracciare i loro prodotti o fornire servizi come water as-a-service grazie all’implementazione IoT. Rendere la supply chain intelligente, inoltre, significherebbe anche renderla sostenibile

IoT supply chain
Immagine distribuita da Piqsels

Con l’arrivo del coronavirus e l’esperienza pandemica molte aziende hanno imparato sulla propria pelle che le catene di approvvigionamento sono – pur essendo alla fine del processo di filiera – le prime ad essere colpite e anche quelle più vulnerabili, che risentono di tutta una serie di controlli e interruzioni dovute ai fattori più disparati. Un’efficace e completa raccolta di dati grazie all’IoT realizzata attraverso reti cellulari private “potrebbe aiutare le aziende non solo ad affrontare le sfide attuali, ma a prepararsi per la prossima”, secondo Per Treven, Manufacturing Business Development Director.

Infatti, in un mondo sempre più connesso, ma anche sempre più a rischio di future pandemie e siccità che già stanno portando a razionamenti vari, ad esempio, è necessario sviluppare la ricerca sull’IIoT, ovvero l’Industrial Internet of Things, perché le aziende che abbracceranno “l’Industria 4.0 possono sbloccare un nuovo capitolo nell’era digitale”. Uno dei modi per farlo è sviluppare e applicare tecnologie digitali per sostenere le catene di approvvigionamento.

Le lezioni apprese negli ultimi anni sono state difficili – e non si può tornare al modo in cui erano le cose”. I controlli che già vengono effettuati e quelli che sono stati introdotti a seguito della pandemia evidenziano come in futuro ci sarà sempre più bisogno di visibilità, trasparenza e sicurezza nella rete di approvvigionamento globale.

La chiave di tale visibilità è un flusso costante di dati in tempo reale. Le aziende hanno bisogno di un forte ecosistema di dispositivi connessi per raccogliere tali dati e di una rete di comunicazione affidabile, veloce e sicura per archiviarli, elaborarli e analizzarli, fornendo informazioni istantanee e attuabili. L’Internet of Things (IoT), in particolare le applicazioni Massive IoT, nonché un sottoinsieme dell’IoT più ampio denominato Industrial Internet of Thing (IIoT), saranno fondamentali per i produttori che andranno avanti. L’implementazione dell’IoT nella catena di approvvigionamento può essere uno strumento trasformativo. In combinazione con le reti cellulari private come motori che alimentano questo ecosistema di raccolta dati, la supply chain può essere più snella, più efficiente e più resiliente”.

Una trasformazione digitale in grado anche di ridurre i consumi e alimentare un ambiente intelligente e sostenibile, che consente alle aziende di svolgere un ruolo fondamentale, diventando socialmente e ambientalmente responsabili nell’affrontare queste sfide: “Nella logistica, l’IoT sta contribuendo a ridurre il 30% dello spreco di cibo a livello globale mentre si sposta dalla fattoria alla tavola, mentre nel settore automobilistico, le telecamere di sicurezza connesse consentono alle case automobilistiche di ridurre i tassi di incidenti di oltre il 20%”. Anche nell’ambito dei trasporti l’IoT può avere un impatto non indifferente, grazie all’implementazione di tecnologie digitali, al punto tale da meritarsi l’acronimo di Internet of Truck.

Ericsson, parlando di IoT, parla di un modello determinato da alcune caratteristiche peculiari, per il quale non è possibile agire su un elemento del sistema senza avere ripercussioni sugli altri. La sistematicità dell’Internet of Things applicato alla supply chain è dovuta alla creazione di un ecosistema necessario per far sì che la trasformazione digitale avvenga: reti avanzate di sensori, dispositivi di monitoraggio, robot automatizzati, droni ecc. Non solo, infatti “hai anche bisogno di persone – analisti che possano prendere decisioni informate basate sui dati e aiutare a sviluppare algoritmi per sfruttare al meglio tutto ciò che la tua rete IoT sta raccogliendo. Questa combinazione di dati che raccolgono un’analisi è il modo migliore per preparare le operazioni contro eventuali interruzioni della catena di approvvigionamento”.

La complessità di questo tipo di ecosistema sta anche nell’infrastruttura IoT che supporta queste tecnologie: “adattare il sistema giusto e la rete giusta al compito sarà cruciale”. Un esempio di soluzione IoT applicata alla supply chain è il monitoraggio della temperatura all’interno dei veicoli che trasportano merci: grazie all’utilizzo di determinati sensori è possibile infatti, “tracciare in tempo reale cose come pressione, umidità ecc”. I dispositivi IoT oltre al monitoraggio, sono in grado di “attivare regolazioni automatiche delle condizioni interne (appena elencate ndr) per proteggere l’integrità di ciò che viene trasportato”.

Solitamente, quando si pensa alle catene di approvvigionamento si pensa subito ai trasporti, ai grandi container che viaggiano su grandi navi, senza però ricordare che le merci contenute in quei container sono state fino ad allora in un luogo fisico, come ad esempio un magazzino o una fabbrica. Una rete di piccoli dispositivi intelligenti può aiutare le aziende a ridurre gli sprechi, a organizzare le proprie risorse in maniera più efficace e mirata, grazie ai dati che le vengono forniti in tempo reale. Un case study che Ericsson riporta nel suo blog è quello dello stabilimento intelligente 5G di Lewisville, in Texas:

Una soluzione digitale di tracciamento delle risorse si integra con i sensori della fabbrica per tracciare la posizione, le condizioni e lo stato delle risorse critiche, fornendo visibilità in tempo reale dei prodotti finiti nel piano di produzione. Il programma ha fornito un evitamento dei costi del 2-5% sugli articoli di acquisto di ricambio indiretti, fondamentale durante l’attuale carenza della catena di approvvigionamento”.

Anche monitorare le condizioni degli asset risulta essere un’altra area chiave per le aziende, perché “i problemi della catena di approvvigionamento globale rendono più difficile ottenere i pezzi di ricambio”. L’IoT può rendere la manutenzione predittiva più efficace “raccogliendo dati per determinare esattamente quando è necessario eseguire la manutenzione”, in questo modo, secondo una ricerca svolta da Ericsson, “i produttori possono ridurre il numero di pezzi di ricambio richiesti del 10% con il monitoraggio delle condizioni delle risorse”.

Tecnologie digitali e attori interagiscono con sempre maggior frequenza, e la sostenibilità digitale nell’IoT sta proprio nel suo utilizzo per lo sviluppo di un futuro sostenibile: “Insieme, utilizzando soluzioni come queste, tutte guidate da una combinazione di ecosistemi e abilitate da una solida connettività cellulare, i produttori possono sfruttare l’IoT nella catena di approvvigionamento per guidare l’ottimizzazione e sbloccare nuove possibilità di efficienza e sicurezza”.

Così l’Internet of Things permette di prendere scelte e decisioni avendo come riferimento il framework della sostenibilità, come schema interpretativo. Un altro case study sostenibile dove la “trasformazione digitale è in azione”:

Grundfos, con sede in Danimarca, ha iniziato a produrre e spedire pompe dell’acqua nel 1945. […] Ora sta lavorando con Ericsson per incorporare l’IoT nelle sue pompe perché, man mano che gli edifici commerciali e industriali diventano “intelligenti”, i gestori e i proprietari di edifici chiedono che ogni elemento della loro infrastruttura sia connesso. L’obiettivo di Grundfos non è solo quello di passare dalla vendita di pompe come hardware a pompe-as-a-service; l’obiettivo finale è fornire water-as-a-service: tutto reso possibile dalla digitalizzazione”.

Grazie all’ecosistema IoT creato per la gestione dell’acqua è possibile, infatti, effettuare un’analisi predittiva per cui Grundfos è in grado di determinare “non solo quando potrebbe essere necessario sostituire una pompa, ma anche come ottimizzare il flusso e l’erogazione di acqua”. In questo modo è possibile migliorare la qualità della vita delle persone e contribuire al raggiungimento degli obiettivi di Agenda 2030, come ad esempio l’Obiettivo 6: “Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie”.

“Si stima che il 10% di tutta l’elettricità utilizzata nel mondo oggi vada alle pompe, una cifra che scenderebbe al 6% se tutte le pompe integrassero tecnologie come l’IoT”

La trasformazione digitale come rivoluzione di senso, unita alla sostenibilità digitale per un futuro sostenibile si compiono, oltre a quanto detto finora, anche se, ad esempio, i dati che i dispositivi IoT raccolgono vengono condivisi. La sostenibilità in questo caso diventa tale se aziende che hanno un ottimo controllo sulle proprie operazioni, in grado di tracciare in maniera efficace i propri prodotti e monitorare le proprie spedizioni, estendano questa visibilità all’esterno: “Il passo successivo è estendere tale visibilità al di fuori dell’edificio di un’azienda alla più ampia catena di approvvigionamento, specialmente dal lato dei fornitori man mano che parti e attrezzature entrano nella struttura. Oltre a gestire più da vicino i materiali, ciò aiuterà le aziende nella prevenzione delle frodi in quanto sarà più facile individuare l’origine e l’autenticità delle merci”.

La pandemia ha contribuito ad un’accelerazione dell’implementazione di questa tecnologia. Come dimostra Cui X. E Iftekhar in un paper del 2021, alla tutela della catena del freddo, ad esempio, si è aggiunta l’esigenza di ridurre al minimo il rischio di trasmissione di coronavirus e di altri batteri, funghi e parassiti che possono essere presenti nella catena di approvvigionamento della carne congelata.

“Gli ultimi due anni hanno dimostrato ai produttori quanto siano vulnerabili le loro catene di approvvigionamento. Ottenere il controllo su ciò implica la visibilità e la trasparenza può essere guidata solo da dati significativi e di qualità, abilitati dall’IoT nella catena di approvvigionamento”.

Esistono però anche delle difficoltà da affrontare per far sì che l’implementazione di questa tecnologia sia veramente sostenibile: fiducia e sviluppo tecnologico. Due sfide che possono essere risolte solo andando a braccetto ­– si veda l’esempio di blockchain come “tecnologia della fiducia”.

Tutto questo porterà le aziende manifatturiere alla fase successiva della digitalizzazione: la prevedibilità”.

Se questa diverrà sinonimo di sostenibilità (digitale o meno) è una cosa tutta da vedere.

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