COVID-19: 10 SDGs su 17 hanno avuto impatti negativi

Doveva essere la decade dell’azione quella 2020-2030. I dieci anni nei quali si poteva accelerare per raggiungere i goal di Agenda 2030. I pochi mesi che hanno visto la rapida diffusione di COVID-19 hanno, però cambiato il panorama mondiale, trasformando un’emergenza di salute pubblica in una delle più grandi crisi internazionali mai conosciute.

10 SDGs su 17 sono stati condizionati negativamente dalla pandemia, 2 sono gli invariati e 5 quelli che ne hanno tratto beneficio, con progressi maggiori per i target incentrati su energia pulita e accessibile, innovazione e infrastrutture del settore e città e comunità sostenibili.

Il Rapporto sugli obiettivi di sviluppo sostenibile 2020 di Nazioni Unite mostra, anche attraverso una chiara storymap, come, per alcuni obiettivi in particolare, si fosse già in ritardo e si sia avuto un bel colpo (speriamo non di grazia, ndr) con l’emergenza sanitaria.

12 gli obiettivi di sostenibilità che secondo la lettura data da M&G, società di asset management leader a livello internazionale, sono in ritardo rispetto al termine del 2030, con particolare riferimento a quelli socio-economici.

Quali i goal colpiti da COVID-19?

1, povertà zero

Raggiunge quota 71 milioni le persone in condizione di povertà assoluta, con previsioni pessime per la povertà lavorativa che aumenterà esponenzialmente a causa della pandemia. La quota dei lavoratori che vivono in condizioni di estrema povertà è diminuita della metà nell’ultimo decennio: dal 14,3% nel 2010 al 7,1% nel 2019, ma c’è stato un rallentamento nel 2013 e uno stop con il 2020, quando ad aprile con il lockdown sono stati colpiti l’81% dei datori di lavoro e il 66% dei lavoratori autonomi, limitando gravemente posti di lavoro e reddito. I maggiormente penalizzati con la pandemia? Donne e giovani.

2, fame zero

La fame nel mondo e la malnutrizione sono aumentate e sono destinate ad aumentare ancora a causa del COVID. Sono quasi 690 milioni le persone denutrite nel 2019, in aumento di quasi 60 milioni rispetto al 2014. “Per mitigare le minacce poste dalla pandemia alle popolazioni vulnerabili – si legge nel report UN – i Paesi devono agire immediatamente per mantenere il flusso degli scambi, rafforzare le catene di approvvigionamento alimentare e aumentare la produzione agricola”. Nel 2020, saranno fino a 132 milioni le persone in più che potrebbero soffrire di denutrizione a causa del COVID-19.

3, salute e benessere

Fino alla fine del 2019, molti sono stati i progressi nell’ambito del settore salute, ma questo non era comunque sufficiente a raggiungere gli obiettivi prevista da Agenda 2030. La pandemia, oltre a causare una significativa perdita di vite umane, sta travolgendo molti sistemi sanitari, con molteplici servizi sanitari essenziali e interventi salvavita interrotti. In molti Paesi, la pandemia sta facendo scattare un allarme in termini di preparazione alle emergenze sanitarie, per impossibilità a fa fronte all’aumento della domanda di salute a causa della mancanza di operatori sanitari, attrezzature mediche e forniture.

4, istruzione di qualità

Erano più di 200 milioni i bambini che non avrebbero frequentato la scuola e solo il 60% dei giovani avrebbe completato l’istruzione secondaria superiore nel 2030 prima della pandemia. Con la chiusura delle scuole mirata a frenare la diffusione del virus, la stragrande maggioranza della popolazione studentesca mondiale si è vista privata di un diritto fondamentale che va a influire negativamente sui risultati dell’apprendimento e sullo sviluppo sociale e comportamentale dei bambini e dei giovani. Ci si aspetta una crisi dell’istruzione e una sempre più ampia disparità educativa.

5, uguaglianza di genere

L’obiettivo dell’uguaglianza, di un mondo dove le barriere legali, sociali ed economiche che impediscono alle donne una piena realizzazione è sempre più utopistico. Se è vero, infatti, che negli ultimi anni si erano fatti progressi per esempio nei matrimoni con le bambine e nelle mutazioni genitali femminili, con la crisi economica generata da COVID-19 a farne le spese saranno soprattutto le donne. Sono già in aumento le denunce di violenza contro donne e ragazze e potrebbero aumentare di nuovo spose bambine e MGF. “Inoltre – si legge nel report – è probabile che le donne assumano la maggior parte del lavoro di assistenza supplementare a causa della chiusura di scuole e asili nido. Sono ancora le donne quelle in prima linea nella lotta al coronavirus, dal momento che le queste rappresentano quasi il 70% degli assistenti sanitari e sociali a livello globale”.

6, acqua pulita e igiene

Sono miliardi le persone in tutto il mondo che non dispongono ancora di adeguati servizi igienico-sanitari. A fronte di questo, oggi più che mai, si rileva la necessità di un’azione immediata per migliorare l’accesso all’acqua e ai servizi igienici per prevenire l’infezione e contenere la diffusione di COVID-19. I Paesi dovranno affrontare sfide sempre crescenti legate alla scarsità d’acqua, all’inquinamento idrico e agli ecosistemi degradati e, se non con un’azione urgente e importante, i target del goal 6 non saranno raggiunti entro il 2030.

8, lavoro dignitoso e crescita economica

Potranno essere 400 milioni i lavoratori che perderanno il posto a causa della pandemia nel corso del 2020. La crisi economica generata dal COVID è tra le peggiori mai vissute porterà la crescita economica globale a un -4,2% nel 2020, dopo che l’economia globale aveva rallentato con la crescita più bassa dal 2008-2009. Non solo la pandemia potrebbe portare al più grande aumento della disoccupazione globale dalla seconda guerra mondiale, ma esiste anche un rischio reale per la sicurezza e la salute sul lavoro dei lavoratori e il possibile aumento di lavoro minorile. “Sono necessarie misure politiche urgenti per sostenere le imprese, aumentare la domanda di manodopera e preservare i posti di lavoro esistenti, soprattutto per i più vulnerabili, per raggiungere un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutte le donne e gli uomini”.

10, ridurre le disuguaglianze

La disuguaglianza esiste, si legge nel report, e il COVID contribuirà ad acuirla. A essere maggiormente colpite saranno proprio le persone più vulnerabili: bambini, anziani, disabili, persone povere, donne, immigrati rifugiati. Cresce il gap tra persone con redditi bassi e persone ricche: in tutti i Paesi, il 40% più povero della popolazione ha ricevuto meno del 25% del reddito complessivo, mentre il 10% più ricco ha ricevuto almeno il 20% del reddito totale. Per questo goal, una delle necessità urgenti è anche quella riferita ad una migliore raccolta dei dati che permetta di identificare le situazioni in cui i più poveri sono colpiti in modo sproporzionato dagli impatti economici di COVID-19.

12, consumo e produzione responsabile

Continuano a crescere i rifiuti, compresi quelli sanitari generati da COVID 19. Cresce anche la “global material footprint”, che dai 72,3 miliardi di ton del 2010 era arrivata a 85,9 del 2017 e che continua ad avere un trend in aumento. I miglioramenti nell’uso più efficiente e riuso delle risorse in alcuni Paesi sono compensati da aumenti dell’intensità di sfruttamento dei materiali in altri. C’è ancora, nel 2020, una quantità inaccettabilmente elevata di cibo viene persa lungo la catena di approvvigionamento. Il report ricorda come “la pandemia offre l’opportunità di sviluppare piani di ripresa che invertiranno le tendenze attuali e sposteranno i nostri modelli di consumo e produzione verso un corso più sostenibile”.

16, pace, giustizia e istituzioni forti

Sono più di 79,5 milioni le persone in fuga da guerre, persecuzioni e conflitti nel 2019. 1 bambino su 4 continua a essere privato dell’identità legale a causa della mancanza di registrazione alla nascita, limitando in questo modo i diritti. La pandemia minaccia di amplificare e sfruttare le fragilità in tutto il mondo. “Nel marzo 2020, il Segretario generale ha lanciato un appello per un cessate il fuoco globale immediato per aiutare nella fornitura di assistenza umanitaria e aprire canali per la diplomazia, in particolare per le persone più vulnerabili al COVID-19. La misura è stata accolta con sostegno, ma esistono ancora difficoltà di attuazione”.

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