L’acronimo IoT si potrebbe sciogliere anche in Internet of Trucks dove per “Internet dei Camion” si intende la possibilità di rendere questi ultimi più “intelligenti” abilitando funzionalità avanzate e aggiornamenti Over-the-air (OTA) – scambio di dati che consente aggiornamenti del software – e di trasformare anche camion più vecchi grazie all’implementazione di alcuni sensori. L’U.S. Census Bureau ha stimato che solo nel 2017 “i camion hanno trasportato merci per un valore di 10,4 trilioni di dollari, pari al 71,6% di tutte le merci spedite negli Stati Uniti”. Anche il sistema di autotrasporto sembra dover diventare sostenibile digitalmente – dove in questo caso si intende la direzione che questo sistema deve intraprendere adottando le tecnologie per soddisfare dei criteri di sostenibilità ambientale, economica e sociale: basti pensare alle trasformazione che la logistica delle consegne ha subito con la rapida crescita dell’e-commerce; o alle normative sempre più severe per cui le aziende di autotrasporti e i loro dipendenti sono tenute a rispettare – dai tachigrafi per monitorare l’orario di lavoro dei conducenti fino alla “rendicontazione delle imposte sul carburante” – tutti processi e operazioni gestiti nella maggior parte dei casi manualmente, rendendo tutto “ingombrante e costoso”. L’aumento del numero di connessioni IoT nei trasporti – stimato dai 100 ai 292 milioni in soli dieci anni (2020-2030) è forse da ricercare in quanto detto finora.
Perché l’80% dei veicoli commerciali dovrebbe essere connesso entro il 2030? Secondo il rapporto di Ericsson “il monitoraggio di camion e rimorchi può raccogliere dati sul consumo di carburante di ciascun veicolo, sulle pressioni degli pneumatici, sul tempo trascorso dall’ultima manutenzione e su molti altri indicatori chiave relativi alle risorse e alle prestazioni del camion. Le società ottengono risultati sui singoli veicoli e informazioni aggregate che forniscono informazioni sullo stato dell’intera flotta”. La digitalizzazione di intere flotte permette la trasformazione digitale dei trasporti: dove la connessione dei mezzi si connette alla capacità dei fleet manager di reinterpretare e il ruolo dei camion in una società che è rideterminata dall’evoluzione delle tecnologie, “sbloccando nuovi livelli di efficienza, sostenibilità e sicurezza per molti settori”.
Non è un caso, dunque, se uno dei paragrafi del documento è titolato “Understanding the Amazon effect. How supply chain models have adapted to meet new expectations”. In che modo adattarsi alle aspettative dei clienti ormai abituati al cosiddetto “effetto Amazon”? E cioè alla possibilità di avere tutto e subito con tempi di consegna che non vanno oltre i 2 giorni? Le aspettative dei consumatori sono cambiate e anche le altre aziende – o quelle incaricate da Amazon stessa per le consegne – devono “sviluppare e adattare soluzioni per soddisfare questi nuovi standard”. Non è questo il luogo in cui discutere del fatto se questi nuovi criteri o il cambiamento che ci ha travolto e a cui ci siamo abituati – forse troppo in fretta – siano corretti o meno a livello etico e di sostenibilità sociale. Qui si prende solo atto di un fatto e di un fenomeno che con la pandemia hanno stravolto (se non cambiato per sempre) il mondo del commercio online e non.
IoT e sostenibilità digitale: in che modo “l’internet delle cose” può migliorare il settore degli autotrasporti
L’evoluzione tecnologica abilitata dall’IoT offre molteplici esempi di sostenibilità e trasformazione digitale. Tracciamento delle risorse, ottimizzazione dello stato del camion e assicurazioni tailor-made sono solo alcune delle potenzialità che i veicoli connessi possono sviluppare. “Le innovative soluzioni telematiche della fleet abilitate dall’IoT […] consentono di tracciare le loro risorse e migliorare la loro gestione operativa per creare processi più efficienti ed economici e comportamenti di guida più sicuri ed ecologici a livello internazionale”.
Un esempio che dimostra come la trasformazione digitale impatti sui comportamenti individuali che vivono di questo processo trasformativo è quello del settore delle assicurazioni: i camion abilitati all’IoT possono “rendere l’assicurazione basata sui dati una realtà”, non calcolando l’assicurazione camion in base al tipo di camion, di merci trasportate, ai km percorsi e agli anni di guida del conducente; bensì attraverso l’utilizzo: “l’IoT consente alle aziende e agli assicuratori di misurare e gestire una gamma completa di metriche di guida sicura, tra cui frenata brusca, eccesso di velocità, accelerazione improvvisa e utilizzo delle cinture di sicurezza”. Tutto ciò si traduce in “un minor numero di sinistri per gli assicuratori e tassi migliori per le società di autotrasporti”.
Ericsson ha analizzato due case studies che ha definito ‘promettenti’, anche al fine di comprenderne l’impatto finanziario: il monitoraggio di camion e rimorchi e l’assistenza alla guida.
Il primo caso include la diagnostica e la manutenzione predittiva delle risorse, l’implementazione di serrature di sicurezza e smart trailer, la riduzione di consumo di carburante e il geofencing. Anche supponendo che i camion non sono stati fabbricati con connettività IoT integrata è possibile comunque aggiungere dei sensori in modo da “monitorare, misurare e mantenere le prestazioni, la salute e la sicurezza del veicolo”. Il processo poggia sulla raccolta dati effettuata, che viene poi conservata in un ambiente applicativo basato su cloud così da essere analizzata. Inoltre, i risultati e le informazioni vengono visualizzate anche sul cruscotto del camion connesso. I principali vantaggi emersi dal monitoraggio effettuato da Ericsson sono diversi, e coinvolgono tutti: dall’azienda dei trasporti fino al cliente. Per quanto riguarda questi ultimi, ad esempio, grazie al monitoraggio di camion e rimorchi la consegna diventa molto più affidabile e aggiornata in tempo reale “aumentando la fidelizzazione dei clienti e riducendo il traffico verso i call center per questioni logistiche e costi associati”. È utile sottolineare che il report ha come target i cittadini statunitensi perché negli Stati Uniti, ci sono stati casi di ritardi e furti durante i traslochi dei militari che dovevano spostarsi da un appartamento ad un altro, e dunque la questione camion e trasporti è molto sentita, al punto tale che una donna – a gennaio di quest’anno – ha messo un AirTag in una delle sue scatole (cosa che si sta diffondendo sempre più da quando Apple li ha lanciati sul mercato, anche per pedinare il proprio partner o rubare automobili) per il trasloco e ha scoperto che il suo traslocatore mentiva riguardo la sua posizione, come ha scritto il Washington Post.
Per quanto riguarda le aziende di trasporti, invece, i vantaggi sono nella possibilità di effettuare una manutenzione mirata “rilevando la necessità di riparazioni e manutenzione richieste con largo anticipo” in modo che queste azioni possano essere programmate, limitando soccorsi improvvisi che possano compromettere l’intera giornata lavorativa. L’utilizzo di smart trailer e serrature intelligenti di sicurezza invece può ridurre i furti, “il che può comportare premi assicurativi più bassi. Inoltre, la pressione ottimizzata degli pneumatici aumenta l’efficienza del carburante, riducendo i costi e l’impatto ambientale”. Si stima che il beneficio minimo che può ricavarne l’azienda è di circa 613.000 euro, “pari al 4,3% dei costi totali dell’azienda”.
Il secondo case study coinvolge invece direttamente il camionista, concentrandosi sui grandi camion commerciali utilizzati per il trasporto merci con tratte lunghe. I sensori digitali installati a bordo sono in grado di misurare “i tempi di guida e di riposo dei conducenti per garantire il rispetto delle normative” – andando a impattare anche sulla sostenibilità sociale degli autisti.
“Inoltre, consente il coaching dei conducenti, che utilizza l’analisi per fornire approfondimenti in tempo reale sul comportamento di guida dei singoli conducenti” o restituire una visione aggregata dei dati sul comportamento di guida di tutta la flotta.
Una “guida inefficiente” che comporta frenate brusche o accelerazioni improvvise aumenta il consumo di carburante con conseguente aumento delle emissioni di CO2, senza considerare che già di per sé i camion “rappresentano una percentuale fuori misura delle emissioni di carbonio con il settore dei trasporti globale” che, più in generale, rappresenta oltre un quinto delle emissioni totali globali.
In questo contesto rientra anche il problema della progettazione e della modalità d’uso che si fa delle tecnologie: il monitoraggio dei comportamenti del conducente non dovrebbe diventare sorveglianza in stile Big Brother, ma anzi tutelarlo. Spesso, infatti, molti conducenti superano le ore di lavoro regolamentate, o sono costretti a viaggiare con camion in condizioni pessime, che hanno più carico del previsto. L’IoT in questo senso può rideterminare in maniera positiva l’approccio che abbiamo nei confronti delle tecnologie: “automatizzando la registrazione degli orari di lavoro, le aziende di autotrasporti possono garantire precisione e conformità con requisiti normativi” avendo come risultato il fatto che “i dipendenti hanno garantito un orario di lavoro legale, il che aumenterà anche la fidelizzazione dei dipendenti”.
“Complessivamente, l’assistenza per l’autista di camion fornisce 264.000 euro di risparmi sui costi stimati” dell’azienda su cui Ericsson ha condotto l’analisi, “pari a circa l’1,8% dei costi totali dell’azienda”.
I camion abilitati all’IoT possono ridurre l’impatto di molte sfide. Applicando solo due casi d’uso, le aziende possono risparmiare fino a 876.000 euro, che è poco più del 6% dei costi totali di un’azienda di medie dimensioni. Poiché la connettività IoT continua ad espandersi tra le flotte di autotrasporti, ulteriori casi d’uso diventeranno fattibili, sbloccando ulteriori vantaggi e risparmi.
Non c’è bisogno di aspettare. Le aziende di trasporto di camion possono implementare l’IoT oggi per ridurre il consumo e i costi di carburante, la manutenzione e la riparazione, i tempi di fermo dei veicoli e aumentare la puntualità delle consegne. Lavorando a stretto contatto con gli operatori di telefonia mobile e i fornitori di servizi telematici, l’industria degli autotrasporti può innovare continuamente con l’IoT per affrontare nuove aspettative e nuove sfide sulla strada da percorrere.
La sostenibilità digitale nei trasporti appare dunque di vitale importanza. Se si vuole sopravvivere alla forte domanda dovuta all’esplosione dell’e-commerce, alla carenza globale di conducenti o all’aumento dei costi del carburante è necessario comprendere quale strada devono intraprendere le tecnologie digitali a supporto dei camion, prima dei camion stessi.
Facebook Comments