Trasformazione digitale a rilento: non tutti sanno che migliora la sostenibilità e anche gli affari

Alla base della lentezza delle imprese nell’attuazione della trasformazione digitale vi sono due fattori, da un lato, alcune aziende decidono deliberatamente contro la digitalizzazione perché ritengono che le soluzioni digitali non valgano la pena. D’altra parte, ci sono diversi fattori interni, specifici dell’azienda, che inibiscono la trasformazione digitale

Immagine distribuita da Vecteezy con licenza CCO

Le aziende che hanno investito di più e sono più avanti nella trasformazione digitale ne traggono già diversi vantaggi: ad esempio producono in modo più efficiente ed economico rispetto ai loro concorrenti. Nonostante questo, ci sono ancora molte imprese che vanno a rilento nella digitalizzazione, e altre che addirittura non hanno nemmeno iniziato ad intavolare un piano di transizione e di investimenti.

“La digitalizzazione, soprattutto nel contesto di Industry 4.0, è un fattore di successo decisivo nella concorrenza globale”, afferma Christina Franke (Robert Bosch GmbH), membro del Research Advisory Board di Plattform Industrie 4.0, un progetto partecipato e promosso dal National Academy of Science and Engineering di Monaco di Baviera. “Dobbiamo riuscire a sfruttare il potenziale che Industria 4.0 offre lungo la catena del valore per poter reagire in modo ancora più flessibile alle future esigenze del mercato”, ha aggiunto. In questo quadro si inserisce lo studio commissionato dal Research Advisory Board di Plattform Industrie 4.0 a due istituti, il Fraunhofer Institute for Manufacturing Engineering and Automation (IPA) e il Fraunhofer Institute for Industrial Engineering and Organization (IAO), i quali hanno esaminato i motivi per cui la trasformazione digitale sta progredendo solo lentamente in molte aziende.

Lo studio evidenzia cosa rallenta la transizione digitale e offre spunti e possibili piani d’azione alle aziende stesse, ma anche ad associazioni di categoria e istituzioni, nonché informazioni su ulteriori approcci di ricerca. La ricerca, effettuata sul territorio tedesco e maggiormente focalizzata sulle aziende manifatturiere, offre numerosi spunti di riflessione anche per il contesto italiano ed europeo in generale.

I vantaggi della digitalizzazione

Ormai da anni, la trasformazione digitale e la sostenibilità sono argomenti ampiamente discussi nell’agenda politica, negli obiettivi dei media e anche nei piani delle imprese. A prima vista, questi due campi sembrano essere completamente contraddittori, soprattutto perché l’innovazione tecnologica richiede risorse. Allo stesso tempo, le aziende sono sottoposte a crescenti pressioni per operare in modo sostenibile, e sempre più spesso implementano team dedicati a perseguire iniziative legate alla sostenibilità.

Nel 2015, al vertice di New York, le Nazioni Unite hanno visto la necessità di questa riconciliazione e hanno stabilito 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG). Questi obiettivi sono un “progetto per la pace e la prosperità per le persone e il pianeta, ora e in futuro”. Il nono obiettivo, nello specifico, affronta direttamente la trasformazione digitale e la sostenibilità e include l’impegno a costruire un’infrastruttura resiliente, promuovere un’industrializzazione inclusiva e sostenibile e promuovere l’innovazione. In soldoni, per le aziende (e non solo) ci sono dei vantaggi evidenti e sono stati provati:

  • Migliore efficienza operativa;
  • Rifiuti e scarti di produzione ridotti al minimo;
  • Costi abbattuti;
  • Maggiore qualità dei prodotti fabbricati;
  • Risposta più rapida alle esigenze del mercato e alle richieste dei clienti.

Nonostante questo, c’è ancora molta resistenza, anche nelle azioni più semplici e immediate. Ad esempio i registri cartacei sono spesso ancora archiviati in faldoni e stipati in armadi e schedari, oppure i file e i dati vengono salvati su dischi rigidi locali o server con connessioni VPN instabili e poco sicure. Le e-mail vengono spesso ancora inviate allegando una grande mole di dati o vengono addirittura stampate. I dati rilevanti vengono archiviati localmente e potrebbero non essere accessibili a tutti coloro che ne hanno bisogno, non solo da remoto. E l’elenco potrebbe essere ancora più lungo e corposo.

Cosa ostacola la digitalizzazione?

Secondo lo studio di Plattform Industrie 4.0, ci sono due ragioni principali alla base della lentezza delle imprese nell’attuazione della trasformazione digitale: da un lato, alcune aziende decidono deliberatamente contro la digitalizzazione perché ritengono che le soluzioni digitali non valgano la pena, che non siano profittevoli per il loro modello di business. D’altra parte, ci sono diversi fattori interni, specifici dell’azienda, che inibiscono la trasformazione digitale. “Spesso non c’è semplicemente alcun impulso iniziale per la digitalizzazione – afferma Holger Kett del Fraunhofer Institute for Industrial Engineering IAO – Se un’azienda è in una posizione economicamente solida, non c’è alcuna pressione psicologica per affrontare i problemi di digitalizzazione”. Inoltre, c’è spesso una mancanza di affinità con la digitalizzazione da parte della governance. Anche se chi ha potere decisionale è aperto al cambiamento, la trasformazione digitale può fallire a causa, ad esempio, della mancanza di competenze strategiche o per la valutazione poco chiara dei benefici dei progetti digitali. Operativamente questo è frutto della mancanza di specialisti con un alto profilo di competenze digitali, figure anche difficili da reclutare e sempre più rare. Proprio su questo tema, lo studio Emerging Technology Roadmap for Large Enterprises dell’azienda di consulenza strategica americana Gartner evidenzia come il 64% dei dirigenti IT citi la carenza di talenti come l’ostacolo più grande all’adozione delle nuove tecnologie emergenti.

Infine, ci sono anche condizioni quadro esterne inadeguate che ostacolano la trasformazione digitale: tra queste la mancanza di standard e norme, incentivi e forme di finanziamento inadeguate e a cui è difficile accedere, e anche un accesso a Internet insufficiente in aree strutturalmente deboli.

Cosa dovrebbero fare le aziende adesso

Dallo studio emerge che potenzialmente tutti gli ostacoli alla transizione digitale possono essere eliminati, ma è necessaria la cooperazione tra istituzioni, associazioni, imprese e attori dell’attuazione. Prima di tutto è importante che i programmi siano supportati e guidati da chi in azienda ha potere decisionale al livello massimo. La digitalizzazione non è un tema che può essere affrontato solo nel reparto IT. Questo perché i progetti digitali di successo coinvolgono un gran numero di attori e di stakeholder e sono caratterizzati dalla cooperazione interdipartimentale, condizione per la quale è fondamentale un chiaro coordinamento generale dall’alto. La direzione aziendale deve quindi formulare visioni, missioni e obiettivi chiari a cui sono allineate tutte le misure di digitalizzazione. In ogni caso, è bene ricordare che la trasformazione digitale è un processo a lungo termine, ma è comunque uno sforzo con un valore incredibile perché incorpora obiettivi di business e sostenibilità.

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