Business e IT, un’integrazione vincente per la Sostenibilità Digitale: intervista a Paolo Lanza

Paolo Lanza, Direttore Innovation & IT di Acquedotto Pugliese è il protagonista del nuovo appuntamento con CIO 4 Sustainability

Massimizzare il contributo della tecnologia per la sostenibilità richiede oggi, per le aziende, una sempre maggiore integrazione tra le direzioni di business e la direzione IT. Ne è convinto Paolo Lanza, protagonista di questo nuovo appuntamento con CIO 4 Sustainability: laureato in Ingegneria Elettronica, le sue esperienze lavorative lo hanno portato ad essere un profondo conoscitore dei processi aziendali, e ha sempre sostenuto la necessità di promuovere all’interno della direzione IT il linguaggio e la vista del business. Come IT manager ha sviluppato negli anni una forte esperienza nel settore delle infrastrutture e nel trasporto ferroviario AV e, dal 2022, ricopre il ruolo di Direttore Innovation & IT di Acquedotto Pugliese, una delle più grandi società italiane – interamente controllata dalla Regione Puglia – e tra i maggiori player europei nella gestione di sistemi idrici integrati. Azienda che, inoltre, ha recentemente fatto il proprio ingresso nel network della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, con un chiaro obiettivo: contribuire allo sviluppo e alla diffusione di una cultura della Sostenibilità Digitale.

Tecnologia (sostenibile) per la sostenibilità

Quello della sostenibilità è sicuramente l’argomento del momento, non c’è dubbio. Credo però che manchi ancora una piena consapevolezza perché, ancora oggi, quando si parla di sostenibilità si pensa in prima battuta ad aspetti ambientali, come quelli relativi ai consumi energetici: tuttavia, gradualmente, si sta cominciando a capire come questo sia un tema molto più ampio”. Insomma, è ormai chiara alle aziende l’importanza di affrontare la sostenibilità e, sebbene occorra ancora acquisire dimestichezza con la sua complessità, il percorso sembra ormai intrapreso.

Ed è in questa direzione, di un concreto approccio alla sostenibilità, che la tecnologia può oggi avere un ruolo centrale. E questo, secondo Paolo Lanza, evidenzia l’importanza di chi, nei contesti aziendali, tiene le fila di questi strumenti. “La tecnologia è un abilitatore fondamentale per il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità: è quindi chiaro che, come conseguenza, nell’implementazione di percorsi di sostenibilità per le aziende quello del CIO sia un ruolo di primaria importanza”.

Ma la tecnologia, al netto del suo enorme potenziale, rappresenta pur sempre uno strumento e, in quanto tale, i suoi impatti – positivi come negativi – dipendono dall’utilizzo che ne viene fatto: e questo pone non semplici sfide agli stessi CIO che, in primo luogo, devono maturare un diverso approccio agli strumenti con i quali si interfacciano. “È indubbio che la tecnologia sia uno strumento abilitante la sostenibilità, ma bisogna sempre fare attenzione affinché la tecnologia sia essa stessa sostenibile: il limite è molto sottile. Questo comporta la necessità di adottare un pensiero strategico, e chiedersi, ogni qualvolta si implementa una tecnologia in azienda, come questa si posizioni in termini di sostenibilità. Oggi manca una scala di misura standardizzata, ma bisogna cercare di leggere e interpretare ogni soluzione non soltanto dal punto di vista tecnologico, ma anche da quello dei suoi più ampi impatti sulla sostenibilità. In questa prospettiva, credo che la maturità stia crescendo: affinché sia completamente formata, però, ci vorrà ancora del tempo”.

L’efficientamento dei processi passa dalla tecnologia

Ma è un percorso che è necessario intraprendere, per arrivare ad utilizzare in modo sostenibile i nuovi strumenti ma anche – e soprattutto – per sfruttare le opportunità che questi offrono nella direzione della sostenibilità. Perché gli impatti positivi che possono generare sono molteplici, e non limitati alla sola dimensione ambientale. “In prima battuta, si guarda sempre a come la tecnologia possa contribuire ad una migliore gestione dei consumi energetici o, come nel nostro caso, dei consumi idrici, e questo è fondamentale. Ma i suoi possibili benefici non si limitano a questo ambito”, ha spiegato Paolo Lanza. “Per questo, l’approccio che si dovrebbe adottare, e che stiamo adottando nella nostra azienda, è quello dell’efficientamento complessivo di tutti i processi, perché questo può portare anche degli importanti benefici di natura sociale: migliorando i processi, infatti, migliora anche la qualità del lavoro delle persone che operano in azienda, e quindi anche la qualità della loro vita”.

Ma non solo: mentre l’azienda si trasforma internamente tramite la tecnologia, rivedendo i propri processi in un’ottica di sostenibilità, attraverso un corretto approccio ad essa è in grado di rendere più efficiente – e dunque più sostenibile – anche il rapporto con i propri clienti. “Questo riguarda, ad esempio, lo sviluppo software aziendale”, evidenzia ancora Paolo Lanza, “la mia idea è che lo sviluppo del software debba essere indirizzato a rendere più facile la vita di coloro che andranno ad utilizzare le piattaforme, e cioè i clienti, e per questo devono essere accessibili e semplici da utilizzare. Si deve andare sempre più verso uno sviluppo di software sostenibile, e questo può significare anche inserire in azienda dei nuovi processi: se oggi c’è il processo di verifica della sicurezza di un software, domani dovrebbe esserci quello di verifica della sostenibilità di un software”.

Un’integrazione per la Sostenibilità Digitale

Insomma, la tecnologia crea valore, e di questo valore, oggi più che mai, le aziende devono saper beneficiare. Ma affinché questi princìpi possano concretamente permeare nel contesto aziendale, secondo Paolo Lanza occorre seguire un unico e necessario percorso: “serve un’integrazione tra le direzioni business e la direzione IT, perché i due punti di vista, se integrati, generano un maggior valore aggiunto per l’azienda: più business e tecnologia operano insieme, più queste due aree sono fuse tra loro, migliore è il pensiero strategico e le soluzioni che si mettono in campo. Sono assolutamente convinto di questo ed è compito dei CIO creare questa vision”.

In questo modo, quindi, è possibile diffondere una cultura della sostenibilità digitale nell’ambito delle organizzazioni, e allineare l’azienda su dei princìpi imprescindibili. Ed è proprio la percezione di questa necessità che ha portato Acquedotto Pugliese ad aderire al network della Fondazione per la Sostenibilità Digitale. “Non solo non è possibile pensare oggi un acquedotto senza digitalizzazione, ma quest’ultima è anche lo strumento fondamentale che consente all’acquedotto di essere più sostenibile”, ha spiegato Paolo Lanza, “La digitalizzazione permette ad esempio di disporre di informazioni che altrimenti non riusciresti ad avere, ma anche di correlare queste informazioni, cosa che sarebbe altrimenti difficile: tutto questo permette all’azienda, nel complesso, di lavorare meglio. Per questo motivo, è necessario sviluppare e diffondere una cultura della Sostenibilità Digitale: e in funzione di questo obiettivo considero l’adesione alla Fondazione come un vero e proprio booster”.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here