Digital Sustainability Day: il racconto dell’evento annuale della Fondazione per la Sostenibilità Digitale

Il 18 Aprile, durante la settimana dell’Earth Day, si è svolto il Digital Sustainability Day: il convegno annuale della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, che ha celebrato il compimento del suo secondo anno di attività presentando i risultati dei progetti più importanti

Il 18 Aprile, durante la settimana dell’Earth Day – la Giornata mondiale della Terra – si è svolto il Digital Sustainability Day: il convegno annuale della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, ospitato anche quest’anno dall’Università Sapienza a Roma, e principale incontro in Italia dedicato al tema della Sostenibilità Digitale.

Condotto da due moderatori d’eccezione come Gianluca Semprini e Federico Ruffo, il convegno è stato aperto dalla presentazione della Fondazione da parte di Simone Pastorelli e Luciano Guglielmi, rispettivamente Direttore della Comunicazione e Direttore del Comitato di Indirizzo della Fondazione, e da un Keynote speech di Enrico Giovannini, Direttore Scientifico di ASviS, che hanno dato il via ad una giornata ricca di interventi da parte dei numerosi attori – istituzionali e del mondo economico e accademico – che sono intervenuti. L’evento, organizzato per celebrare il secondo anno di attività della Fondazione, è stato soprattutto l’occasione per introdurre al pubblico i risultati di alcuni dei principali progetti realizzati nell’ultimo anno: il DiSI City, il nuovo indice sviluppato in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici “S. Pio V” per misurare la Sostenibilità Digitale delle città metropolitane, e il DiSI Corporate, con la presentazione della prima Prassi di Riferimento UNI sulla Sostenibilità Digitale.

DiSI City: quali sono le città più sostenibili (digitali) in Italia?

La classifica generale emersa dal DiSI City, e presentata dal presidente Stefano Epifani, ha visto nelle prime posizioni Bologna, Roma Capitale e Venezia: città nelle quali, quindi, la consapevolezza dell’uso della tecnologia come strumento di sostenibilità risulta essere più diffusa sul totale della popolazione. Più sorprendente – almeno apparentemente – la bassa posizione in classifica di città fortemente infrastrutturate come Torino e Milano, rispettivamente al nono e decimo posto: ciò, tuttavia, dipende dal fatto che l’indice non misura la diffusione delle infrastrutture, ma quanto le persone le usino consapevolmente in ottica di sostenibilità. In queste realtà, infatti, le infrastrutture tecnologiche sono considerate come una “commodity”, e il loro ruolo di abilitatori della sostenibilità non è percepito da parte dei cittadini. In altri termini, la sostenibilità è risultata essere un elemento secondario dell’ampia disponibilità di tecnologie e servizi presenti in questi contesti urbani dove le persone, pur magari usando tecnologie utili per la sostenibilità, lo fanno senza rendersi conto di questo rapporto funzionale. Particolarmente evidente il caso del car sharing: servizio che, nella maggior parte dei casi, viene usato non perché sostenibile, ma perché comodo.

La disparità in termini di disponibilità di infrastrutture digitali nel Paese è risultato, però, essere un tema centrale ai fini della lettura dei dati della ricerca. Tanto che, analizzando i dati in relazione alla disponibilità di infrastrutture nelle diverse aree dell’Italia e all’uso consapevole della tecnologia per la sostenibilità, è emerso come la popolazione digitale delle città più svantaggiate infrastrutturalmente fosse anche quella più attenta alla sostenibilità. “Ne sono esempio Catania, Bari, Messina, Cagliari e Napoli, ha commentato Stefano Epifani, “ed altre in cui il coefficiente di sostenibili digitali nella popolazione che già usa il digitale in modo consapevole e sostenibile è ben più alto della media nazionale. Qui alle competenze digitali devono necessariamente affiancarsi comportamenti sostenibili, nonché la consapevolezza di ciò che è sostenibile e di ciò che non lo è. Serve quindi un Piano Nazionale di Formazione al Digitale ed alla Sostenibilità”.

Risultati, questi, commentati da esperti come Gianni Dominici, Direttore Generale di Forum PA, e Paolo De Nardis, Presidente dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”: “L’analisi del binomio digitalizzazione/sostenibilità può mettere in evidenza il chiaroscuro della prospettiva sociale come punto d’approdo di un mutamento che certo non può non registrare il miglioramento della qualità della vita dei cittadini”, ha affermato De Nardis. “È quanto risulta dall’indagine svolta dalla Fondazione e dall’Istituto relativa alla disamina della percezione degli intervistati la cui categoria più illuminata si attesta in quella dei Sostenibili Digitali. A questo comunque non si può non aggiungere, per non cadere nelle panie di un utopia tecnologica, la fondamentale questione delle disuguaglianze sociali che si connettono al drammatico fenomeno del digital divide ancora fortemente esistente nel nostro Paese, e non solo. Siamo di fronte a un binomio la cui alleanza può essere un’opportunità fondamentale di progresso, purché non si rinunci a voler superare una serie di ostacoli che tormentano la possibilità di un futuro degno di essere vissuto felicemente da tutti”.

Alla tavola rotonda dedicata, inoltre, hanno partecipato numerosi rappresentanti delle città oggetto dell’analisi. L’apertura del panel è stata a cura di Dario Nardella, Sindaco di Firenze, nel suo suolo di coordinatore ANCI per le città metropolitane, che ha evidenziato l’importanza del lavoro della Fondazione: “Abbiamo accolto favorevolmente la definizione del Digital Sustainability Index sviluppato dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale”, ha dichiarato Nardella, “Il DiSI, infatti, fornisce informazioni utili soprattutto alle amministrazioni, per comprendere il punto di vista dei cittadini e, di conseguenza, per sviluppare politiche pubbliche efficaci ed efficienti”.

La parola è passata poi agli esponenti istituzionali delle città al vertice della classifica. Per Bologna è intervenuto Massimo Bugani, Assessore all’Innovazione Digitale che, in linea con Dario Nardella, ha sottolineato l’importanza dei risultati: “I dati hanno un enorme valore. Consentono di aumentare la consapevolezza, e di sviluppare e indirizzare con maggiore forza le politiche nella direzione della sostenibilità”.

Per Roma Capitale, l’Assessora alla Scuola, Formazione e Lavoro Claudia Pratelli ha sottolineato l’importanza della formazione su questi temi, per consentirne un concreto sviluppo soprattutto tra le nuove generazioni. “La formazione ha un ruolo centrale, ma bisogna tenere a mente un tema fondamentale”, ha affermato: “se puntiamo a un futuro che sia orientato all’innovazione digitale, dobbiamo superare il grande problema del gap di genere esistente in questo ambito. Altrimenti avremo un futuro disegnato soltanto al maschile”.

In rappresentanza di Venezia, tra le città sul podio, ha parlato invece Simone Venturini, Assessore allo Sviluppo Economico, che ha rimarcato l’impegno che ha permesso alla città di raggiungere questo risultato: “La nostra città eccelle nell’indice di digitalizzazione e nel tasso di cittadini che hanno un approccio sostenibile a quest’ultima”, ha commentato, “La candidatura di Venezia a Capitale mondiale della Sostenibilità, che ha coinvolto in questi mesi alcune tra le realtà internazionali più innovative, va proprio in questa direzione. Continueremo su questa strada”.

Significativi anche i contributi dei rappresentanti dei primi comuni del Sud. Il Vice Sindaco di Bari, Eugenio Di Sciascio, ha spiegato la rilevanza del digitale per lo sviluppo della città: “Stiamo cercando di costruire un’identità digitale. Per questo motivo, il supporto all’alfabetizzazione digitale è un tema per noi fondamentale”. Il Commissario Straordinario del Comune di Catania Piero Mattei, infine, ha testimoniato l’impegno della città nell’ottica della Sostenibilità Digitale, tale da farle guadagnare il quarto posto nella classifica del DiSI City: “A Catania sono stati soprattutto alcuni interventi strategici e un lavoro di programmazione basato sull’utilizzo dei fondi comunitari a cambiare le abitudini dei cittadini e aumentare la consapevolezza rispetto all’importanza dell’innovazione digitale, e alla sua stretta connessione con la sostenibilità ambientale”.

Sostenibilità Digitale e nuove generazioni: dal DiSI Young al Digital Sustainability Award

Il proseguo della mattinata, e la seconda tavola rotonda di giornata, è stata invece incentrata su una delle principali e più cruciali sfide per lo sviluppo della Sostenibilità Digitale: quella della formazione, e delle competenze per le nuove generazioni.

Tra i temi toccati c’è stato dunque quello della necessità di colmare – a livello Paese, e non di singola università – il divario di genere esistente nel mondo IT, come sottolineato da Tiziana Catarci, Direttrice del Dipartimento di Ingegneria informatica, automatica e gestionale (DIAG) all’Università Sapienza, e, come spiegato ancora da Alberto Marinelli, Direttore del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale alla Sapienza, l’importanza di portare con forza la Sostenibilità Digitale nei luoghi della formazione, fin dai primi anni della scuola.

Un obiettivo sfidante quanto importante, soprattutto in considerazione della scarsa cultura sul tema da parte dei giovani, non solo del nostro Paese. Un ritardo culturale, questo, evidenziato infatti dai dati della ricerca “La Sostenibilità Digitale per i giovani”, basata sull’indice DiSI Young e condotta con la EY Foundation sui giovani di cinque nazioni europee – Italia, Spagna, Polonia, Germania e Francia – e i cui principali risultati sono stati raccontati da Tiziana dell’Orto, Segretario Generale della EY Foundation.

Ma gli strumenti per aumentare l’attenzione – e, soprattutto, la cultura – dei giovani italiani su questo tema non mancano nel nostro Paese. Tra questi c’è, in particolar modo, l’iniziativa sviluppata dalla Fondazione per la Sostenibilità Digitale insieme al Gruppo EHT, che ha dato vita al Premio Tesi “Digital Sustainability Award”: un’iniziativa aperta a tutte le facoltà, sia scientifiche che umanistiche, e volta a premiare – con un riconoscimento economico di 2500 € o con un percorso di job shadowing presso EHT e le aziende partner della Fondazione – le migliori tesi sul tema che rientrano in 3 possibili categorie: la migliore tesi magistrale; la migliore tesi di dottorato; la migliore tesi “Donne ICT”, magistrale o di dottorato, redatta da una donna. “Ingaggiare e trattenere nel nostro Paese giovani di talento è fondamentale per il futuro di un settore d’eccellenza italiano come quello legato all’innovazione, ma non solo”, ha spiegato Emanuele Spampinato, Presidente del Gruppo EHT. “Con questo progetto che portiamo avanti come partner della Fondazione per la Sostenibilità Digitale il mondo dell’impresa dialoga con quello dell’Università su un tema come la relazione tra tecnologia e sostenibilità, che sono e saranno nei prossimi anni le parole chiave di strategie e visioni d’impresa con le quali i ragazzi dovranno confrontarsi”.

DiSI Corporate: l’importanza di misurare la Sostenibilità Digitale

Dopo un breve light lunch, la sessione pomeridiana del Digital Sustainability Day ha spostato il proprio focus sul mondo economico e delle imprese. Un mondo nel quale il concetto di trasformazione digitale comincia ad essere sempre più pervasivo e in cui, proprio per questo, occorre comprendere come indirizzarne correttamente il potenziale nella direzione della sostenibilità, in tutte le sue declinazioni. Perché anche il digitale ha un suo impatto, e la capacità di sfruttarlo come strumento di sostenibilità in un progetto passa dalla possibilità di misurarne i risultati. “Oggi c’è la convinzione che tutto ciò che è digitale sia anche naturalmente sostenibile, ma non è così”, ha spiegato Carlo Bozzoli, Global CIO di Enel Group, “Per questo motivo, con la Fondazione abbiamo sviluppato il DiSI Corporate: un progetto tramite il quale vogliamo consentire di misurare, nel concreto, il livello di Sostenibilità Digitale di un progetto di Trasformazione Digitale”.

Il progetto, commentato dai protagonisti nella tavola rotonda dedicata, ha portato, grazie all’input di realtà associate come Enel, ACI Informatica, Bludigit-Italgas e Cisco Italia, e con l’attivo supporto di altre come MM Spa e Fondazione EY, allo sviluppo della prima Prassi di Riferimento UNI sulla Sostenibilità Digitale, il cui obiettivo e i prossimi passi sono stati raccontati da Mimmo Squillace, Presidente di UNINFO e Consigliere UNI. Un documento, questo, la cui definizione ha coinvolto in questi mesi un importante gruppo di lavoro coordinato da Salvatore Marras, Responsabile Public Sector della Fondazione per la Sostenibilità Digitale: “La prassi suggerisce un percorso, che segue le fasi del ciclo di vita di un progetto, per verificare quanto un’organizzazione e un progetto aderiscano ai princìpi che ispirano gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Un percorso di autovalutazione basato su una serie di 58 indicatori di performance (KPI) che legano il ruolo sistemico del digitale alla sostenibilità ambientale, economica e sociale”.

La prassi, dunque, detta delle linee guida che le organizzazioni possono seguire per approcciare correttamente alla sostenibilità digitale. E che esprime il suo valore in un contesto in cui questi, per le aziende, sono temi oramai imprescindibili. “Oggi le aziende e le organizzazioni sono costrette ad interfacciarsi con questi nuovi mondi, quello del digitale e quello della sostenibilità”, ha spiegato Enrico Mercadante, Responsabile Innovazione di Cisco Europa, “I KPI definiti da questa nostra iniziativa aiutano a navigare al meglio in questo mare, e soprattutto a porsi le domande giuste”.

Il progetto sarà in consultazione fino al prossimo 2 maggio, e traccia l’inizio di un percorso in cui ora sarà fondamentale il contributo degli attori che decideranno di implementarla. “Negli ultimi mesi, in questo gruppo di lavoro si è lavorato in modo agile e collaborativo, con l’obiettivo di arrivare a dettare delle linee guida”, ha concluso Marco Barra Caracciolo, CEO e Chairman di Budigit-Italgas, “Adesso abbiamo bisogno del contributo di tutti per iniziare ad utilizzarla, e soprattutto per migliorarla”.

La Sostenibilità Digitale come leva di sviluppo economico e sociale

Nell’ultima tavola rotonda c’è stato, infine, spazio per un importante annuncio: quello di Agostino Santoni, Vice Presidente di Confindustria con delega al Digitale, che ha dato la notizia dell’ingresso di Confindustria nel network della Fondazione per la Sostenibilità Digitale.

Ma anche per il racconto di alcune delle altre iniziative che hanno animato l’ultimo anno di lavoro della Fondazione e dei suoi partner. Tra queste, il Digital Sustainability Atlas: la pubblicazione realizzata da Assocamerestero e Unioncamere in collaborazione con le CCIE e con il coordinamento scientifico della Fondazione per la Sostenibilità Digitale per fornire alle aziende italiane che vogliano fare business all’estero tutte le informazioni sulla sostenibilità e le politiche di digitalizzazione in 51 Paesi del mondo, di cui hanno parlato Domenico Mauriello, Segretario Generale di Assocamerestero, e Stefano Denicolai, Professore di Innovation Management all’Università di Pavia.

Ma anche del Dottorato di interesse Nazionale in Design per il Made in Italy – Dottorato che dà ampio spazio alla Sostenibilità Digitale e che, per questo, vede la Fondazione tra i suoi partner – raccontato da Elisabetta Cianfanelli, Presidente CDLM Fashion System Design all’Università di Firenze, e, in modo particolare, del Digital Sustainability Paper: il documento promosso dalla Fondazione e frutto della riflessione congiunta dei manager intervenuti lo scorso novembre agli Stati Generali della Sostenibilità Digitale e dei docenti universitari membri del Comitato Scientifico, che vuole proporre alle istituzioni una strada da seguire per supportare strategie di crescita basate sui princìpi della Sostenibilità Digitale. Ne ha parlato Mauro Minenna, Direttore Generale di ACI Informatica, testimoniando la sua importanza, e spiegando che questi temi sono così centrali, oggi, che qualsiasi Paese non li consideri è destinato ad essere marginalizzato.

Infine, in tema di Sostenibilità Digitale come leva di sviluppo, non si poteva non parlare del progetto Digital4Aid. Lo ha fatto, nell’ultimo intervento di giornata, Francesco Castanò, Vice Direttore Generale di ACI Informatica, raccontando lo stato dell’arte e i prossimi passi dell’iniziativa che, nata anch’essa nella due giorni degli Stati Generali della Sostenibilità Digitale, si pone l’obiettivo di dimostrare – in concreto – come il digitale possa essere strumento di sostenibilità. Progetto sostenuto da realtà come Deda Next, DXC Technology, Engineering, Oracle, OverIT e R1 Group, e i cui sviluppi continueremo a raccontare qui, tra le pagine di Tech Economy 2030.

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