Il CIO come custode della Sostenibilità Digitale: intervista a Pasquale Testa

Pasquale Testa, CIO di AP Commerciale è il nuovo ospite della rubrica CIO 4 Sustainability

È Pasquale Testa, CIO di AP Commerciale (brand Sole365 e La Speseria), il nostro nuovo ospite di CIO 4 Sustainability. Da 25 anni nell’IT, inizia la sua carriera come formatore per corsi di informatica, poi programmatore in vari linguaggi, sistemista, esperto di reti e Responsabile IT. Da 15 anni ricopre il ruolo di CIO, di cui 8 nelle Telecomunicazioni e, dal 2019, nella GDO con Sole365, partner di Megamark e soci del gruppo Selex. Nel 2019 fonda anche CIO Club Italia, Associazione nata con l’obiettivo di facilitare il networking e condividere best practice tra CIO e IT Manager, della quale è attualmente presidente. È un convinto sostenitore della necessità di utilizzare la tecnologia – e farlo nel modo giusto – come abilitatore di sostenibilità, e dell’importanza del ruolo del CIO in questa direzione: perché la Sostenibilità Digitale è il tema del futuro, e il CIO ne è il “custode” nella realtà aziendale.

In prima linea per la Sostenibilità Digitale

Attualmente in Italia, e questo avviene soprattutto nelle Piccole e Medie Imprese, il CIO viene spesso coinvolto in due casi principali”, spiega Pasquale Testa: “il primo è quando un nuovo progetto tocca in qualche modo l’IT, e quindi deve necessariamente essere messo a conoscenza e coinvolto in un determinato processo. Il secondo è il caso in cui, nei progetti, gli viene chiesto di intervenire nel monitoraggio di diversi parametri, dei consumi o delle informazioni aggregate: siamo noi che gestiamo i dati, e veniamo quindi identificati come la figura sulla quale contare in queste circostanze”.

Oggi però, il CIO deve allargare il proprio raggio d’azione, lavorando per cercare di assumere un ruolo centrale in un contesto nel quale, per le aziende, la sostenibilità rappresenta un fattore sempre più cruciale sul quale puntare. E deve farlo consapevole di avere tra le mani la responsabilità della gestione della leva, dello strumento che oggi, più di qualsiasi altro, può consentire di accelerare una necessaria trasformazione sostenibile. “La sostenibilità comincia ad essere un tema di forte interesse per le aziende, e anche per i CIO di queste aziende. Posso infatti dire che oggi, finalmente, iniziano a cercare sempre più informazioni in merito all’argomento, che è diventato materia di discussione anche ai nostri raduni, alle cene e negli incontri di categoria. Ma c’è una cosa di cui sono convinto: il CIO deve essere in prima linea parlando di Sostenibilità Digitale. Un tema fondamentale del quale questa figura manageriale è, o ne diventerà, il custode”.

Più attivo e propositivo: il nuovo profilo del CIO

Il pensiero di Pasquale Testa è chiaro: quello della Sostenibilità Digitale è – o deve diventare – l’argomento centrale per il presente e il futuro delle imprese, e spetta al CIO diffonderne i princìpi e la consapevolezza della sua importanza. Soprattutto in un contesto nel quale, nonostante si inizi a comprendere il valore dello strumento digitale, il significato di questo tema non sembra ancora essere particolarmente chiaro. “Almeno dalle mie esperienze nella PMI, mi è capitato che le altre funzioni non chiedessero di migliorare la sostenibilità digitale di un processo, ma piuttosto di riuscire a velocizzare, semplificare o risparmiare su quel processo, attraverso l’uso del digitale: è evidente, quindi, che la richiesta puntasse proprio in quella direzione.

In questo senso, se il CIO è il custode della Sostenibilità Digitale, è suo compito far comprendere alla propria realtà aziendale l’importanza di puntare con consapevolezza su questo tema: e per farlo deve parlarne, maturare un approccio attivo e propositivo, essere quasi onnipresente”.

Insomma, è questa la strada che il CIO deve seguire non soltanto affinché la sostenibilità digitale possa iniziare a permeare l’intera azienda, i suoi progetti e le sue iniziative, ma anche per far comprendere a tutti come il suo ruolo sia cambiato rispetto al passato: non più una figura alla quale rivolgersi all’occorrenza, ma centrale in una fondamentale trasformazione. “Prima era quasi sempre identificato come risolutore di anomalie e problemi, come colui al quale riferirsi quando qualcosa andava storto”, spiega il CIO di Sole365, “oggi non deve più essere così: deve essere un manager pronto, attivo, e anche interessato a fare scambi di conoscenza con gli altri colleghi.

Quest’ultimo è in particolar modo un aspetto essenziale, perché in passato c’era la tendenza a trattenere per sé il know how. Oggi però questo deve cambiare, perché c’è una quantità tale di lavoro IT da fare in azienda che non è più sufficiente la sola figura del CIO, ma ha bisogno di una struttura che lo segua e soprattutto di molti colleghi che lo coinvolgano e che gli diano supporto nei diversi processi”.

Una trasformazione sostenibile a partire dal digitale

La tecnologia sta infatti sempre più entrando in tutti i processi aziendali, e la sua importanza sembra oggi essere definitivamente riconosciuta. E gli esempi che mostrano quanto il suo potenziale sia determinante nella direzione della sostenibilità, evidenzia Pasquale Testa, sono moltissimi. “Nella nostra azienda, uno dei principali ambiti nei quali decliniamo l’uso del digitale è quello del monitoraggio dei consumi energetici, per abilitare risparmi e ottimizzare i processi. Mentre fino a quattro anni fa, quando aprivamo un nuovo supermercato, alcuni aspetti non venivano considerati, oggi sappiamo che il parco macchine IT da configurare non sono più solamente i dispositivi informatici, ma anche quelli appartenenti ad altri reparti. In generale, sono convinto che nelle aziende in futuro ci sarà tanto IoT, per monitorare oggetti o impianti che in passato non si pensava assolutamente di monitorare.

Ma pensiamo anche a come un’innovazione possa toccare più ambiti della sostenibilità. In questo senso, il caso dello smart working o del remote working adottato durante la pandemia è emblematico: le aziende hanno potuto continuare a lavorare, si sono potuti evitare gli spostamenti dei lavoratori con un conseguente risparmio in termini di carburante e stress”.

L’innovazione digitale può dunque avere sempre un forte impatto sull’azienda, così come su chi vi opera. Tuttavia, sottolinea il CIO di Sole365, è fondamentale tenere sempre bene a mente un aspetto: ad ogni inserimento di nuova innovazione occorre considerare attentamente gli effetti sugli ambiti sociali, economici e ambientali. “Sono pienamente convinto che la tecnologia sia sempre un abilitatore positivo per la sostenibilità, ma bisogna che sia usata nel modo giusto. Faccio un esempio, quello dello sviluppo software aziendale. Io dico sempre che esistono due modi di fare software: il primo ordinato e organizzato, e il secondo in cui è sufficiente che funzioni. È ovviamente la prima modalità quella verso cui bisogna puntare: se si vuole dare un aspetto di sostenibilità ambientale, economica e sociale anche al software, è imprescindibile che sia scritto adeguatamente, e soprattutto che possa essere riutilizzabile”.

Per una nuova cultura

Insomma, la tecnologia se ben usata può realmente facilitare le aziende, e aiutarle nel migliorare le proprie prestazioni di sostenibilità. Ma occorre superare alcuni preconcetti, che possono rappresentare talvolta ostacoli affinché questa consapevolezza possa diffondersi in maniera uniforme. “È senza dubbio un fattore abilitante di risparmi, nuove efficienze, ma spesso non si riesce a dimostrare finché un nuovo progetto non viene messo in esercizio. Ciò dipende anche dal fatto che, soprattutto in passato, la tecnologia è sempre stata vista come un centro di costo: sono i CIO che oggi devono essere bravi a dimostrare quanto un costo possa diventare un grande beneficio”.

Per fare questo serve cultura: una vera cultura della Sostenibilità Digitale che deve, prima di tutto, partire proprio dal CIO, per poterla poi divulgare nel proprio ambiente lavorativo. “Soprattutto negli ultimi mesi ci siamo chiesti, nell’associazione che presiedo, quale fosse la strada migliore da seguire per far emergere questa cultura”, conclude Pasquale Testa, “per molti è risultata chiara la necessità di studiare l’argomento, confrontarsi con altri CIO e con aziende virtuose in questo ambito. Una cosa che mi preme sottolineare è l’importanza di partecipare a convegni, webinar, seguendo chi sul tema è sempre un passo avanti: in questo caso, credo che un CIO interessato all’argomento dovrebbe seguire tutte le attività della Fondazione per la Sostenibilità Digitale, che è un precursore in Italia di questa materia”.

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