I principi alla base della trasformazione digitale delle città

L'urbanizzazione come motore di crescita globale, all'interno del quale si impernia inevitabilmente il tema della transizione digitale che sta sconvolgendo i modelli di business tradizionali, rompendo i confini geografici e spaziali e creando nuovi modi di vivere

Immagine distribuita da Lovepik con licenza CCO

L’urbanizzazione sarà ancora per molti anni uno dei motori della crescita globale. In questa dinamica si incentrano tre diverse realtà: le grandi metropoli, le aree rurali e, in mezzo, le città di piccole e medie dimensioni, che fanno da “collante” tra i due estremi. All’interno del processo di urbanizzazione si impernia inevitabilmente il tema della transizione digitale, che riguarda tutte queste realtà e si sta sviluppando in modo differente all’interno di ognuna di esse.

Questo perché la digitalizzazione sta sconvolgendo i modelli di business tradizionali, rompendo i confini geografici e spaziali e creando nuovi modi di vivere. Modelli che però non sono ugualmente recepiti nelle diverse aree, che hanno necessità ed esigenze diverse tra loro. Questo quadro offre alle città di piccole e medie dimensioni due opportunità, da una parte trainare la digitalizzazione delle aree rurali, dall’altra fare da modello, da area test, per le metropoli. Il vantaggio che possono trarne è un rapido miglioramento della propria competitività sociale, economica, ma anche della governance e della sostenibilità ambientale. Di mezzo, però, c’è un ostacolo, ovvero il fatto che spesso, troppo spesso, popolazione e istituzioni non comprendono l’importanza della digitalizzazione e così rischiano di rallentare questo processo. La comprensione, e quindi il successo di questo passaggio attraversa tre ambiti: centri abitati a misura d’uomo, ricercare la sostenibilità, avere ben chiare le differenze tra le diverse aree.

Modelli da replicare

Le città di piccole e medie dimensioni sono sempre più degli importanti veicoli della trasformazione digitale e dello studio dei modelli e delle pratiche di trasformazione digitale, modelli che si possono poi replicare sia in contesti rurali e sia applicare nelle metropoli. A sostenerlo è il rapporto World Cities 2020 realizzato dalle Nazioni Unite per Habitat (il programma dell’Onu per gli insediamenti umani). La visione che emerge dal rapporto è quella di rendere le città un posto migliore in cui le persone possano vivere e lavorare. Secondo l’Onu, per le città di piccole e medie dimensioni le sfide della trasformazione digitale si riflettono principalmente nei seguenti aspetti: mancanza di talenti e competenze digitali; fondi e risorse insufficienti; mancanza di comprensione e applicazione delle tecnologie digitali; mancanza di interazione e meccanismi di cooperazione tra i vari centri.

La centralità dell’uomo

Sul tema, il World Economic forum, in collaborazione con il Tencent Research Institute, ha redatto il report Shaping the Future of Small and Medium-Sized Cities, presentato lo scorso maggio, nel quale viene analizzata la situazione attuale e vengono proposte delle soluzioni per velocizzare la transizione digitale. Il rapporto sostiene che tutte le città di piccole e medie dimensioni presentano esigenze ed esperienze comuni in merito alla trasformazione digitale, nonostante le differenze geografiche, culturali e nazionali. Questo perché, come si legge anche nel World Cities 2020, una città funzionale, qualunque sia la dimensione, è comunque incentrata sull’uomo. Per questo quando si parla di trasformazione digitale oggi si ragiona sempre più sul concetto di “centratura umana”, indipendentemente da dove si trovi la città stessa.

Ying Sheng, Country Officer dell’ufficio cinese Onu di Habitat, all’interno del World Cities 2020 ha introdotto sei principi validi per le “città intelligenti incentrate sull’uomo”, fornendo interessanti spunti per la trasformazione digitale dei centri piccoli e medi:

  1. Concentrare le attività e gli appalti delle città sui bisogni delle persone, piuttosto che sul mercato;
  2. Sviluppare servizi digitali con un approccio collaborativo e multistakeholder;
  3. Fornire un accesso universale – e a prezzi accessibili – a competenze e infrastrutture digitali;
  4. Migliorare la capacità digitale dei lavoratori in tutte le aree;
  5. Adottare un approccio di progettazione inclusivo e coinvolgente per la costruzione di infrastrutture e servizi digitali;
  6. Valutare le questioni di equità, giustizia ambientale e giustizia sociale nelle città intelligenti.

La sostenibilità deve essere un obiettivo

Per le medie e piccole città un obiettivo importante della trasformazione digitale è che i centri abitati raggiungano uno sviluppo economico, sociale e ambientale coordinato e sostenibile.

Tra i 17 obiettivi del Sustainable Development Goals (SDG) 2030 delle Nazioni Unite troviamo quello di “rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili”, di “costruire infrastrutture resilienti, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e promuovere l’innovazione” e anche quello di “prendere un’azione urgente per combattere il cambiamento climatico e i suoi impatti”. Questi tre obiettivi richiedono alle città di avere una buona gestione dell’economia, dei servizi pubblici e sociali e dell’ambiente per migliorare l’inclusione sociale. Questo per rispondere alla discrepanza tra crescita della popolazione e consumo di risorse, migliorare la resilienza, adattarsi a un ambiente esterno in evoluzione e fornire servizi e supporto convenienti e di alta qualità a tutte le persone.

Per raggiungere questi obiettivi nel 2016 l’Unione internazionale delle telecomunicazioni delle Nazioni Unite (ITU) e la Commissione economica per l’Europa delle Nazioni Unite (UNECE) hanno lanciato congiuntamente l’iniziativa Unites for Smart Sustainable Cities (U4SSC). Questa iniziativa ha ricevuto il sostegno congiunto di 14 dipartimenti all’interno del sistema delle Nazioni Unite che coprono l’ambiente, la cultura, la riduzione della povertà e lo sviluppo urbano, economico e industriale.

La cooperazione è fondamentale

La trasformazione digitale delle città di piccole e medie dimensioni richiede una stretta collaborazione tra le istituzioni pubbliche e private della città e i cittadini stessi. Gli sforzi congiunti includono l’identificazione delle sfide e degli obiettivi di trasformazione della città, la formulazione di piani e politiche, la definizione di progetti di trasformazione e punti di ingresso, la conduzione di valutazioni di fattibilità, l’organizzazione di promozione e attuazione, la partecipazione alla ricerca e sviluppo e la valutazione degli effetti della trasformazione.

In sintesi, i punti chiave della trasformazione digitale per le città di piccole e medie dimensioni sono i seguenti:

  1. Sviluppo orientato ai bisogni: le caratteristiche di comunanza e individualità delle città di piccole e medie dimensioni dovrebbero essere considerate entrambe nella progettazione degli schemi di trasformazione digitale. Diverse città di piccole e medie dimensioni condividono obiettivi comuni in termini di servizi pubblici e sociali, governance e infrastrutture, quindi la pratica efficace di un piccolo centro abitato può essere significativa nel guidare altre città. Tuttavia, il processo di trasformazione industriale ed economica varia notevolmente da città a città, ognuna dovrebbe sviluppare schemi di trasformazione digitale basati sui propri bisogni, capacità e obiettivi.
  2. Istituzione di un meccanismo di promozione: per promuovere la trasformazione digitale delle città di piccole e medie dimensioni in modo efficiente, salutare e collaborativo è necessaria la partecipazione di molteplici parti sociali interessate.
  3. Punti di ingresso chiari: la trasformazione digitale dovrebbe essere orientata alla domanda, guidata dallo scenario e dovrebbe prendere il via in un settore economicamente significativo per la città.
  4. Cooperazione pubblico-privato: è necessario un nuovo modello di cooperazione pubblico-privato a lungo termine tra governo, industria e mondo accademico per promuovere l’aggiornamento iterativo dei progetti.

Non sottovalutare le differenze tra piccole e grandi città

 Quando si parla di trasformazione digitale è importante considerare la differenza tra le città di piccole e medie dimensioni e quelle grandi.

L’allontanamento dei giovani dalle città di piccole e medie dimensioni provoca un invecchiamento generale della fascia demografica in queste regioni e quindi l’adozione dei servizi digitali è insufficiente. Di conseguenza, i cittadini delle città di piccole e medie dimensioni preferiscono servizi che integrano opzioni online e offline. In confronto, nelle grandi città, i residenti giovani e di mezza età costituiscono un’ampia percentuale della popolazione urbana e, poiché gli spostamenti giornalieri sono più costosi rispetto alle città di piccole e medie dimensioni a causa della maggiore superficie da coprire, i residenti sono più inclini a utilizzare online i servizi (ad esempio, mentre i residenti di città piccole e medie sono più inclini a visitare una banca di persona, quelli nelle grandi città di solito preferiscono l’online banking). Inoltre, poiché i giovani tendono ad avere una padronanza più naturale delle tecnologie digitali, i modelli di business basati sulla tecnologia prosperano nelle grandi città.

In una ricerca precedente, il Tencent Research Institute ha proposto che la trasformazione digitale delle città di piccole e medie dimensioni differisca rispetto a quella delle grandi città in termini di: infrastruttura digitale esistente; la complessità della governance urbana; il focus dei servizi pubblici; il percorso di sviluppo dell’economia digitale; le modalità di costruzione dell’infrastruttura dell’informazione; implementazione della trasformazione digitale; disponibilità del governo digitale (come il talento tecnologico nei governi e la corretta struttura organizzativa per una trasformazione digitale).

In termini di trasformazione digitale urbana, le grandi città hanno maggiori vantaggi, come la presenza di più capitali e di più competenze, e dispongono già di un buon livello di infrastruttura digitale. La maggior parte delle città di piccole e medie dimensioni, in confronto, è più debole sotto questi aspetti. Pertanto, questo rapporto sostiene che i piccoli centri abitati dovrebbero adottare modelli di trasformazione digitale urbana flessibili e resilienti perché le città variano notevolmente nelle loro dotazioni di risorse, percorsi di sviluppo e obiettivi. Dovrebbero anche esplorare il partenariato pubblico-privato sostenibile e i modelli di business. In particolare, il report del Tencent Research Institute consiglia alle città di piccole e medie dimensioni con pochi capitali e tecnologie di base e con pochi talenti, di iniziare il processo di trasformazione digitale selezionando pochi aspetti specifici e di avanzare passo dopo passo.

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