Come fare della propria impresa un ecosistema

Negli ultimi anni abbiamo assistito al susseguirsi di cambiamenti radicali che hanno portato alla progressiva rimodulazione delle strutture delle organizzazioni aziendali, ma non dimentichiamo che l'ecosistema aziendale deve anche seguire un'etica e dei principi che siano sostenibili, equi e inclusivi

Immagine distribuita da Flickr con licenza CCO

Come ampiamente detto nei miei libri, gli ultimi anni hanno visto il susseguirsi di cambiamenti radicali che hanno portato alla progressiva rimodulazione delle strutture delle organizzazioni aziendali, all’interno delle quali nuovi sistemi moderni, come la collaborazione e il networking, stanno definitivamente sostituendo le forme arcaiche di gerarchia e burocrazia. Parliamo di strutture organizzative che tendono a essere dinamiche, liquide, modulari e ad approcciare ad una leadership collaborativa sia per meglio rispondere alla complessità del cambiamento, sia per generare nuovi profili che le compongono, con skills finalizzate sempre più alla realizzazione di un progetto, piuttosto che ad una vision a lungo termine.

Abbiamo assistito, e continuiamo ad assistere perché in continua evoluzione, alla trasformazione del vecchio posto di lavoro, alla riformulazione dei contratti, al modellamento della società in comunità, a un diverso approccio all’apprendimento dove ciò che conta è il know how, l’esperienza, la conoscenza dei singoli all’interno dei team. In questa era della collaborazione le organizzazioni si aprono sempre di più a formare delle comunità per tendere adù un reciproco vantaggio, mantenendo la propria identità. Si genereranno dunque nuovi ecosistemi in cui i collaboratori, i fornitori e i clienti si troveranno a collaborare, a cocreare e ad evidenziare eventuali criticità, dando vita a nuove opportunità di crescita collettive.

Il vantaggio forse più significativo di un ecosistema aziendale che funziona è la fidelizzazione del cliente, che combina prodotti e servizi in maniera armoniosa e crea un’esperienza senza pari perché il cliente si trova immerso in un ambiente in cui ogni aspetto del servizio è progettato per lavorare in sinergia, dalla facilità d’uso alla personalizzazione.

Ed è per questo che una nuova figura si staglia nel panorama delle professioni aziendali: l’Head of ecosystem, il responsabile, cioè, della creazione e gestione di partnership strategiche, dello sviluppo del business e dell’analisi del mercato. Suo compito principale sarà quello di sviluppare e gestire le relazioni esterne in modo strategico al fine di favorire sinergie positive per tutte le parti coinvolte. Le sue skills saranno sia di tipo commerciale ma anche di business development per poter identificare sempre migliori opportunità di crescita.

Ciò che è importante che un head of ecosystem tenga a mente in questo scenario di networking mondiale è l’impatto che la pubblicità digitale ha sul cambiamento climatico in due modi principali: l’utilizzo di Internet e l’incoraggiamento a un consumismo ormai diventato insostenibile. Quindi sì a creare ecosistemi solidi e duraturi ma che siano principalmente sostenibili. Uno studio condotto dal network climatico Purpose Disruptors ha dimostrato che le emissioni generate dalla pubblicità sono aumentate dell’11% tra il 2019 e il 2022, facendo aumentare le emissioni di carbonio dei consumatori di quasi un terzo.

Mirare a trovare un equilibrio tra persone, pianeta e profitto diventa un imperativo imprenscindibile se si vogliono raggiungere profitti che salvaguardino anche l’ambiente in cui viviamo, perché l’ecosistema aziendale è sicuramente un modello efficace ma non dimentichiamo che deve anche seguire un’etica e dei principi che siano sostenibili, equi e inclusivi.

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Roberto Panzarani è docente di Innovation Management. Studioso delle problematiche relative al capitale intellettuale in contesti ad elevata innovazione e autore di svariate pubblicazioni. Da molti anni opera nella formazione in Italia. Esperto di Business Innovation, attualmente si occupa dello sviluppo di programmi di innovazione manageriale per il top management delle principali aziende e istituzioni italiane e internazionali. Viaggia continuamente per il mondo, accompagnando le aziende italiane nei principali luoghi dell’innovazione dalla Silicon alla Bangalore Valley, all’Electronic City di Tel Aviv, ai paesi emergenti del Bric e del Civets. L’intento è quello di facilitare cambiamenti interni alle aziende stesse e di creare per loro occasioni di Business nel “nuovo mondo”. L’ultimo suo libro è “Viaggio nell'innovazione. Dentro gli ecosistemi del cambiamento globale”, Guerini e Associati, 2019.

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