B come BEV (Battery Electric Vehicle)

La seconda puntata della nuova rubrica ‘ABC Future Mobility’ è dedicata a ‘B come BEV (Battery Electric Vehicle)’, ossia i veicoli elettrici ‘puri’, Electric al 100%. In Italia c’è una prevalenza di auto BEV rispetto a quelle ‘ibride’ e in generale, a livello europeo, si assiste a un progressivo spostamento del mix verso le auto elettriche ‘pure’

Immagine distribuita da Pxfuel

Per la seconda ‘puntata’ della nuova rubrica ‘ABC Future Mobility’, che tratta vari argomenti della mobilità innovativa – uno per ogni lettera dell’alfabeto, attraverso semplici domande e risposte –, affrontiamo, attraverso la lettera ‘B’, il tema dei cosiddetti Bev, acronimo di Battery electric vehicle.

La mobilità elettrica è in forte accelerazione, anche in Italia, ma è composta da veicoli di diverso tipo: ci sono i cosiddetti ‘ibridi’, alimentati dall’energia elettrica e anche da un’altra fonte, ad esempio benzina o Gpl; e ci sono poi i veicoli elettrici ‘puri’, i Battery electric vehicle appunto, perché i Bev funzionano solo a elettricità. La differenza tra i due tipi di veicoli è importante: mentre gli ‘ibridi’ – funzionando anche con l’elettricità, ma non solo – sono meno vincolati dalla presenza sulle strade e sul territorio dei punti di ricarica elettrica, questi risultano invece essenziali per i Bev.

Questi stessi punti di ricarica indispensabili si dividono in due categorie: quelli all’interno di proprietà privata, ad esempio nelle case e nei condomini, e i punti di ricarica pubblici, che stanno crescendo di numero, e in tutta Italia se ne contano oltre 21mila, con un balzo del +30% in un anno. Tuttavia, altro aspetto rilevante, la gran parte di questi sono ancora a bassa potenza.

I punti di ricarica ‘veloci’ (Fast Charge), vale a dire con una potenza oltre i 22 Kilowatt (kW), sono solo il 13% del totale, e quelli ultra veloci, ovvero con una potenza da 100 kW e oltre, sono meno dell’1%. Per i Battery electric vehicle sono proprio le colonnine Extremely Fast Charge (XFC) che apriranno la strada agli spostamenti su lunga distanza. Nessuno si metterebbe in viaggio per centinaia di chilometri con un veicolo elettrico ‘puro’, se poi deve fermarsi delle ore a ricaricare la batteria.

Come procede la diffusione dei Battery electric vehicle in Italia e nei Paesi europei?

In Italia il parco circolante di auto elettriche a fine 2019 ammontava a oltre 39mila vetture, di cui quasi il 60% Bev

In Italia il parco circolante di auto elettriche a fine 2019 ammontava a oltre 39mila vetture, di cui quasi il 60% Bev. I Paesi europei in cui c’è una prevalenza di Battery electric vehicle comprendono Norvegia, Olanda, Svizzera, Germania e Francia. La Svezia è al momento l’unico Paese in cui si registra una prevalenza di veicoli ‘ibridi’, mentre una situazione piuttosto bilanciata nella diffusione tra le due versioni delle Electric car si ha in Belgio, Regno Unito e Spagna. In generale, si assiste a un progressivo spostamento del mix verso le auto elettriche ‘pure’.

Cosa occorre, quindi, per far crescere ulteriormente la diffusione dei Bev?

I passi da compiere posso essere diversi: dall’evoluzione tecnologica, che può portare ancora maggiore efficienza dei veicoli e durata delle batterie, agli incentivi pubblici, che possono sostenere il mercato. Ma in termini molto concreti e pratici, occorre anche – e innanzitutto – lo sviluppo e la maggiore diffusione dei punti di ricarica pubblici e superveloci, gli Extremely Fast Charge, per fare ‘il pieno’ in pochi minuti, o al massimo in poche decine di minuti. Un rifornimento di elettricità che può coincidere con una sosta sul percorso. Gli altri tipi di ricarica, da quelli standard a quelli semplicemente ‘fast’, proprio perché meno potenti e quindi più lenti sono adatti alla mobilità locale, alle minori percorrenze.

Oltre a una maggiore diffusione dei punti di ricarica ultra-veloce, cos’altro va fatto?

Oggi solo il 16% delle auto elettriche ‘pure’ circolanti, meno di 2 su 10, possono usare punti di ricarica con potenze superiori ai 150 kW

L’altro aspetto fondamentale, per l’ulteriore crescita del settore e delle auto elettriche ‘pure’, riguarda i singoli veicoli e modelli elettrici: anche la vettura deve essere in grado di accogliere potenze di ricarica ultra-veloci, e oggi solo il 16% sul totale delle auto elettriche ‘pure’ circolanti, quindi meno di 2 auto su 10, possono utilizzare punti di ricarica con potenze superiori ai 150 kW. Quindi, anche i modelli di vetture che escono dalle fabbriche e vengono proposti sul mercato devono essere più evoluti e attrezzati dal punto di vista tecnologico e dell’impiantistica di bordo.

Dal punto di vista tecnologico e strutturale, a quali evoluzioni e migliorie si sta lavorando?

Le case automobilistiche stanno lavorando a miglioramenti nelle caratteristiche chiave delle vetture elettriche, come il ‘range’ d’azione e l’efficienza di ricarica. Si punta a ottenere prestazioni e funzionalità migliori, anche se finora la maggior parte dei guidatori di Electric car utilizza l’auto elettrica per viaggi brevi, spesso per meno di 10mila Km l’anno, e ricarica il veicolo in ambito domestico.

Tra le altre evoluzioni attese si segnalano l’incremento della vita utile e della densità energetica delle batterie agli ioni di Litio, il ‘motore’ dei veicoli elettrici, e una significativa riduzione dei costi complessivi, dovuta a un consolidamento dei processi produttivi su larga scala. Come accade per ogni prodotto, a mano a mano che ne aumenta la domanda, la diffusione e la massa critica sul mercato, si attendono riduzioni sui costi finali, e quindi prezzi più convenienti e vantaggiosi.

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