Uno sguardo al mercato globale del settore geospaziale

Come nelle migliori tradizioni di inizio nuovo anno,  per raccogliere informazioni e interrogarci su cosa ci porterà il Nuovo Anno “geospaziale”. Riflessioni cui non può mancare un ammicco al pessimismo di Leopardiana memoria (omaggio alle immagini poetiche di Ermanno Olmi) e un altro alle fantasmagoriche promesse dei player globali del settore, come descritte in questo video, sul ruolo che si ritiene abbia la Geospatial Technology nell’ambito della Quarta Rivoluzione Industriale. Un interessante passo di questo secondo filmato suona come un significativo auspicio:

La (tecnologia) geospatial è quel filo prezioso che sta davvero permettendo a tutti i suoi utilizzatori di trovare senso per alcuni degli enormi cambiamenti in corso.

Proprio un anno fa, Geospatial Media and Communication pubblicava il Global Geospatial Industry Outlook 2017, uno stimolante rapporto sull’industria geospaziale globale suddiviso in due sezioni principali. La prima comprende l’esposizione dei principali trend dell’industria geospaziale e dei processi di business emergenti – oggetto del presente contributo. Nella seconda sezione sono illustrati i risultati dell’analisi effettuata su 50 Stati, in termini di Geospatial Readiness Index (GRI), definito per misurare la propensione di una nazione a sfruttare le opportunità offerte dalle tecnologie geospaziali.

Vorremmo utilizzare il terzo e quarto appuntamento della nostra rubrica mensile sulla “Rivoluzione Geo-digitale” per condividere alcune informazioni contenute in questo rapporto, riguardanti il panorama dell’industria geospaziale nel mondo e l’esito dell’analisi GRI che riguarda l’Italia, una delle 50 nazioni considerate.

Necessariamente, sorvoliamo su molti contenuti di questa indagine e sui dettagli riguardanti la metodologia adottata sia per l’analisi del settore geospaziale, sia per la definizione del  Geospatial Readiness Index e la selezione dei Paesi su cui è stato applicato il modello stabilito. Ai lettori interessati suggeriamo di consultare direttamente la fonte, in cui è inserito anche un profilo dei partner che hanno sponsorizzato questo progetto editoriale.

Si potrà eccepire come i risultati di questo studio possano essere ormai datati, visto che per l’analisi e le valutazioni sono stati utilizzati dati e informazioni che si fermano al 2016. Tuttavia, va tenuto presente che l’indagine ha disegnato un panorama dell’industria geospaziale e delineato la sua evoluzione nell’arco di tutto questo decennio. In particolare, durante il 2017 abbiamo potuto riscontrare la corrispondenza del quadro tracciato nella prima sezione del rapporto con la realtà dei fatti. Ad esempio, tutti abbiamo potuto notare nell’anno appena conclusosi la crescente attenzione e interesse per la tecnologia blockchain, uscita dall’alveo FinTech e delle criptovalute per estendersi in sempre più numerosi ambiti applicativi e altri contesti delle Information and Communication Technologies (ICT), come ad esempio in quelli dell’intelligenza artificiale (AI) e Internet of Things (IoT). Nel rapporto Global Geospatial Industry Outlook 2017 in effetti non vi è traccia di questa tecnologia. Ma dai primi mesi del 2017 sono improvvisamente aumentate in maniera significativa le pubblicazioni di notizie su possibili applicazioni della blockchain anche nell’ambito geospaziale[1], mettendo in evidenza modalità di approccio e processi sistemici già evidenziati proprio in questo rapporto, rispetto – ad esempio – all’approccio user-driven, nonché alla contaminazione e all’interconnessione tra geospatial e altre tecnologie.

Per quanto riguarda la seconda sezione del rapporto sui Geospatial Readiness Index (GRI) dei vari Paesi, sono stati  presi in considerazione aspetti relativi a quattro temi: infrastruttura geospaziale e struttura delle policy; capacità istituzionale; livello di attuazione da parte degli utilizzatori; capacità industriale.di database territoriali.
Esaminando ora, dopo questa introduzione al tema, i trend e modelli di business dell’Industria Geospaziale globale (fonte il citato Global Geospatial Industry Outlook 2017), essa comprende da un punto di vista strettamente settoriale quattro principali componenti (Figura 1): (i) quella più tradizionale dei Geographic Information Systems (GIS) e Spatial Analytics, che rappresenta (a livello globale) il 17% del settore; (ii) le Earth Observation Technologies (EOT), con un contributo del 37% circa; (iii) i sistemi per la localizzazione, Global Navigation Satellite Systems (GNSS) e sistemi al suolo, per i quali si valuta un’incidenza del 33%; (iv) tecnologie scanning (LIDAR, LASER scanning, RADAR), settore di nicchia nel passato, che oggi rappresenta il 13% circa del mercato, con trend in costante crescita.

Figura 1. Principali componenti della tecnologia geospaziale e rispettive incidenze

Il rapporto sottolinea per ognuno di tali settori un continuo e inarrestabile processo di innovazione tecnologica, dovuto in parte a ricadute dei risultati della ricerca nell’ambito delle Geospatial Sciences, ma anche – e soprattutto – al processo di “contaminazione” con un sempre maggior numero di altri settori ICT. Tale convergenza – secondo gli autori – ha assunto per alcune tecnologie emergenti anche la funzione di driver del settore geospaziale. La Figura 2 riporta gli andamenti dell’incidenza sul settore geospaziale per quattro driving technologies.

Figura 2. Trend delle tecnologie trainanti per l’industria geospaziale (2012–2020)

Come ben rappresentato dagli andamenti di tale diagramma, il panorama tecnologico ICT è in continua evoluzione: nuove tendenze e nuovi prodotti compaiono in rapida successione. Il grafico di Figura 3 riporta il trend di alcuni processi di business che incorporano tecnologie geospaziali, con riferimento ai seguenti ambiti applicativi: Analytics, Enterprise Resource Planning / Customer Relationship Management (ERP / CRM), Command, Control, Communications, Computers, Intelligence, Surveillance and Reconnaissance (C4ISR, acronimo usato in ambito militare per i sistemi informativi a supporto delle operazioni), Building Information Modeling (BIM), Reality Mesh, Supervisory Control And Data Acquisition (SCADA).

Figura 3. Trend di settori applicativi che incorporano tecnologie geospaziali (2012–2020)

Le tecnologie geospaziali sono diventate in pochi anni omnipervasive, e l’industria di questo settore sta attraversando una fase di marcata dinamicità a livello imprenditoriale, testimoniata da molteplici acquisizioni e partnership, argomento su cui il rapporto si sofferma analizzando le diverse strategie, finalità e fattori trainanti, con un’esposizione arricchita da esempi, approfondimenti e riferimenti ad alcune delle recenti storie di imprese che hanno conquistato posizioni di successo a livello mondiale, anche grazie all’applicazione concreta del principio: “Things that know where they are, can act on their locational knowledge. Spatially enabled things have increased financial and functional utility” (T. Foresman, R. Luscombe, The second law of geography for a spatially enabled economy, Jan. 2017) — tra tutte, UBER e Airbnb.

Figura 4. Trend per alcuni modelli di ricavi dell’industria geospaziale

Ovviamente, come per tutto il mondo dell’innovazione, anche l’industria geospaziale si sta rimodellando, ricercando soluzioni non limitate al breve periodo ma che consentano miglioramenti dei margini e il conseguimento di nuovi flussi di profitto nel medio-lungo termine. Il rapporto esamina anche questo tema: la Figura 4 sopra riproduce il grafico relativo al trend atteso di alcuni approcci e modelli di business per il settore geospaziale.

Gli anni considerati rappresentano per l’industria geospaziale una rivoluzione nella rivoluzione geo-digitale: taluni suoi segmenti hanno attraversato periodi di crisi significativi, per alcuni ancora non risolti. Come effetto della pervasività delle tecnologie geospaziali all’interno delle “non Geo” ICT, molte imprese del comparto – ma non solo, si pensi all’automotive – che in passato si avvalevano del supporto di affermate imprese geospaziali, si sono dotate di unità specialistiche interne alla propria organizzazione. D’altro canto, anche per questo settore si è assistito – e tuttora si assiste – alla nascita di innumerevoli esperienze in termini di spinoff e startup guardate con attenzione da quelle società che mirano ad anticipare le tendenze tecnologiche, piuttosto che adattarvisi.

In questo contesto dinamico e disgregato, di crescita turbolenta, non è semplice per gli analisti fare valutazioni economiche riguardanti l’industria geospaziale, stimarne il valore e fare previsioni per il futuro. Il rapporto si limita a indicare come il valore economico a livello globale del settore superi ormai i 500 miliardi di dollari, citando la stima proposta a maggio 2016 dal Deputy Executive Editor della società indiana che ha prodotto il rapporto. L’autore ha estrapolato tale valore prendendo come riferimento i risultati dello studio commissionato da Google nel 2013 alla società Oxera “What is the economic impact of Geo services?”, aggiornandolo in base a informazioni più recenti e ipotesi di crescita riportate nel testo.

In conclusione, abbiamo cercato di sintetizzare nel presente contributo i principali trend dell’industria geospaziale e dei processi di business emergenti nel Mondo, così come riportati nella prima sezione del Global Geospatial Industry Outlook 2017 di Geospatial Media and Communication. Il rapporto sottolinea un continuo e inarrestabile processo di innovazione tecnologica nel settore, dovuto sia a ricadute dalla ricerca nelle Geospatial Sciences, sia al processo di “contaminazione” con un sempre maggior numero di altri settori ICT. Le tecnologie geospaziali sono diventate in pochi anni omnipervasive, e l’industria di questo settore sta attraversando una fase di marcata dinamicità a livello imprenditoriale, testimoniata da molteplici acquisizioni, partnership, spinoff e startup.

 

[1] Da una ricerca su Google, digitando i termini geospatial blockchain per gli anni 2015, 2016 e 2017, si ottengono rispettivamente circa 4.000, 6.000 e 18.000 risultati.

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Gli autori condividono la partecipazione a due Associazioni impegnate da alcuni anni nella promozione della Geo-ICT e la valorizzazione dei dati geospaziali: Stati Generali dell’Innovazione (SGI) e Automated Mapping/Facility Management GIS Italia (AM/FM GIS). FULVIO ANANASSO. Ingegnere elettronico, ha ricoperto varie posizioni manageriali nell'industria e nei servizi -- Direttore Marketing e Regolamenti Internazionali, Dir. Studi, Direttore Iridium Program Office, DG/AD di Iridium Italia (società del gruppo Telecom Italia per la resa di servizi Iridium in Europa e Sud America). E’ stato Professore Associato all’Università di Roma-Tor Vergata dal 1987 al 1990 e DG Studi AGCOM dal 2007 al 2012. Dal 2013 è imprenditore e mentore di iniziative ICT-driven, curando formazione imprenditoriale e open innovation per lo sviluppo e accelerazione di startup e piccole-medie imprese (PMI). Ha 40+ anni di esperienza nelle telecomunicazioni / ICT - general management, negoziati e operazioni internazionali, innovazione e trasferimento tecnologico, marketing, promozione e sviluppo business, … -, con copertura di aspetti tecnologici, giuridici e socio-economici. E’ Presidente degli Stati Generali dell’Innovazione, Consigliere del Club dei Dirigenti Tecnologie dell’Informazione di Roma e socio di AM/FM GIS Italia. SERGIO FARRUGGIA. Laurea in Fisica, è consulente Geo-ICT. Collabora a progetti nazionali ed europei inerenti: Geographic Information, Spatial Data Infrastructure, GIS. In precedenza, dirigente responsabile del Sistema Informativo Territoriale del Comune di Genova, dal 1995 al 2007. Membro del Comitato Esecutivo dell’Associazione Geographic Information Systems International Group (GISIG), dal 1996 e, dal 2014, in rappresentanza di ANCI, membro del GdL8 “Reti di Sottoservizi” e GdL 2 “DB geotopografici”, promossi dall’Agenzia per l’Italia Digitale, AgID. Attualmente è v-presidente di SGI e Segretario Generale di AM/FM GIS. MONICA SEBILLO. PhD, professore associato di Ingegneria Informatica, afferisce al Dipartimento di Informatica dell’Università di Salerno. E’ responsabile scientifico del laboratorio GIS dove è tutor di tirocini formativi e relatore di tesi di laurea e di dottorato. Svolge attività didattica per i corsi di laurea in Informatica. I suoi interessi scientifici includono: i database spaziali, i sistemi informativi geografici e la Human-GIS interaction. È iscritta all'albo degli esperti per il MISE e per il MIUR. E’ ACM senior member, Segretario ASITA, Presidente AM/FM GIS e socio SGI. E’ membro di comitati di programma di conferenze internazionali ed è responsabile scientifico di progetti e convenzioni con aziende ed enti pubblici. E’ autrice di oltre 100 pubblicazioni.

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