USA: respinta la possibilità di affidare il controllo della Rete all’ITU (ONU)

Con voto negativo del Congresso ieri gli Stati Uniti hanno bocciato la possibilità di conferire autorità sulla rete Internet all’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (Itu). Un segnale lanciato forte e chiaro, proprio mentre i vertici della stessa agenzia delle Nazioni Unite sono riuniti a Dubai per aggiornare le norme sulle telecomunicazioni (risalenti al 1988), assieme ai delegati di 193 Paesi.

E non è stato l’unico segnale di protesta, da parte di chi non vuole una Rete Internet “gestita centralmente dall’Onu” mediante l’Itu; ma assieme agli Stati Uniti si è mossa anche l’Unione Europea, i guru del Web come Vinton Cerf e Tim Berners-Lee; e i giganti dell’industria online come Google e Mozilla. Tutti convinti sostenitori della tesi secondo la quale il regolamento per le telecomunicazioni, debba essere limitata ai soli operatori telefonici.

Entro il 14 di Dicembre a Dubai saranno prese in considerazione oltre 900 modifiche presentate dall’insieme di tutti i delegati delle singole nazioni, ciò vuol dire che le singole modifiche dovranno essere approvate e fatte convergere all’interno del testo normativo; se non addirittura portare ad un nuovo trattato al quale aderire. L’incontro dunque, riveste un’importanza notevole e solleva non poche preoccupazioni poiché potrebbe portare nuove regole per la gestione di Internet; le quali potrebbero generare potenzialmente una riduzione della libertà online degli utenti ed un impoverimento dei contenuti stessi della Rete.

Sospetti in parte motivati dalla diffusione involontaria di un documento riguardante l’approvazione di un nuovo standard per il “deep packet inspection” (Dpi): un sistema che potrebbe dare accesso alle informazioni private degli utenti, limitando drasticamente la libertà e la privacy dei cittadini online ed esponendo a serio rischio da parte dei Governi gli attivisti dei paesi dittatoriali o antidemocratici.

Oggi sul blog della stessa Itu è apparso un post al riguardo, dove si sottolinea che il nuovo Dpi non è affatto una minaccia per la libertà e la sicurezza online degli utenti mondiali. Il nuovo standard, fanno sapere dall’Itu, semplicemente “consentirà agli Internet Service Provider di gestire il traffico di rete in modo più efficiente, aumentando la qualità del servizio“. Lo standard, ribadisce inoltre l’Agenzia dell’Onu “non consente l’accesso alle informazioni private degli utenti“.

Non la pensano così invece numerosi analisti ed attivisti per i diritti civili. Come quelli del Center for Democracy and Technology, secondo i quali questo standard “può dare a governi ed aziende la capacità di ispezionare il traffico degli utenti internet comprese mail, transazioni bancarie, traffico voce, senza adeguate tutele della privacy“.

Ne sono convinti anche i collettivi hacker come Anonymous, “unitosi alla protesta” bloccando il sito dell’Itu ieri per alcune ore. L’attacco informatico subito dall’Agenzia dell’Onu, è stato immediatamente condannato dallo stesso Segretario generale dell’Itu Hamadoun Tourè; che già aveva definito false le affermazioni secondo cui l’agenzia dell’Onu potrebbe piegarsi alla volontà dei regimi repressivi, aggiungendo: “è ironico che proprio chi dichiara di combattere per la libertà di internet impedisce ad altri di seguire l’evento online”.

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