Rapporto Trasparenza Facebook: l’Italia tra i paesi “spioni”

Un’infografica rilasciata dall’Huffingotn Post mostra come il governo degli Stati Uniti abbia effettuato negli ultimi sei mesi del 2013 dalle 11mila alle 12mila richieste a Facebook per ricevere informazioni sugli account dei propri utenti. I dati sono un’elaborazione del report primo «Global Government Requests Report», il cosiddetto “rapporto Trasparenza” che il social network ha rilasciato dopo lo scandalo del Datagate. Dallo studio emerge anche la posizione del nostro paese: l’Italia è, infatti, quinta nel mondo per numero di richieste a Facebook su dati utenti, relative a temi di natura penale o di sicurezza nazionale, da parte delle autorità governative.

A livello globale, Facebook ha ricevuto richieste su circa 38mila utenti da 71 Paesi nei primi sei mesi del 2013. Nello stesso periodo dall’Italia sono arrivate 1.705 richieste di dati relative a 2.306 account del social network. Ne è stata soddisfatta poco più della metà, il 53%. Il grosso delle richieste, come prima accennato, tra le 11 e le 12mila, è arrivato in sei mesi dagli Stati Uniti, su 20-21mila utenti. Il social network ne ha soddisfatto il 79%.

Nella classifica degli utenti di Fb più «spiati» segue poi l’India, con oltre 3200 richieste su più di 4mila utenti; il Regno Unito, con oltre 1900 richieste per più di 2300 account; la Germania (1886 richieste su oltre 2mila account) e l’Italia. Poi la Francia, con più di 1500 richieste su quasi 1600 utenti. Il report è disponibile online, ed elenca quali Paesi hanno chiesto a Facebook informazioni sui suoi utenti, il numero di richieste ricevute da ogni Paese, il numero di utenti/account specificati in tali richieste e la percentuale delle richieste per le quali, secondo la legge, Fb ha dovuto divulgare «almeno alcuni dati».

Facebook tende a precisare che le informazioni richieste dagli enti governativi riguardano casi penali, come furti, rapine o sequestri di persona. In molti casi le richieste hanno come oggetto informazioni relative al servizio, come ad esempio il nome dell’utente e la durata del suo rapporto con Facebook. Altre richieste possono riguardare dati come gli indirizzi IP o i contenuti dell’account. «Come evidenziato nelle scorse settimane – scrive Colin Stretch, General Counsel di Fb – gestiamo tutte le richieste di dati provenienti dagli enti governativi attraverso procedure molto rigorose». «Vagliamo ogni richiesta attentamente e richiediamo una descrizione completa delle motivazioni giuridiche e fattuali – aggiunge -. Contrastiamo molte di queste richieste, respingendole quando rileviamo delle mancanze giuridiche e restringendo la portata di quelle troppo vaste o vaghe».

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here