Elegia del fare. 12: e se dessimo una mano alla Grecia?

Domani (martedì 3 febbraio) il nostro Presidente del Consiglio incontrerà il nuovo capo del governo greco, Alexis Tsipras, in cerca di consenso rispetto alla sua proposta di rinegoziazione delle modalità di estinzione dello stock di debito pubblico contratto dalla Grecia.
Sarebbe bello che i due leaders si ritagliassero cinque minuti per parlare anche di politiche per l’innovazione digitale.
Bello ma oggettivamente impossibile: cose ben più importanti da discutere.
Nulla però ci vieta di provare a pensare seriamente a un piano di “aiuti digitali” alla Grecia.

Tutti ricordiamo con dovizia di particolari la genesi del default greco, con gli allora governanti colti con le mani in un’abbondantissima marmellata di dati di bilancio taroccati. Un vero capolavoro di finanza creativa, fiancheggiato dall’assoluta indisponibilità di dati attraverso i quali FMI, BCE e tutte le istituzioni sovranazionali interessate avrebbero potuto quantomeno tentare un check prima di “cascare nella trappola”.
Open Data, diciamo.
Ecco: potremmo partire da qui.

data.gov.grPotremmo offrire alla Grecia un contributo importante, finalizzato a costruire una piattaforma di Open Data capace di mettere online – rendendoli controllabili – i dettagli sulla spesa pubblica. Il “fratello greco” di “soldipubblici.gov.it”, in estrema sintesi.
E dire che erano partiti molto bene, i greci: il loro “data.gov.gr” si presenta molto bene anche se forse 75 dataset sono pochini.
Il problema è che qualcosa, inevitabilmente, ha smesso di funzionare: i dataset riferibili a informazioni sul bilancio e sui conti pubblici risultano non più aggiornati da almeno un anno. Immaginiamo, per problemi di budget.
Qualcosa come “soldipubblici.gov.it” avrebbe molto senso, adesso. A maggior ragione, se davvero c’è un barlume di possibilità che BCE e FMI decidano di accettare una revisione delle condizioni di restituzione dello stock attuale di debito pubblico greco.
“Voi ci date più ossigeno, noi vi restituiamo trasparenza e dati controllabili in tempo reale anche da casa vostra a Francoforte e Washington”.

Nel più o meno recente passato abbiamo fatto gemellaggi e accordi di transfer tecnologico con diversi Paesi esteri, un po’ per turismo e un po’ perché ci si credeva davvero. Perché non ricominciare, partendo da un Paese che sicuramente ne ha un gran bisogno?
Peraltro, lo faremmo in un dominio (quello degli Open Data) dove non ci mancano le migliori menti disponibili e un bel po’ di esperienza consolidata.
Finendo per farci anche un favore, considerando che qualche decina di miliardi alla Grecia li abbiamo prestati noi.
Che questa proposta venga accettata o no, poco importa.
Importa molto di più immaginare che sull’asse Bruxelles-Francoforte-Washington si sviluppi consapevolezza rispetto alla centralità degli Open Data come strumento di monitoraggio dei conti pubblici, sino – magari – a rendere obbligatoria la pubblicazione dei datasets principali.
Perché non è questione di “mode” e/o di capricci digitali: poter controllare day by day le dinamiche di spesa significa non dover aspettare quei 12-18 mesi per accorgersi che qualcosa – eventualmente – non funziona come dovrebbe.

Quanto alla proposta di offrire al governo greco un supporto finalizzato a far decollare un “soldipubblici.gov.gr”, la spediamo al Digital Champion Riccardo Luna e vediamo cosa ne pensa lui.
Se son dati, fioriranno.

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