L’IT come driver di ripresa. Negli States funziona: e in Italia?

L’economia della Silicon Valley si sta riprendendo più velocemente di quella del resto degli USA. I successi in campo economico e tecnologico della valle non sono frutto del caso, ma di investimenti economici e socioculturali; e di reti sociali che supportano l’innovazione e la creazione di nuove iniziative imprenditoriali.

L’area riesce ad ottenere, così, un incremento dei posti di lavoro e della ricchezza superiore alla media degli Stati Uniti. 42.000 posti di lavoro creati nell’ultimo anno con un tasso di crescita pari al 3.8%, superiore a quello del resto del paese (1.1%), secondo il rapporto 2012 Silicon Valley Index redatto da due associazioni nonprofit della valle. Il reddito pro-capite segue la stessa tendenza (+4% in un anno contro circa circa il +2% registrato negli Stati Uniti).

Questi i risultati di forti investimenti in information and communication technology (ICT), clean technology ed istruzione; e di un ambiente che incentiva l’iniziativa economica.

Il rapporto ha riscontrato, infatti, un incremento del 17% negli investimenti venture capital complessivi e delle quotazioni in borsa di società con sede nella zona, passate da 11 a 12 nel 2011. L’investimento in istruzione riveste un ruolo altrettanto centrale nel successo dell’area e il numero di persone residenti nella zona in possesso di una laurea scientifica o ingegneristica continua a crescere.

Il successo della Silicon Valley dipende da questo complesso scenario in cui istruzione, innovazione e iniziative imprenditoriali possono fiorire perché inserite in un ecosistema che scommette su di esse e le supporta. L’eccezionalità della Silicon Valley non è poi così tanto inspiegabile, ma frutto di precise scelte strategiche, culturali ed economiche di formazione, sostegno ed incentivazione. Tutto questo permette all’area di reagire velocemente alle crisi economica in corso.

In chiaro-scuro risultano evidenti le ragioni per cui altre aree geografiche ed altri paesi, come l’Italia, sono incapaci di uscire dalle fasi di crisi economica. Senza scelte decise di investimento in innovazione e senza migliorare la qualità delle istituzioni educative non è possibile reagire alla crisi in atto, né competere in un economia globalizzata basata sulla conoscenza.

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