Google: l’Europa chiede lo stop della nuova privacy policy

L’Unione Europea chiede a Google di rimandare il lancio della nuova policy sulla privacy a pochi giorni dall’applicazione delle nuove regole. “Chiediamo una pausa per assicurarci che non ci siano fraintendimenti sull’impegno di Google verso il diritto di informazione dei cittadini europei… Dato l’ampio numero di servizi che offrite, e la loro popolarità, cambiamenti nella vostra privacy policy potrebbero avere effetti su molti cittadini in molti stati dell’Unione… Desideriamo analizzare le possibili conseguenze per la protezione dei dati personali dei cittadini.”

La National Commission for Computing and Civil Liberties, CNIL, l’agenzia francese incaricata delle indagine per conto della UE, ritiene, da indagini preliminari, che le informazioni rilasciate da Google sulla nuova policy siano troppo vaghe e non chiariscano come saranno utilizzati i dati personali. La nuova policy sarebbe difficile da capire anche per personale specializzato, quindi troppo oscura per l’utente comune.

Le autorità ritengono che la nuova policy potrebbe non essere “conforme alle direttive europee sulla protezione dei dati, specialmente per quanto riguarda le informazioni offerte ai soggetti della raccolta dati.”

Il CNIL fa notare, inoltre, che contrariamente a quanto sostenuto da Google le autorità hanno avuto uno scarso preavviso sui cambiamenti e annuncia l’invio di un questionario alla compagnia per ottenere chiarimenti entro metà Marzo.

Peter Fleischer, consulente per la privacy di Google, replica che la compagnia ha provato senza successo a incontrarsi con le autorità europee e che, in ogni caso, la nuova policy applicata “rispetta tutte le leggi e i principi europei sulla protezione dei dati“. Il consulente sottolinea, inoltre, che dopo aver notificato i cambiamenti agli utenti, rimandare la loro applicazione causerebbe una grande confusione


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