Siamo alle solite. Dove è finito l’amico genio di Lucio Battisti che “lui saprebbe cosa fare, lui saprebbe come aggiustare con un cacciavite in mano fa miracoli”.
Economisti, esperti, sociologi e ovviamente politici che parlano giusto per far prendere aria ai denti. Viaggiano con lo stesso andamento degli indici di borsa. Borsa su, siamo fuori dalla crisi, abbiamo trovato le giuste mosse; due giorni dopo borse giù e, guarda un po’, la crisi è ancora lunga e ci sarà ancora da soffrire (sottotitoli: stringete la cinghia e preparatevi al peggio).
È veramente un gioco al massacro. Imprevedibile, incontrollabile, fuori da qualunque spiegazione?
Macchè! Facciamo un po’ di ordine. Parafrasando Lucio, abbassiamo il minimo alzandolo un po’.
In natura così come per i movimenti di borsa si assiste quotidianamente ad una lotta tra predatori e prede. Tra governi e mercati, tra speculatori e investitori. Il predatore deve prendere la preda e la preda deve cercare di arrivare a sera possibilmente vivo. Così da sempre. Il predatore non sempre vince e la preda non sempre soccombe. In natura è un fenomeno studiato e ristudiato, fa parte integrante dell’eco sistema e, qualcuno pensa, sia il vero motore della crescita e dello sviluppo. In questo tremendo gioco sta tutta la sopravvivenza di una specie a discapito di qualcun altro. Brutale. Un gioco dove sempre il più forte, il più robusto, il più intelligente vince? Certo che no! Altrimenti noi piccoli esseri saremmo estinti da un bel po’.
Tu ti alzi (preda) e sai che devi correre e la tua unica speranza è che il predatore non ti veda (ma la fame è tanta) o che tu lo spiazzi cioè che tu ogni volta inserisca una novità, una modalità di comportamento nuovo, una cosa minima che non consente al predatore di far leva sull’esperienza precedente. O, se sei una zebra, sei tu che non fai tesoro dell’esperienza precedente, ogni puntata, ogni volta si riparte da zero e almeno l’ulcera è salva. O fai così o sei morto. Morto, non ferito o ridotto male, proprio MORTO. Questo non è un videogioco, non hai una vita supplementare (caro ex-ministro Tremonti). Quindi la preda deve, DEVE ragionare più velocemente del predatore. Maggiore attenzione al territorio (non va certo a sfidarlo sul proprio ambiente, o se lo fa sa bene come comportarsi), concentrazione sui dettagli e sui segnali deboli (minimo spostamento di vento, piccoli rumori e attenzione a strani comportamenti delle altre prede, per esempio il silenzio improvviso). Questo gli consente di sopravvivere e rendere la vita dura al predatore.
La preda deve stare un passo avanti al predatore, concentrato e focalizzato. Non un pensiero una tantum. Sempre. Ogni istante. Un piccolo passo ma deve stare avanti. Cosa succede sui mercati. Noi prede, ragioniamo a lungo, studiamo tutte le mosse per salvare questo o quello. Professori, economisti a supporto di politici che poi si riuniscono e decidono. E i predatori, semplicemente aspettano. Sanno che farai qualcosa e che quel qualcosa è la sua preda finale. Ti aspetta. Ti usa. Percepisce i tuoi segnali e le debolezze e, spesso è il motore delle tue scelte.
In sintesi tu metti i sodi (perché più di questo non sai fare) proprio dove loro se li aspettano (in borsa) e dove sono pronti a far man bassa di tutto. Anzi, fai di più, vai a chiedere ai predatori (agenti di borsa, agenzie di rating, istituti finanziari, grandi investitori) cosa bisogna fare. Ha dell’incredibile ascoltare Soros che come predatore ha ben pochi rivali al mondo dispensare consigli a governi e banche. Anzi i “grandi” vanno a chiederglielo cosa fare. Bravissimi, la gazzella che chiede al leone cosa deve fare per mettersi in salvo da lui. Alla fine ascolti questi consigli fai la “manovra” (in quattro giorni, tanto hai chi ti consiglia) e metti i soldi dove ti hanno detto di metterli, la borsa rialza i suoi indici e poi tutto crolla di nuvo
Quindi nuova iniezione di regole e soldi e l’indice si alza, euforia alle stelle e poi tutto crolla di nuovo. E vai col prossimo giro…
Semplice. Troppo semplice. Ma si sa, le spiegazioni semplici non danno da mangiare a tutti gli esperti, politici, professori che vivono sul rendere complicate le cose. Anche se loro la chiamano complessità.
Una differenza fondamentale c’è con il mondo della natura. In natura un predatore prende quello che gli serve per sopravvivere, ha un limite. Non può mangiare più di tanto, non può correre all’infinito, sta attento a non distruggere tutte le risorse. I predatori sui mercati non hanno limite, sono insaziabili. Più gli dai e più ti chiedono. Più soldi fanno e più ne vogliono. Si chiama avidità. In natura questo praticamente non esiste. Prendo quello che serve a sopravvivere. Senza esagerare altrimenti finite le prede bisogna lottare tra predatori.
E allora? Non c’è speranza? Certo che c’è bisogna impegnarsi, bisogna spendere le proprie energie sporcarsi le mani (ritornare a produrre cose e non carta) come “quel gran genio del mio amico, con le mani sporche d’olio, capirebbe molto meglio meglio certo, di buttare riparare”. Come? Ricordate cosa è accaduto quando il sistema di Hockey in Canada stava collassando? E cosa stanno facendo adesso con il campionato NBA negli USA? Un bel periodo di riposo!! Perché? Semplice. L’ormone della crescita si sviluppa maggiormente durante il sonno. Che sia un’indicazione? Certo, difficile capire quanto tempo dormire, ma ci si può provare. Allora: “potresti ripartire /certamente non volare ma viaggiare / si viaggiare”.
E la complessità? È una pila di cose semplici, basta saperlo!
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