Adieu Minitel

Il 30 giugno verrà definitivamente spento il servizio Minitel (http://www.minitel.fr/), capostipite europeo dei servizi online, lo stesso giorno della sospensione del servizio Transpac (X.25), entrambi immolati sull’altare dell’IP universale. Come spesso accade in Francia, l’esperienza del Minitel nasce dall’incrocio dell’eredità colbertista e della residua grandeur che cerca di dare al Paese quelle ambizioni che la sua scala naturale forse non giustificherebbero, ma che il dirigismo governativo riesce ancora ad imporre, dal nucleare all’elettronica.

Cubo. Oggetto dalla forma cubica, il Minitel nasce dal matrimonio tra informatica e telecomunicazioni e viene distribuito all’inizio degli anni ’80 in sostituzione dell’elenco telefonico cartaceo destinato ad essere “soppiantato dall’era digitale”. Proprio negli stessi anni iniziavano a diffondersi i PC e del resto il Minitel ricordava un po’ il primo Mac, sia nel colore che nella sua compattezza un po’ retrò, con la grande differenza che la tastiera era incorporata nel suo coperchio e che si presentava di fatto come un terminale remoto di una grande rete pubblica, strettamente nazionale. Per molti francesi è stata la porta di ingresso nel mondo digitale e il primo dispositivo telematico (interfaccia schermo e tastiera) che hanno conosciuto. Al suo apice la scatoletta dal colore indefinibile arriverà a diffondersi in una famiglia su due e darà accesso a circa 25.000 servizi telematici, dai servizi bancari a quelli turistici, fino alle ammiccanti signorine che ci accoglievano sui manifesti pubblicitari all’arrivo in Francia, i famosi 3615 seguiti da nomi più o meno esotici. Oggi rimangono circa 800.000 terminali per un migliaio di servizi attivi.

3615. Coerentemente con la tutela degli “interessi nazionali”, il modello di business sottostante appare sin dall’inizio rispettoso dei diversi attori in campo, dal gestore della rete (solo le informazioni del proprio elenco telefonico e i primi tre minuti di collegamento saranno gratuiti) fino ai fornitori di contenuti, che devono essere a tutti gli effetti “editori”. Il terminale, dal costo di circa 1000 Franchi (100 euro) viene rigorosamente prodotto in Francia e distribuito gratuitamente. I principali gruppi editoriali, dalle più nobili testate Libération, Nouvel Observateur e Le Monde, fino al fondatore dell’operatore Free hanno generato dai servizi in rete in generale e dalle messaggerie rosa e oltre, linfa vitale per la propria crescita fino agli anni ’90. I diversi attori si suddividono i ricavi, secondo diverse classi di costo minutario (il noto sistema chiosco), anche se l’esattore rimane l’operatore telefonico nazionale, che si trattiene una parte importante del valore generato (40%).

Eredità. Cosa ci lascia in eredità il Minitel? Innanzitutto, attraverso lo switch off di un supporto obsoleto (l’annuario cartaceo) si è rapidamente trasformato un servizio innovativo in servizio di massa, con le conseguenti ripercussioni sulla creazione di un nuovo mercato. In secondo luogo, la dimostrazione che anche i settori tradizionali (l’editoria, inizialmente ostile) possono trovare nuove fonti di crescita se cavalcano l’innovazione e si trova un adeguato equilibrio nella ripartizione del valore. Infine, la consapevolezza, postuma, che la partita delle reti e dei servizi in rete si gioca definitivamente su una scala sovrannazionale e che è impossibile arroccarsi dietro a politiche neo-protezionistiche, sia intrasettoriali che intersettoriali. La battaglia dovrà spostarsi dalla difesa dei walled garden alla richiesta, a gran voce, della definizione di condizioni concorrenziali simmetriche e omogenee.

Arrivederci Minitel. Si volta pagina, con un touch.

Facebook Comments

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here