La sindrome dell’Oddio mi hanno copiato!, ovvero in rete ci vuole anche un po’ di umiltà

Siccome la scorsa settimana si è parlato di quanto siano fastidiosi quei “professionisti” che credono che internet sia una sorta di “pozzo di san Patrizio” da cui si può attingere indiscriminatamente, senza citare fonti e autori, perché gli “autori”, secondo questa mentalità, non essendo veri “professionisti” non meritano riconoscimento alcuno, oggi parliamo della sindrome opposta, quella dell’ “Oddio, mi hanno copiato!”, che in fondo, è l’altro lato della stessa medaglia.

La sindrome dell’ “Oddio, mi hanno copiato!” tanto per cominciare colpisce tutti, dal professionista della scrittura o della grafica all’ultimo blogger sfigato che racimola sì o no dieci lettori all’anno. Girando per la rete, controllando le pagine di amici e conoscenti sui social o la Tl di Twitter prima o poi capita: troviamo un post, uno status, una rielaborazione grafica che a noi sembra proprio identica a quella che abbiamo postato noi, magari millemila anni fa. Solo che la firma sotto non è la nostra, è di Pinco Pallo, che la sta facendo girare in rete a suo nome, ed attribuendosene il merito.

In questi casi, prima di partire lancia in resta a scrivere mail di fuoco al presunto “copione” minacciando azioni legali o ritorsioni fisiche, è bene fare un esame di coscienza, se non altro per evitare brutte figure.

Per prima cosa, essere proprio certi certi certi che si tratti di un plagio. Il caso più semplice è quando il tizio ha copiato con un copia incolla senza alcuna fantasia un intero post, o lunghi settori di esso, magari senza cambiare neppure una parola, e mettendoci alla fine la sua firma. Nel qual caso, non ci sono scuse che tengano: il “copione” va immediatamente contattato, per fargli sapere che rischia grane legali (magari facendo garbatamente presente che il blog ha in bella vista una licenza “creative commons”, quindi le citazioni sono possibili, ma nome dell’autore e link sono dovuti, o sono guai).

Se invece si tratta di un post che riecheggia qualche concetto che tu stesso hai espresso talvolta, e con parole simili ma non uguali, prima di gridare allo scandalo, passa a leggere il punto successivo.

È  bene tenere presente, infatti che le coincidenze capitano. Soprattutto quando si tratta di post corti, o di status su Twitter ed FB. Perché la battuta folgorante che a te sembra originalissima, così geniale da poter essere frutto solo del tuo sopraffino senso dell’umorismo, la riflessione esistenzialista definitiva o l’aforisma tagliente alla Oscar Wilde è possibile che siano venuti in mente, in forme quasi simili, ad almeno un altro centinaio di persone, e magari in contemporanea. Per l’autostima spesso è un trauma che non si vuole accettare, ma è così.

In questo la rete è un grande esercizio di umiltà, soprattutto per i professionisti, abituati a dare per scontato che certe intuizioni geniali possano venire solo aloro, in virtù degli anni di gavetta ad imparare i fondamentali del mestiere e della sensibilità sviluppata nel farlo. Non è così. Girando per internet troverai, tu scrittore affermato, che esistono centinaia di persone che di mestiere fanno altro nella vita (l’impiegato al catasto, la cassiera al supermercato) in grado discrivere dei grandi post su argomenti che hai trattato anche tu, usando spesso delle argomentazioni affini a quelle tue, ma trattate in modo leggermente diverso, tanto da apparire originali, e spesso anche migliori delle tue. Tu informatissimo commentatore politico retroscenista, dovrai arrenderti al fatto che decine di signore Marie che, senza alcun aggancio in Parlamento o fonti riservate, solo a naso e con un po’ di buon senso, sono in grado di ipotizzare le stesse svolte politiche e sussiegose analisi che immagini tu. Tu grafico pubblicitario scoprirai che ci sono decine di dilettanti che con quattro nozioni di Photoshop sono stati in grado di arrivare da soli, e magari prima di te, a soluzioni per cui tu hai magari smadonnato mesi; tu fotografo professionista incrocerai gente che per una sola botta di irreplicabile fortuna è riuscita a scattare con il più sgangherato dei telefonini l’inquadratura che tu hai studiato per un anno.

Per cui, prima di gridare allo scandalo, assicurati che il presunto “scopiazzamento” non rientri in uno di questi due casi: la botta di genio estemporaneo che capita a tutti una volta nella vita (se, come diceva Warhol, tutti siamo destinati ad essere famosi per quindici minuti, è anche vero che nell’arco della vita tutti possiamo avere una intuizione geniale per un post), oppure, dal lato opposto, la semplice banalità. Perché spesso, quando sei convinto che X ti abbia copiato un’idea originale, invece la dura realtà è un’altra. Che tu e X avete scritto, molto più semplicemente, una cosa che chiunque era in grado di pensare senza troppo sforzo. Nel qual caso, meglio non strepitare e minacciare ritorsioni per violazione del copyright. Sarebbe come se uno strepitasse perché voleva brevettare l’acqua calda.

 

Facebook Comments

1 COMMENT

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here