Assumma: Internet è la più grave minaccia ai diritti degli autori

Internet è la più grave minaccia ai diritti degli autori secondo Giorgio Assumma, ex presidente Siae e presidente dell’Istituto giuridico dello spettacolo e dell’informazione.

Il manager, intervenendo a Roma alla prima giornata degli stati generali dell’autore, organizzati dalla Federazione unitaria italiana scrittori e dal Dipartimento di comunicazione e ricerca sociale della Sapienza, ha dichiarato: l’autore “esprime un modo di pensare attraverso la propria opera e ha il diritto di scegliersi gli interlocutori. Internet dove tutto può essere copiato, diffuso e registrato lo espropria di questa libertà. È il più grave attentato che si possa compiere ai diritti degli autori“.

Assumma si è scagliato poi contro l’idea sostenuta sempre più spesso anche da esponenti politici che esista un diritto di libertà assoluta all’accesso ai contenuti online. “I politici che sostengono questa posizione non lo fanno in buonafede ma contano sul potere elettorale elevatissimo del popolo della rete. È necessario trovare una posizione intermedia”.

La manifestazione, in corso oggi e domani, ha registrato diversi interventi preoccupati per la situazione degli autori. Alessandro Occhipinti, segretario nazionale del sindacato scrittori Cgil, ha, ad esempio, dichiarato: “abbiamo bisogno di forme di assistenza e previdenza  e che il popolo della rete capisca che come un operaio o un infermiere anche noi abbiamo diritto a un compenso per la nostra attività creativa”.

Maia Cappello dell’Agcom ha provato a fare il punto invitando a cercare un punto di equilibrio tra le esigenze dei vari attori del sistema. ”L’Autorità nei propri interventi ha sempre cercato di portare avanti la tutela dei diritti ma anche la necessità che autori e produttori mettano a disposizione in rete i loro contenuti a prezzi accessibili. È necessario trovare un equilibrio”.  La questione dei prezzi e dei sistemi legali d’accesso sembra, infatti, essere il punto centrale come confermano sempre più ricerche, l’ultima delle quali arriva da una fonte autorevole come l’OFCOM, l’equivalente dell’Agcom oltremanica.

Roberto Faenza, noto regista e docente della Sapienza, ha chiesto, infine, maggiori investimenti del governo nella cultura. Scelta vantaggiosa anche da un punto di vista economico secondo il regista, che cita uno studio di Unioncamere e Symbola. La ricerca dimostrerebbe che “la cultura frutta al paese il 5,4% della ricchezza prodotta e dà lavoro al 5,6% del totale degli occupati in Italia“. Un secondo studio (Banca d’Italia), citato da Faenza, sosterrebbe poi che il rendimento degli investimenti in cultura è addirittura superiore a quello in titoli azionari (+9%). A fronte di simili risultati economici, viene da chiedersi se sia davvero così minaccioso Internet.

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1 COMMENT

  1. Mi sembra di essere tornati indietro di 10 anni con queste dichiarazioni. In Italia si è sempre più attenti a proteggere il proprio giardino invece di considerare il bene dell’ambiente intero. Ci sono ormai affermate forme di copyrighting adattate al web, come le Creative Commons. Personalmente credo che dovrebbero essere adottate attente politiche di adozione e diffusione di queste forme piuttosto che scagliarsi ciecamente contro la Rete.

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