Microsoft è alla ricerca di un CEO: quali scenari dopo Ballmer?

A pochi giorni dall’annuncio delle dimissioni da Ceo di Microsoft, si moltiplicano le speculazioni sull’era post – Ballmer, su cosa sarà il colosso dopo di lui e, ovviamente, chi ne prenderà le redini.

Steve Ballmer è stato una figura centrale in Microsoft per tre decadi (di cui 15 di leadreship), e cercare un sostituto non è un’impresa semplice, anche se il suo regno rimane controverso agli occhi degli analisti. I primi commenti sono forse troppo pesanti: si dice che se ne sarebbe dovuto andare prima, che non ha saputo capire la trasformazione dell’ICT insistendo su un modello di business obsoleto. È innegabile che durante il periodo di leadership abbia ottenuto risultati finanziari eccellenti, facendo crescere il fatturato da 25 a 70 miliardi di dollari annui con ricavi del 215%.

Ma Ballmer ha anche dimostrato di non saper sfruttare alcune delle più interessanti opportunità che si sono create nell’ultimo decennio (smartphone, tablet, cloud, virtualizzazione), opportunità che hanno fatto la fortuna della concorrenza e che hanno messo in ombra il futuro di Microsoft. Negli ultimi anni i dispositivi mobili di Apple e i servizi di Google (per citarne alcuni) hanno messo Microsoft sotto pressione, tanto che Steve Ballmer ha deciso una riorganizzazione per portare l’azienda nell’era “Smartphone” trasformandola dal colosso del software ad azienda di servizi, dispositivi e software.

Tanto che, per poter comprendere appieno le cause delle dimissioni del CEO Microsoft dobbiamo aggiungere che nell’ultimo biennio la società ha compiuto dei passi falsi, tanto che le società d’analisi hanno espresso scetticismo di fronte alla visione di Ballmer. Possiamo citare le difficoltà incontrate da Surface [il nuovo tablet Windows] con un invenduto per 900 milioni di dollari, il motore di ricerca Bing che stenta a decollare mentre Google “prende il largo” e lo smartphone Windows Phone con un market share ancora modesto rispetto ad Android e a iOs. Senza dimenticare la multa da 731 milioni di dollari, comminata dall’Antitrust UE per la dimenticanza della libera scelta dei browser su Windows.

Addirittura secondo l’analista Patrick Moorhead di Moor Insights & Strategy non ci sono dubbi: la causa che ha fatto sì che Ballmer si dimettesse risiede nel fallimento di Surface sul mercato, che ha costretto Microsoft a sostenere una perdita di 900 milioni di dollari. Ha detto: “È stato sicuramente cacciato via dal consiglio. Lo hanno spinto fuori, o messo in una situazione in cui si sia sentito in dovere di lasciare per salvare la faccia. Tipicamente un consiglio lavora dietro le scene per trovare un successore, ma ora che si sono dati 12 mesi credo che le cose siano precipitate molto velocemente.” La stessa ipotesi è stata fatta dal blog All Things D secondo cui le dimissioni di Steve Ballmer sarebbero più improvvise di quanto sia dato a credere e pilotate da fattori esterni alla sua volontà.

Ora la società di Bill Gates ha un anno di tempo per sostituire Ballmer. La società di Redmond dovrà decidere cosa essere da grande: puntare sui servizi trascurati sino ad ora, così come indicato recentemente da Ceo dimissionario, oppure se puntare ancora sul software per il mndo business.

Le società di analisi si interrogano su questi e altri scenari, facendo una serie di nomi e ipotesi. Sarà un manager che verrà dall’esterno? Qualcuno già pensa a Vic Gundotra, ora in Google, o a Reed Hastings di Netflix o Bill Veghte capo dell’Enterprise Group di HP. Oppure il prossimo manager è tra le risorse interne alla società di Redmond? Come Satya Nadella, a capo del software o come Julie Larson-Green capo della Windows Division o Tony Bates il Ceo di Skype, azienda comprata proprio da Microsoft-Ballmer. Scegliere un interno al colosso vorrebbe dire preferire la linea della continuità con l’operato di Ballmer, o comunque con la sue recenti indicazioni di un’azienda sempre più orientata ai servizi. Mentre attingere a risorse esterne starebbe ad indicare, secondo alcuni, la volontà di portare una ventata di novità, anche a costo di sacrificare alcuni storiche iniziative Microsoft.  Staremo a vedere.

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