WSD – Gentilezza

“La principale caratteristica della gentilezza disinteressata è di essere irriconoscibile, inconoscibile, invisibile, insospettabile, perché un beneficio che dica il suo nome non è maidisinteressato. “(Amélie Nothomb).

Prendo spunto da una ventata di riflessioni estive per tirare fuori dalle parole dell’Innovazione la gentilezza. E lascio che sia Amélie Nothomb (della quale vale la pena leggere tutto ma, su tutto, la “Metafisica dei tubi”), a introdurre i perché di questa scelta.

GentilezzaLa Gentilezza è una qualità dell’anima, che è stata codificata dalla cultura occidentale. Così, si è spesso indotti a pensare che ci siano pratiche precise che fanno di noi delle persone “gentili”. Il che è normale, perché in una cultura complessa e con molte, moltissime sovrastrutture, la cura della Persona, intesa come cura emotiva, spesso viene delegata alla terapia o a bizzarri percorsi di coaching professionale.

Chi di noi, Popolo di Curiosi, non si è trovato, prima o poi, a percorrere strade che avevano l’ambizione di renderci migliori, contemplando l’Altro spostandolo dall’ambito delle fatiche necessarie a quelle del Piacere? E con quali risultati, se non l’avere a disposizione un manuale di regole per sorridere-cedere il passo-ascoltare-pensare prima di giudicare?

E con quali obiettivi, se non quelli, assai basic, di stare meglio e non soccombere professionalmente (dando per scontato che il cambiamento interiore sia una soluzione e non una porzione di un movimento collettivo)?

La Gentilezza dell’anima è una questione profonda. Ha a che vedere con la capacità di una persona di sentirsi parte di un tutto, che non ha bisogno di essere giudicato per essere compreso.
La Gentilezza ha a che vedere con il fatto che l’Uomo si dia la possibilità di sbagliare, di essere rifiutato, di non essere capito. E in tutto ciò, l’Uomo non perde il proprio centro, perché vive e si tiene sulle proprie gambe. A prescindere.

Sbaglio-Rifiuto-Incomprensione, sono parte integrante di un percorso di interazione con l’Altro. E se il Percorso è Movimento e se il Movimento è Motore del Cambiamento, allora la Gentilezza è e deve essere l’attitudine che si coltiva nella Persona.

Non serve andare molto lontano per capire che la gentilezza è anche, in questo tempo, il valore aggiunto di ciò che vendete. Il miglior customer care del Pianeta non va da nessuna parte se si limita ad offrire soluzioni: le soluzioni sono “il prodotto così com’è”. La gentilezza con il quale lo si vende, nel rispetto delle persone e delle loro complessità (i “clienti”, sì, sono loro) è ciò che farà sì che quel prodotto cammini anche senza di voi. Statene certi.

E agite, non dite.
Com’era la storia? “Un beneficio che dica il suo nome non è mai disinteressato”.

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